
In futuro, sempre che il Parlamento dia il suo benestare, potrebbe essere lanciato un progetto pilota per un nuovo tipo di Centro federale d'asilo (CFA) che ponga l'accento sull'accoglienza e l'interazione con la società civile, rinunciando in linea di principio a misure privative della libertà e di rigido controllo. È quanto si propone una mozione della consigliera nazionale Greta Gysin (Verdi/TI) che il Consiglio federale raccomanda al Legislativo di accogliere.
I problemi evidenziati
Attualmente, scrive la deputata ticinese, i CFA adottano misure restrittive che limitano fortemente la libertà di movimento e impongono un modello di gestione improntato al controllo. Tale sistema, oltre ad essere costoso, pone anche delle criticità etiche, secondo Gysin, che rinvia al parere della Commissione federale per la prevenzione della tortura. Quest'ultima, prosegue la consigliera nazionale dei Verdi, ha evidenziato in particolare problemi circa il trattamento dei minorenni non accompagnati, al ricorso a misure disciplinari e alla mancanza di alternative all'approccio securitario.
La proposta
Stando alla deputata ecologista, l'esperienza mostra che la stragrande maggioranza degli ospiti dei CFA non causa alcun problema. Aprire un centro alla società civile, creando spazi di socializzazione come un parco giochi, una libreria o un bar, favorirebbe il dialogo con la comunità locale e faciliterebbe l'integrazione dei richiedenti l'asilo. Nell'ambito del progetto pilota, conclude Gysin, si potrebbe inoltre valutare se per quelle poche persone che disturbano ripetutamente la quiete nel centro siano pensabili e opportune soluzioni di assistenza o alloggio specifiche.