
Una vacanza in Africa si è trasformata in un dramma giudiziario per una cittadina svizzera di 38 anni, attualmente detenuta in Zambia. A riferirlo è un parente stretto, che ha raccontato la vicenda al quotidiano Blick.
La vicenda
Il caso ha avuto inizio lunedì scorso, al valico di frontiera di Chipata, tra Zambia e Malawi. Durante un controllo stradale, la polizia zambiana ha trovato una piccola quantità di marijuana nel bagaglio del compagno con cui la donna stava viaggiando. L’uomo si è assunto immediatamente la piena responsabilità, dichiarando che la sostanza gli apparteneva e che la donna non era coinvolta. È stato arrestato sul posto. In un primo momento, la donna è rimasta libera. Nei giorni successivi si è attivata per ottenere assistenza consolare e supporto legale per il compagno, contattando avvocati e l’ambasciata svizzera. Tuttavia, venerdì la situazione è cambiata radicalmente: la 38enne è stata convocata dalla polizia e, una volta giunta in stazione, è stata arrestata con l’accusa di complicità nel traffico di droga.
Nessun avvocato
Secondo quanto riferito dal familiare, la donna non avrebbe avuto accesso a un avvocato. Il familiare ha definito la situazione una catastrofe assoluta, spiegando che stanno facendo tutto il possibile attraverso l’ambasciata per aiutarla. Ha aggiunto di essere molto preoccupato, poiché la donna è stata rinchiusa in un carcere misto e al momento non si conoscono le sue condizioni. Poco prima del trasferimento, la donna è riuscita a inviare un ultimo messaggio via WhatsApp, nel quale informava che sarebbe stata condotta nella prigione di Namuseche e che le sarebbe stato tolto il cellulare. Da quel momento, ogni contatto si è interrotto. Al momento non è chiaro se sia stata formalizzata un’accusa né se la cittadina svizzera abbia avuto accesso a una rappresentanza legale.
Il DFAE conferma
Interpellato sul caso, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha confermato l’arresto di una cittadina svizzera in Zambia. L’ambasciata svizzera a Pretoria, in Sudafrica, è in contatto con le autorità locali. Per motivi legati alla protezione dei dati personali, il DFAE non ha fornito ulteriori dettagli.