Svizzera
Come l’autostrada aumenta il divario tra ricchi e poveri
Immagine © CdT/Gabriele Putzu
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Keystone-ats
2 anni fa
Da uno studio dell’Uft emerge l’impatto che ha il collegamento autostradale sulle economie domestiche dei comuni interessati: ne beneficiano soprattutto quelle ad alto reddito

Quando un comune viene collegato alla rete autostradale le economie domestiche benestanti aumentano più di quelle a basso reddito. La dinamica spinge prezzi di terreni e immobili verso l’alto, fatto che va a scapito dei più poveri. È quanto emerge da uno studio che ha analizzato gli effetti su 2480 comuni dell’ampliamento delle strade nazionali in Svizzera fra il 1950 e il 2010. La squadra del ricercatore Frédéric Robert-Nicoud, Professore presso l’Università di Ginevra, si è basata su dati fiscali, censimenti, spese delle economie domestiche e informazioni dell’Ufficio federale dei trasporti (UFT).

Il collegamento all’autostrada cambia la struttura dei redditi
In generale, con un miglioramento dei collegamenti stradali le economie domestiche di un comune aumentano del 14%. I luoghi con interessanti distanze per i pendolari diventano particolarmente attraenti per gli alti redditi. I ricercatori sono quindi giunti alla conclusione che il collegamento all’autostrada, sul lungo termine, cambia la struttura dei redditi in un comune. La quota di coloro che guadagnano di più è in media cresciuta del 24% in questi posti, contro un +8% per i meno abbienti, si evince dallo studio pubblicato sulla rivista “The Economic Journal”. Un motivo per questa tendenza è il fatto che le persone con un reddito più alto usano più frequentemente l’auto. I comuni che si sono collegati alla rete autostradale sono diventati più attrattivi per tutti, ha detto il co-autore dello studio Raphaël Parchet, dell’Università della Svizzera italiana (USI), citato in una nota odierna: “Ma sono i più abbienti che ne hanno approfittato maggiormente”.

Gli aspetti negativi
Il lato negativo della vicenda sta nel fatto che i prezzi di terreni e immobili crescono, con la conseguenza che chi guadagna meno arriva a spendere fino al 40% del proprio reddito per l’abitazione. Fra i più facoltosi, questa quota arriva solo al 15%.

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