
Rinviato due volte, il processo per la rapina a un furgone blindato avvenuta nel canton Vaud nel 2017, con un bottino record di 40 milioni di franchi, è iniziato stamane davanti alla corte d'assise di Lione (Francia orientale), in assenza di tre dei sei imputati, che sono in fuga.
L'assalto
I fatti risalgono alla mattina del 24 maggio 2017: poco dopo le 03.15 un gruppo di malviventi aveva costretto un furgone blindato diretto a Ginevra, appartenente a una società privata, a fermarsi sull'autostrada A9 nei pressi di Nyon (VD). I rapinatori avevano intimato ai due agenti di scorta di seguirli con il veicolo oltreconfine, fino a Divonne-les-Bains (F), dove avevano divelto le porte del veicolo con l'esplosivo. Erano infine fuggiti con il cospicuo bottino e avevano liberato gli agenti di scorta dopo aver dato alle fiamme il furgone.
L'arresto in una villa
Gli imputati erano stati arrestati poche ore dopo in una villa dell'Alta Savoia: avevano con loro banconote di varie valute stipate in borse, quattro lingotti d'oro e diverse migliaia di pietre preziose, per un valore totale stimato di oltre 40 milioni di franchi. Oltre al bottino, sul posto sono state trovate diverse armi, tra cui cinque fucili d'assalto e vari accessori utilizzati per la rapina. Sugli oggetti sequestrati sono state trovate le impronte del DNA di diversi sospetti. Al momento dell'arresto, erano in compagnia di un settimo uomo, risultato poi essere il proprietario della villa, che si è suicidato in carcere nell'estate del 2018.
Una banda di Lione
I sei uomini, di età compresa tra i 39 e i 54 anni e provenienti per lo più dalla periferia di Lione, sono sotto processo per i capi d'accusa di "furto con arma in banda organizzata e sequestro in banda organizzata", scrive oggi l'agenzia di stampa francese AFP. Cinque sono recidivi e rischiano l'ergastolo, mentre il sesto rischia tra i 20 e i 30 anni di reclusione. Due di loro sono stati condannati a Ginevra nel 2013 rispettivamente a sette e quattro anni di carcere per una rapina all'ufficio postale di Chavanne-de-Bogis (VD), villaggio di confine vodese situato proprio di fronte a Divonne-les-Bains.
Processo già rinviato, tre in fuga
Il loro processo è stato rinviato due volte: nel 2021 perché uno degli imputati aveva contratto il Covid e un anno fa perché la metà di loro era assente, avendo approfittato della loro liberazione sotto sorveglianza giudiziaria per fuggire. All'epoca, il tribunale ritenne "necessario processare i sei imputati insieme". Nonostante un mandato di arresto internazionale, i tre non sono stati rintracciati e il processo è iniziato senza di loro.
Due ammettono, il terzo nega
Dei presenti, due hanno ammesso di aver preso parte alla rapina e a vari aspetti della sua preparazione, tra cui il furto, la ricettazione di veicoli rubati e l'incendio del furgone. Il terzo, arrestato alla guida di un furgone con gran parte del bottino mentre lasciava la villa che fungeva da base posteriore del gruppo, nega qualsiasi coinvolgimento nell'attacco stesso.
Gli attacchi ai portavalori
Quello della rapina a Nyon è solo uno di una serie di attacchi spettacolari a corrieri di denaro in Svizzera attribuiti a criminali con sede a Lione. Negli ultimi otto anni, almeno otto rapine o tentativi di rapina sono stati commessi in vari cantoni.