Svizzera
BL: 30 anni da catastrofe Schweizerhalle, non ancora archiviata
Redazione
9 anni fa

La catastrofe di Schweizerhalle (BL) avvenuta 30 anni fa a causa di un violento incendio che distrusse il deposito chimico della Sandoz e provocò un grave inquinamento del Reno, continua a tenere occupate le autorità e la popolazione. Misurazioni al suolo nella zona del rogo rivelano ancora tracce del prodotto fitosanitario oxadixil. All'inizio del 2017 verrà fatta una nuova valutazione dei danni. Il primo novembre 1986, poco dopo la mezzanotte, la regione di Basilea si era svegliata al suono delle sirene: il Reno era tinto di rosso e nell'aria c'era un odore acre. Un incendio aveva distrutto a Schweizerhalle (BL) l'hangar 956 della Sandoz, che conteneva 1300 tonnellate di prodotti agrochimici. Ci furono numerose esplosioni, con fiamme che si alzarono per decine di metri. Più tardi si venne a sapere che l'odore penetrante che aveva infestato la regione era quello del mercaptano, un composto organico solforato utilizzato nelle sintesi organiche o come sostanza odorizzante per il gas naturale. I pompieri lottarono per oltre cinque ore per domare le fiamme. Centinaia di migliaia di litri d'acqua con sostanze inquinanti finirono nel Reno, uccidendo 150'000 pesci. Nei giorni che seguirono la catastrofe più di 1200 persone si recarono dal medico. Soffrivano per la maggior parte di disturbi della respirazione e di irritazioni agli occhi. Ancor più frequenti furono tuttavia i sintomi psicologici. Una settimana dopo l'incendio, oltre 10'000 persone sfilarono per le strade della città renana per manifestare i loro timori e la loro collera. Per l'industria chimica basilese ci sono voluti anni prima di riottenere la fiducia della popolazione. A 30 anni dalla catastrofe tracce del pesticida oxadixil sono ancora rilevabili nel suolo, ha detto all'ats Alberto Isenburg, responsabile dell'ufficio per la protezione dell'ambiente e dell'energia per la regione di Basilea. Rimarrà così per lungo tempo, ha aggiunto. Le ditte che continuano a effettuare misurazioni nella zona dell'incendio devono fornire nuovi risultati nel gennaio 2017, ha affermato Isenburg. In seguito verrà condotta un'ulteriore valutazione sui siti contaminati per stabilire se le misurazioni debbano essere proseguite o se siano da considerarsi concluse o se si debbano prendere ulteriori provvedimenti per il risanamento del terreno. Il suolo inquinato fu decontaminato fino a una profondità di undici metri, indicò l'Ufficio federale dell'ambiente. Il luogo fu inoltre coperto con una lastra di calcestruzzo. La catastrofe chimica di Schweizerhalle diede l'impulso alla ordinanza sulla protezione contro gli incidenti rilevanti e l'elaborazione del catasto dei rischi. Inoltre fu stabilito che nei pressi di impianti industriali dovessero essere costruiti bacini d'acqua per lo spegnimento di incendi. Il Reno si è ripreso dalla catastrofe in modo sorprendentemente veloce ed è oggi più pulito di prima dell'incidente. Per la direzione della Sandoz l'incendio non ha avuto conseguenze: non fu dimostrata nei suoi confronti alcuna responsabilità. Vennero invece condannati due pompieri per aver lasciato riversare nel Reno le acque utilizzate per lo spegnimento delle fiamme. Dopo la catastrofe, Sandoz ha pagato risarcimenti per un ammontare di 43 milioni di franchi. Nel 1996 l'impresa si è fusa con Ciba-Geigy portando alla nascita di Novartis.

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