Corona-leaks
Caso Lauener, Peter Marti non è più procuratore straordinario
Keystone-ats
un anno fa
È stato lo stesso Marti a chiedere di essere sollevato dall'incarico e la domanda è stata accolta.

Peter Marti non è più il procuratore straordinario nel caso Lauener. Lo stesso Marti ha chiesto all'Autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione (AV-MPC) di essere sollevato dal compito e la domanda è stata accolta, si legge in un comunicato odierno.

L'MPC continua da solo

Secondo la nota, ora il MPC continuerà da solo nelle indagine sul caso riguardanti Peter Lauener, ex responsabile della comunicazione di Alain Berset. Marti era stato scelto a inizio 2021 per fare da procuratore straordinario e indagare sul cosiddetto caso Crypto. Quest'ultimo è stato archiviato, ma nel procedimento Marti si è imbattuto in ulteriori fughe di notizie.

Corona-Leaks

La scorsa settimana è emerso che, secondo un'inchiesta interna, nel caso "Corona-Leaks" l'Ufficio federale dell'informatica e della telecomunicazione (UFIT) ha consegnato a Marti un numero di e-mail superiore al consentito. I diritti di Peter Lauener, al centro della vicenda, sono quindi stati violati. Lauener è attualmente sotto indagine per violazione del segreto d'ufficio. È accusato di aver trasmesso informazioni confidenziali a Ringier, editore del Blick, concernenti le decisioni durante la pandemia, in cambio di un trattamento di favore per il suo capo Berset.

Il caso Crypto

La vicenda trae origine - come detto - da un altro episodio che ha destato molto scalpore, il cosiddetto caso Crypto. Secondo i media, la CIA e i servizi segreti tedeschi BND avrebbero per decenni intercettato migliaia di documenti da più di 100 Paesi utilizzando macchine crittografiche della società Crypto di Zugo. L'indagine penale su questo scandalo, pure affidata a Marti, riguardava la violazione del segreto d'ufficio e l'istigazione alla violazione del segreto d'ufficio. Tra gli indagati figuravano Markus Seiler, segretario generale del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e lo stesso Lauener, sospettati di aver passato alla stampa documenti confidenziali. Non sono però emerse prove e pertanto il dossier è stato archiviato.