
Il Tribunale federale (TF) ha respinto il ricorso di un uomo che chiedeva la restituzione di semi di cannabis: il ricorrente aveva acquistato sementi certificate e legali, ma stagione dopo stagione le sue piante hanno generato semi il cui tenore di THC supera di gran lunga quello consentito (1%).
In una sentenza pubblicata oggi, la Suprema corte ha confermato la posizione del Tribunale cantonale di Berna, secondo cui i semi generati dalle nuove piante violavano la legge sugli stupefacenti e dovevano quindi essere confiscati. Queste sementi, provenienti da arbusti con un contenuto di THC medio dell’1,8%, avrebbero - secondo un esperto consultato dalla corte - sicuramente dato vita a piantine di canapa con un tenore di THC eccessivo.
Secondo il TF, le indicazioni dell’esperto confermano che i semi in possesso del ricorrente non corrispondono a una riproduzione controllata della varietà di cannabis originale. Solo i semi di cannabis certificati possono essere coltivati in agricoltura. Inoltre la riproduzione di queste varietà è strettamente regolamentata e riservata alle organizzazioni statali.
Il ricorrente e il suo socio non erano a conoscenza di queste restrizioni quando hanno generato le prime piante e riutilizzato i semi da esse ottenuti. La loro buona fede è stata riconosciuta e sono stati prosciolti dall’accusa di violazione della legge sugli stupefacenti già nel 2016. Tuttavia, le piantine coltivate sono state confiscate e distrutte. I semi di questa coltura subiranno la stessa sorte.
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