Svizzera
Bene gestione crisi, ma emerse criticità
Keystone-ats
2 anni fa
Un rapporto esterno commissionato dall’UFSP rileva che Confederazone e Cantoni hanno risposto per lo più in modo adeguato alla minaccia Covid, ma non mancano alcune critiche, come le chiusure delle scuole decise nella primavera del 2020

La Confederazione e i Cantoni hanno sostanzialmente gestito bene la pandemia e hanno per lo più risposto in modo adeguato alla minaccia rappresentata dal Covid-19. Tuttavia, la preparazione alla crisi è stata in parte insufficiente e in singoli settori la fase iniziale non è stata gestita in modo ottimale. È quanto emerge da una valutazione esterna affidata alla società Interface Politikstudien, commissionata dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) nel 2020, sulla gestione della pandemia fino all’estate 2021. Un rapporto di cui riferisce oggi lo stesso UFPS, a seguito del quale sono state formulate una serie di raccomandazioni all’UFSP.

Gli ambiti analizzati
La valutazione della prima fase pandemica fino all’estate 2021 mirava in particolare a stabilire se la Confederazione, nello specifico l’UFSP, e i Cantoni avessero reagito in modo tempestivo e adeguato alla minaccia rappresentata dal Covid-19 e a capire quale fosse il potenziale di miglioramento nella preparazione e nella gestione della crisi. Per la valutazione sono stati analizzati in particolare cinque ambiti tematici: la ripartizione delle competenze tra la Confederazione e i Cantoni, la disponibilità e l’utilizzo dei dati digitali, il ruolo e la responsabilità nella comunicazione con la popolazione, l’utilizzo delle competenze professionali dei portatori di interessi e la messa a disposizione di capacità di trattamento.

I pro
La valutazione, come detto, è giunta alla conclusione che, nella maggior parte dei casi, la reazione di Confederazione e Cantoni alla crisi è stata appropriata e, salvo eccezioni, tempestiva. “La Svizzera ha saputo fornire con successo l’assistenza sanitaria fondamentale: il sistema non è collassato e, a quanto noto, nelle unità di cure intense non è stato necessario eseguire triage dei pazienti a causa del Covid.19”, si legge nel rapporto riassuntivo. Inoltre, la popolazione ha dimostrato un consenso relativamente ambio riguardo ai provvedimenti adottati e la legge Covid è stata approvata con il 60% dei voti favorevoli il 13 giugno 2021. Anche il Tribunale federale ha confermato “l’appropriatezza di diversi provvedimenti”.

I contro
Tra i punti considerati meno appropriati ci sono i provvedimenti intrapresi all’inizio della pandemia per proteggere le persone particolarmente a rischio (anziani e ospiti di case per anziani, di cura e istituti di assistenza). “Le rigide misure di protezione concretizzate in divieti di uscita e di visita hanno causato grandi sofferenze agli ospiti e ai loro familiari, scatenando talvolta conseguenze negative per la salute delle persone colpite”, si legge nel rapporto. “Come causa principale di questo problema è stata individuata la mancanza di preparazione alla crisi da parte di Confederazione, Cantoni e istituzioni colpite”. Riserve vengono espresse anche sulla decisione di chiudere le scuole durante il primo confinamento nella primavera del 2020. “Ciò ha causato forti pressioni sui genitori nonché su bambini e adolescenti, molti dei quali hanno subito ripercussioni talvolta decisive nel loro percorso educativo. Tuttavia, nel confronto internazionale, la chiusura delle scuole in Svizzera è durata meno rispetto ad altri Paesi”. Dubbi infine sono stati espressi circa il divieto di eseguire interventi non urgenti. “In ragione della loro responsabilità nell’ambito dell’assistenza sanitaria, i Cantoni sono tuttavia tenuti a far sì che, in caso di bisogno, interventi di questo tipo siano rimandati in favore di quelli urgenti”, rileva il rapporto.

Le raccomandazioni
In merito alle raccomandazioni all’UFSP si consiglia in generale di prepararsi meglio a livello organizzativo all’eventualità di una nuova crisi. A tale scopo, vanno garantite le risorse necessarie e condotte regolarmente esercitazioni per la gestione delle crisi. L’UFSP dovrebbe anche provvedere affinché i principali attori siano sistematicamente coinvolti nella preparazione delle decisioni e nell’attuazione delle misure, in modo da migliorarne qualità e accettazione. In caso di pandemia, l’UFSP dovrebbe inoltre partire da un piano più ampio di salute e tenere maggiormente conto degli effetti indiretti delle misure, come quelli sulla salute mentale. Infine, l’UFSP dovrebbe, insieme ai Cantoni e ad altri attori, promuovere e disciplinare in modo vincolante la digitalizzazione e la gestione dei dati nel sistema sanitario.

Qualcosa è già stato fatto
La valutazione si riferisce alla prima fase acuta della pandemia, durante la quale l’organizzazione di crisi ha dovuto prendere forma e consolidarsi. Già in questa fase sono state adottate misure di miglioramento, per esempio nel campo della digitalizzazione, rileva l’UFSP. Quest’ultimo ha migliorato il sistema di dichiarazione e ha messo a disposizione del pubblico le cifre chiave essenziali della pandemia su una dashboard. Sta inoltre sviluppando un portale informativo su tutte le malattie a dichiarazione obbligatoria. Sono necessari ulteriori interventi, per esempio sul fronte dello sviluppo di sistemi di dichiarazione automatica tra diversi attori.

Altre misure
Nella definizione delle misure di protezione l’importanza della salute mentale è stata presa in considerazione già dopo poco tempo. A differenza di molti Paesi vicini, sono stati adottati dispositivi di misure meno severi, anche perché si è tenuto conto di aspetti sociali ed economici. L’UFSP ha lanciato una campagna per evidenziare l’impatto della crisi sulla salute mentale. In parallelo sono state promosse offerte di sostegno per le persone colpite. L’UFSP utilizzerà le conoscenze acquisite grazie a questa valutazione nel quadro della revisione della legge sulle epidemie e del piano pandemico nazionale che si concluderà entro il 2024.

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