Ticino
Canone a 200chf? "Possiamo scordarci la RSI come la conosciamo oggi"
Redazione
un giorno fa
Tra l’iniziativa popolare sul canone, il piano di risparmi “Enavant” e la riduzione già decisa a 300 franchi, RSI e SSR si preparano a rivedere strutture e organizzazione interna.

“Con la metà dei mezzi possiamo scordarci la RSI come la conosciamo oggi, perché non si possono più immaginare delle aziende regionali con un’autonomia di produzione e di mezzi come quella che avevano finora”. È così che Giovanna Masoni Brenni, la presidente della CORSI (la società che rappresenta il pubblico della RSI), si esprime all'assemblea della società sull’eventualità in cui si accolga l’iniziativa che chiede un canone a 200chf. Dal Ticino sono giunte 30'000 firme.

“Dobbiamo trasformare l’azienda”

Se il canone a 200 franchi è un’eventualità, quello a 300 franchi è una realtà decisa dal Consiglio federale ed entrerà in vigore entro il 2029. Dei tagli risultano quindi inevitabili. All’assemblea ha partecipato la nuova direttrice della SSR, Susanne Wille, che ha presentato il piano di risparmi “Enavant”. “Vogliamo costruire una SSR forte, una SSR perenne, con valori come indipendenza e dialogo”, dichiara Wille ai microfoni di Ticinonews, “ma c’era una decisione del Consiglio federale di cambiare il canone e per questo dobbiamo trovare una soluzione, visto che il budget è diminuito del 17% e che la gente oggi utilizza dei media differenti”, spiega la direttrice della SSR.

Il progetto è in divenire

“Il programma è ancora in elaborazione”, aggiunge Masoni Brenni. “È chiaro che forti risparmi ci spingono anche a forti contrasti internamente, ma confidiamo che la versione finale sarà una buona versione”. Inoltre, “c’è ancora da lavorare anche proprio sull’importanza e per l’importanza delle quattro lingue, culture, regioni della Svizzera”, conclude la presidente della CORSI. Nel 2024 la SSR e la RSI hanno però già avviato delle misure di risparmio sull’arco di due anni. A questo riguardo, il direttore della RSI Mario Timbal ci racconta che questo “sta dando gli obiettivi che abbiamo preparato e lo scopo è quello di ultimarlo entro fine del 2025 affinché sia effettivo nel 2026. In due anni”, chiarisce, “a livello regionale, avremmo dovuto tagliare 12 milioni di franchi e questo porta più o meno a una riduzione di 60 effettivi”.

“Non potevamo uscire a ridosso dell’iniziativa”

Nel 2024 la RSI ha anticipato la prima serata TV alle 20.40 e a fine anno sono state spente le frequenze FM. Gli ascolti delle radio RSI sono scesi di circa il 30%. “Sul fronte TV”, spiega Timbal, “da quando abbiamo cambiato il palinsesto serale abbiamo un grosso aumento in quel momento della giornata, che è quello di maggior consumo, che si riflette anche nei dati complessivi”. Sul fronte radiofonico, invece, “si sapeva di “affrontare una discesa” e il direttore della RSI ci racconta di essere “usciti al momento che era stato concordato inizialmente coi privati e con il Consiglio federale e ci siamo trovati in una situazione molto complessa perché dovevamo affrontare un piano risparmio. Non potevamo uscire a ridosso dell’iniziativa che si sapeva sarebbe stata nel 2026”, continua Timbal, “e quindi si è deciso di uscire subito”. Si sa che si tratta di un calo temporaneo “perché a fine 2026 tutte le emittenti dovranno uscire”, però è anche chiaro che “è qualcosa di cui avremmo volentieri fatto a meno”, conclude il direttore della RSI.