Vacanze
Booking.com, tra dipendenza e opportunità: il dilemma degli hotel svizzeri
©Chiara Zocchetti
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Keystone-ats
2 giorni fa
Gli hotel svizzeri lamentano una dipendenza eccessiva da Booking, ma riconoscono la visibilità internazionale. Cercano ora azioni collettive per condizioni più eque, mentre consigliano di puntare su prenotazioni dirette per ridurre il legame.

Gli hotel svizzeri versano ogni anno milioni di franchi in commissioni a Booking.com, piattaforma che negli anni è diventata per loro tanto “una maledizione quanto una benedizione”. Da un lato, infatti, gli albergatori lamentano una crescente dipendenza, dall’altro riconoscono l’importanza della visibilità internazionale e della semplicità del sistema di prenotazione.

Booking in Svizzera

Entrata nel mercato elvetico nel 2001 con commissioni del 2%, "Booking.com applica oggi tariffe tra il 12 e il 18%, che possono arrivare al 30% con servizi aggiuntivi", rileva HotellerieSuisse, che sottolinea come "gli hotel svizzeri versano circa 150 milioni di franchi l’anno, tre quarti dei quali finiscono nelle casse della piattaforma". La fine della clausola di parità tariffaria "non ha migliorato la situazione": secondo il direttore di HotellerieSuisse, Christian Hürlimann, Booking.com "continua a esercitare pressioni indirette".

La replica

Dati, quelli sopracitati, contestati dalla stessa Booking.com, la quale specifica che "tali affermazioni sono errate. La nostra commissione standard in Svizzera è pari al 12% ed è rimasta invariata sin dal nostro ingresso nel mercato svizzero". I dati citati dall'associazione alberghiera "sono errati, così come lo è l'affermazione relativa al 30% dei casi in cui i partner ricettivi utilizzano servizi aggiuntivi da noi forniti; in tali casi la commissione è nettamente inferiore".

Chieste condizioni più eque

Il settore guarda ora a un’azione collettiva europea per ottenere condizioni più eque e un risarcimento danni, ma parallelamente l’associazione consiglia agli hotel di ridurre la dipendenza puntando su prenotazioni dirette, ad esempio offrendo vantaggi esclusivi sul proprio sito. “Se un albergo replica alle richieste solo dopo dodici ore, è troppo tardi”, avverte Hürlimann. Per Christian Laesser, professore di economia a San Gallo, Booking.com è un classico esempio di economia di rete: più utenti ha, più diventa attraente. Non vede però un monopolio, bensì un oligopolio con pochi grandi operatori. Molti clienti, aggiunge, usano la piattaforma in questione per cercare, ma poi prenotano direttamente, “perché sanno di avere più margine di trattativa”. La società respinge tuttavia le accuse e sottolinea che i prezzi riflettono il valore offerto agli hotel: un pubblico globale, assistenza multilingue e un sistema rapido. Intanto amplia la propria offerta con voli, attrazioni e trasporti, rafforzando un modello che potrebbe rendere la dipendenza degli alberghi ancora più marcata in futuro.