
Soltanto la metà del personale delle case anziani e di cura è contento del suo stipendio. Un quarto sta valutando di cambiare lavoro. Lo indica uno studio pubblicato oggi dall’Osservatorio svizzero della salute (Obsan) che si riferisce all’anno 2018. Nel frattempo la situazione rischia di essere ancor più allarmante. Malgrado ciò tre anni fa, prima cioè della pandemia di coronavirus, l’84% delle persone interrogate si dichiarava soddisfatto della propria professione. Tale percentuale si trovava anche in altri settori, si legge nel rapporto di Obsan.
Insoddisfatti degli orari di lavoro
Tuttavia, quasi un quarto si mostrava insoddisfatto dei suoi orari di lavoro, mentre il 24% non si sentiva in grado di fornire le cure necessarie. Il 24% degli interpellati si lamentava di essere esaurito, mentre il 22% aveva forti dolori alla schiena e fino al 40% del personale considerava la propria vita privata più o meno compromessa dai suoi carichi di lavoro. Dallo studio emerge inoltre che tanto più il personale curante è formato, quanto più pensa di cambiare impiego. La sua sostituzione non è però facile per le case anziani e di cura, che in almeno il 94% dei casi incontra difficoltà in questo senso.
Migliori stipendi
Per risolvere i problemi evidenziati dal rapporto, gli autori suggeriscono di aumentare gli stipendi e di aggiornare l’immagine della professione. Prevale tuttora la visione obsoleta di una formazione e di un lavoro meno esigente nell’ambito delle cure di lunga durata rispetto alle cure intensive, deplora Daniel Höchli, direttore di Curaviva, associazione di categoria delle istituzioni per persone bisognose di assistenza. Per questo motivo la Confederazione ha incaricato Curaviva, Spitex (organizzazione di aiuto a domicilio) e OdA Santé (associazione di categoria delle professioni sanitarie), nell’ambito della campagna “Fai carriera come persona”, di far conoscere meglio le opportunità e l’attrattiva delle professioni nell’assistenza a lungo termine.
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