
Il Consiglio federale intende aumentare le scorte obbligatorie di derrate alimentari in modo da durare fino al raccolto successivo. A tale scopo il governo ha posto in consultazione fino a oggi (venerdì) la modifica dell'ordinanza. Non tutti però sembrano essere d'accordo.
Lo scopo è garantire gli approvvigionamenti fino a 12 mesi
Al momento, se dovessimo trovarci in una situazione di grave penuria della durata di tre o quattro mesi, l'approvvigionamento della popolazione dovrebbe avvenire attingendo esclusivamente alle scorte obbligatorie, spiega il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) in un comunicato. Con l'ampliamento delle scorte, basandosi sulla stabilità dei raccolti, l'approvvigionamento potrebbe essere garantito fino a 12 mesi, a un livello ridotto, grazie alla combinazione fra scorte e produzione interna.
Stime e costi
Per raggiungere questo obiettivo, il volume delle scorte obbligatorie di cereali deve essere aumentato quasi del 50% mentre quello dei grassi e degli oli commestibili circa del 25%. Questo incremento implica anche un aumento delle capacità di stoccaggio dei proprietari privati di scorte obbligatorie i cui costi annuali sono stimati a 17 milioni di franchi. A questa somma si aggiunge il costo una tantum dell'ampliamento delle riserve di 84 milioni di franchi, precisa il DEFR.
Réservesuisse e Economiesuisse non sono convinte
Réservesuisse, la cooperativa che fornisce servizi in relazione all'importazione, allo stoccaggio e alla lavorazione di derrate alimentari e alimenti per animali, dal canto suo non vede di buon occhio una modifica dell'ordinanza. A suo avviso, l'attuazione del progetto "non è compatibile con i processi operativi" e ritiene che non vi siano "garanzie sulla redditività delle infrastrutture di stoccaggio". Anche Economiesuisse, che rappresenta decine di migliaia di imprese, dubita dell'accuratezza della valutazione delle riserve obbligatorie. Tuttavia, l'associazione è generalmente favorevole ad un'estensione delle riserve minime qualora fosse necessario.
L’USC per il momento non si sbilancia
L'Unione svizzera dei contadini (USC) ha chiesto invece una proroga per depositare la sua presa di posizione in merito.