
Con i cambiamenti climatici cresce notevolmente il rischio di "supercelle temporalesche" in Europa, Svizzera in primis. Lo afferma uno studio dell'Università di Berna e del Politecnico federale di Zurigo pubblicato oggi sulla rivista specializzata "Science Advances". I ricercatori sono stati in grado di simulare la frequenza di queste tempeste in Europa con una precisione mai raggiunta prima, scrive l'Università di Berna in un comunicato. La regione alpina e alcune zone dell'Europa centrale e orientale devono prepararsi a tempeste molto più frequenti.
Riscaldamento climatico
Con un riscaldamento climatico di 3 gradi Celsius rispetto alla media preindustriale, sul versante nord delle Alpi si prevede un aumento fino al 52% di questi temporali particolarmente intensi. A sud delle Alpi i ricercatori ne prevedono invece fino al 36% in più. Le supercelle temporalesche, che si verificano solitamente in estate, sono tra i fenomeni meteorologici più pericolosi in Europa, afferma l'Università. Sebbene rappresentino solo una piccola parte di tutti i temporali, sono responsabili della maggior parte dei pericoli e dei danni ad essi legati. Esse portano con sé venti ascendenti rotanti, raffiche di vento violente, grandine e forti piogge. Le supercelle temporalesche causano regolarmente danni materiali ingenti, perdite di raccolto, problemi di traffico e feriti o addirittura morti.
Differenze regionali
A differenza della Svizzera, secondo la simulazione dei due atenei la frequenza dei temporali con supercelle nella penisola iberica e nel sud-ovest della Francia è in calo. Complessivamente sul continente europeo si prevede però un aumento dell'11% di simili fenomeni. "Queste differenze regionali evidenziano quanto il cambiamento climatico possa avere effetti diversi in Europa", afferma l'autrice principale dello studio Monika Feldmann dell'Università di Berna, citata nel comunicato. "Migliore è la nostra comprensione delle circostanze in cui si formano queste tempeste - aggiunge -, meglio potremo prepararci ad affrontarle."
Lo studio
Per lo studio i ricercatori hanno utilizzato per la prima volta un nuovo tipo di modello climatico che simula la formazione e l'evoluzione di una supercella temporalesca con una precisione di 2,2 km. Hanno creato una simulazione che copre un periodo di undici anni e l'hanno confrontata con i dati delle tempeste effettivamente verificatesi tra il 2016 e il 2021. "La simulazione corrisponde bene alla realtà, ma mostra un numero di eventi leggermente inferiore a quello effettivamente registrato", afferma Feldmann. Tuttavia ciò era prevedibile, poiché "il modello può rappresentare solo supercelle temporalesche che si estendono per più di 2,2 km e durano più di un'ora. Alcune tempeste, però, sono più piccole e durano meno a lungo".