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Mister Prezzi bacchetta Booking.com per commissioni abusive. Annunciato il ricorso
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Booking.com dovrà ridurre di quasi un quarto queste commissioni entro tre mesi dall’entrata in vigore della decisione e applicare la riduzione per tre anni. La misura si è resa necessaria data l’impossibilità di trovare una soluzione amichevole.

Tramite una decisione formale il Sorvegliante dei prezzi ordina a Booking.com di ridurre i prezzi in Svizzera. Dalla sua analisi, infatti, è emerso che le commissioni applicate agli hotel svizzeri sono abusive ed eccessivamente elevate. Booking.com dovrà ridurre di quasi un quarto queste commissioni entro tre mesi dall’entrata in vigore della decisione e applicare la riduzione per tre anni. La misura si è resa necessaria data l’impossibilità di trovare una soluzione amichevole.

Concorrenza sleale

Secondo la legge federale sulla sorveglianza dei prezzi (LSPr), il Sorvegliante dei prezzi deve impedire o eliminare i prezzi abusivi che non sono il risultato di un’efficace concorrenza. A tal fine, utilizza una procedura in più fasi basata su analisi della posizione di mercato, del contesto concorrenziale e della politica dei prezzi. Nel caso della piattaforma di prenotazione alberghiera Booking.com, gli accertamenti hanno rivelato che quest’ultima deve sottostare alla LSPr e che le commissioni applicate agli alberghi svizzeri sono eccessivamente elevate. Il Sorvegliante dei prezzi ha quindi contattato Booking.com per porre rimedio all’abuso tramite un accordo amichevole. Nonostante gli intensi negoziati, non è stato possibile trovare una soluzione di questo tipo. Motivo per cui si è quindi optato per l'obbligo di riduzione delle commissioni. L’obiettivo della misura è duplice: rendere più competitivi gli hotel svizzeri per far fronte alla dura concorrenza su scala globale e, allo stesso tempo, ridurre direttamente l’onere finanziario per i clienti. Booking.com può presentare ricorso presso il Tribunale amministrativo federale entro 30 giorni dall’emanazione della decisione.

La risposta di Booking.com

A seguito della notizia rilasciata dal Sorvegliante dei prezzi, Booking.com ha preso direttamente contatto con la redazione di Ticinonews per una sua presa di posizione. "Riteniamo che il costo del nostro servizio rifletta l’enorme valore che offriamo ai partner che scelgono di collaborare con noi perché ne riconoscono i vantaggi – pur avendo piena libertà di promuovere le loro strutture su numerose altre piattaforme esistenti". Più precisamente, la piattaforma ha voluto sottolineare che "i nostri partner dispongono di molteplici modi per promuovere le loro strutture presso i clienti, e sono liberi di scegliere se pubblicarle sulla nostra piattaforma o altrove. Non condividiamo l’idea di imporre una riduzione dei costi per un servizio che è del tutto facoltativo. Presenteremo ricorso. Nessuna modifica verrà apportata alle nostre commissioni in relazione a questa decisione, in attesa dell’esito del ricorso".

Decisioni contro clausole di fissazione dei prezzi

La politica dei prezzi della società statunitense era già stata messa in discussione in diverse occasioni: circa tre anni fa, il Parlamento ha vietato alle piattaforme di prenotazione come Booking.com di inserire clausole di fissazione dei prezzi nei loro contratti con gli hotel. Ciò consente agli hotel di offrire camere sul proprio sito web a un prezzo inferiore rispetto a quello delle piattaforme. Nel settembre dello scorso anno, anche la Corte di giustizia europea si è pronunciata in tal senso.