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Cioccolato, "Per troppo tempo a buon mercato: Deve costare di più"
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Keystone-ats
19 ore fa
È il pensiero di Peter Feld, Ceo di Barry Callebaut, la società zurighese che è il maggior produttore al mondo di un alimento che va poi a finire in prodotti di vastissima diffusione come i gelati Magnum, gli snack Kitkat e tanti altri articoli di numerosi marchi.

Per troppo tempo il cioccolato è stato eccessivamente a buon mercato: ora il prezzo è salito, ma è destinato ad aumentare ancora ed è bene che sia così. È il pensiero di Peter Feld, Ceo di Barry Callebaut, la società zurighese che è il maggior produttore al mondo di un alimento che va poi a finire in prodotti di vastissima diffusione come i gelati Magnum, gli snack Kitkat e tanti altri articoli di numerosi marchi. "In Germania è ancora possibile acquistare una tavoletta di cioccolato a meno di un euro: costa meno di un litro di latte", esordisce il 60enne in un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ). "Negli ultimi decenni il cioccolato è stato venduto a prezzi troppo bassi. Lo diciamo da tempo: è giusto che il cioccolato costi di più. È un prodotto naturale di alta qualità. I coltivatori di cacao devono guadagnare di più".

Cambiamenti climatici

"Nelle principali zone di coltivazione delle piante di cacao nell'Africa occidentale, in passato le piogge cadevano in piccole quantità distribuite nell'arco della giornata: oggi invece sono improvvise", spiega l'esperto. "Allo stesso tempo si registrano periodi di siccità più lunghi. Il cambiamento climatico aggrava i problemi esistenti. In Africa occidentale si coltiva ancora spesso con metodi tradizionali. Inoltre, circa un decennio fa, i governi hanno voluto sostenere i prezzi del cacao vietando la piantagione di nuovi alberi di cacao e di varietà più resistenti. L'intenzione era buona, ma ora abbiamo un patrimonio arboreo obsoleto che risente fortemente dei cambiamenti climatici. Sono necessarie strutture molto più efficienti nella coltivazione", prosegue l'intervistato. "Nella coltivazione delle arance o del caffè queste strutture esistono già da tempo: ora devono essere create anche per il cacao. Non esiste quasi nessun'altra pianta che venga ancora coltivata in modo così arcaico. In Africa occidentale il principio è spesso questo: un contadino, un ettaro di terra, un machete. In Ecuador, invece, abbiamo aziende agricole di sette-otto ettari, gli alberi vengono potati e si presta attenzione alla qualità del terreno. Il raccolto di fave di cacao è almeno tre volte superiore".

Prezzi in aumento

La gente che compra il cioccolato si è nel frattempo accorta che è diventato più caro. "La domanda da parte dei consumatori finali è però diminuita in misura sorprendentemente modesta. Ciò mostra perché il cioccolato è un prodotto così straordinario: quando quasi ogni giorno si viene a conoscenza di nuovi problemi e crisi nel mondo, i consumatori decidono a maggior ragione di concedersi un pezzetto di cioccolato. Negli ultimi decenni il consumo è cresciuto costantemente malgrado tutte le crisi economiche e le guerre". Per i produttori però il momento è difficile. "L'intero settore ha subito un cambiamento radicale", sottolinea il dirigente in carica dall'aprile 2023. "Noi di Barry Callebaut abbiamo dovuto aumentare i prezzi del 63% nell'anno fiscale in corso. Malgrado ciò il nostro volume di vendite nello stesso periodo è diminuito solo del 6,3%: ma il calo era inevitabile. I nostri acquirenti, ovvero i grandi produttori alimentari mondiali, ma anche le piccole panetterie e pasticcerie, hanno innanzitutto rallentato i ritmi: hanno esaurito le loro scorte e hanno riflettuto su come trasferire gli aumenti di prezzo ai consumatori. Noi di Barry Callebaut abbiamo attuato gran parte degli adeguamenti di prezzo: i nostri clienti hanno ancora un po' di strada da fare in questo senso", conclude il manager con una formazione di ingegnere meccanico.

Barry Callebaut

Barry Callebaut ha sede a Zurigo ed è nata nel 1996 dalla fusione fra la società belga Callebaut e l'impresa francese Cacao Barry, ma si ritiene figlia di una tradizione che ha più di 175 anni. Dal 1998 è quotata alla borsa svizzera. Oggi dispone di 60 stabilimenti in decine di paesi e impiega più di 13'000 persone. L'azienda rifornisce l'intero settore alimentare, dai produttori globali e locali agli artigiani e professionisti quali cioccolatieri, pasticceri, fornai, hotel, ristoranti o ditte di catering. Barry Callebaut è quindi una tipica azienda B2B (business-to-business, cioè un fornitore di altre imprese, non direttamente dei consumatori). Nell'esercizio 2023/2024 (l'ultimo completo: la contabilità aziendale termina a fine ottobre) ha realizzato un fatturato di 10,4 miliardi di franchi e un utile di 191 milioni. Il titolo della società non ha ultimamente dato grandi soddisfazioni agli investitori: dall'inizio di gennaio il corso è sceso dell'11% e negative, nella misura rispettivamente del 30% e del 46%, sono anche le performance sull'arco di uno e cinque anni.