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Caso mafia bulgara, MPC fa ricorso contro l'assoluzione di UBS
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Ats
9 ore fa
Il ministero pubblico precisa di essersi rivolto alla Corte d'appello in seguito all'ammissione da parte del Tribunale federale del ricorso di un coaccusato.

Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha presentato ricorso al Tribunale federale contro l'assoluzione di UBS nel caso noto con il nome di mafia bulgara. La banca, che prendeva nella questione il posto di Credit Suisse, è stata assolta dal Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona lo scorso novembre. In una presa di posizione pubblicata oggi, l'MPC conferma informazioni in tal senso pubblicate dalla NZZ. Il ricorso è stato depositato lo scorso 7 marzo.

Perché il ricorso

L'MPC precisa di essersi rivolto alla Corte d'appello in seguito all'ammissione, a inizio gennaio 2025, da parte del Tribunale federale (TF) del ricorso di un coaccusato proprio nel caso della mafia bulgara. Nella sentenza, il TF rimproverava la Corte d'appello del TPF di aver separato dal procedimento principale la vicenda di un impiegato di Credit Suisse condannato in prima istanza e nel frattempo deceduto. Il Ministero pubblico, in seguito a tale decisione, ha chiesto alla Corte d'appello di annullare la propria sentenza, inviando i giudici in carica del dossier di ricusarsi. La Corte d'appello ha risposto di rinunciare a motivare integralmente le proprie scelte e che spetta alle parti in causa fare ricorso al Tribunale federale.

La sentenza del TPF

In novembre il TPF aveva assolto UBS nel caso dei legami dell'ex Credit Suisse con una rete criminale bulgara, attiva in particolare nel traffico di cocaina. Il Credit Suisse era stato condannato in prima istanza, nel giugno 2022, a una multa di due milioni di franchi e al pagamento di un risarcimento di 19 milioni per violazione della responsabilità aziendale in relazione al reato di riciclaggio di denaro qualificato.

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