Live Federali
Beat Jans succede ad Alain Berset in Governo
2 anni fa
Tutti gli aggiornamenti in diretta sull'elezione del Consiglio federale.

Oggi, a Palazzo federale, sono stati eletti i nuovi consiglieri federali. Le Camere, ovvero i 200 rappresentanti del Consiglio Nazionale e i 46 degli Stati, hanno scelto il volto del nuovo Governo. Ad eccezione del socialista Alain Berset, tutti i "ministri" si sono ripresentati. E tutti e sei sono stati rieletti. Il nuovo Esecutivo è dunque composto da Guy Parmelin (UDC), Ignazio Cassis (PLR), Viola Amherd (Centro), Karin Keller-Sutter (PLR), Albert Rösti (UDC), Elisabeth Baume-Schneider (PS) e infine, dal socialista Beat Jans, che ha preso il posto di Berset.

2 anni fa
Jans in Governo, le reazioni della Deputazione ticinese
Successo della formula magica alle elezioni tabilità, continuità e concordanza tra i partiti in governo. I parlamentari ticinesi a Berna soddisfatti dei risultati, ad eccezione di Greta Gysin.

Le elezioni di oggi in Consiglio federale hanno dato un chiaro segnale di stabilità, continuità e concordanza fra i vari partiti in governo. La formula magica relativa alla distribuzione dei seggi è stata infatti mantenuta, con la soddisfazione di tutti i partiti, esclusion fatta per i Verdi che non si sono aggiudicati un seggio. Il vicedirettore del Corriere del Ticino Gianni Righinetti ha raccolto le voci della Deputazione ticinese a Berna a seguito dei risultati. 

Storni: "I Verdi a Berna? Una missione impossibile"

“È andata un po’ come previsto, non mi aspettavo grandi cambiamenti anche perché a Berna c’è stabilità", sostiene Bruno Storni, consigliere nazionale socialista. E la rielezione di Elisabeth Baume-Schneider (PS) fra i consiglieri federali ne è una conferma, “anche se è fortemente attaccata dall’UDC, ma verso i consiglieri federali socialisti è sempre stato così”. Oltre a Baume-Schneider, è stato eletto uno dei due nomi presenti sul ticket socialista, ovvero Beat Jans, “il candidato con più esperienza, che ha fatto una buona elezione". Un risultato ottenuto al terzo turno, mentre Daniel Jositsch – "il candidato che non piaceva al PS" –  si è piazzato secondo. Solo terzo Jon Pult, il secondo nome presente sul ticket: qualcosa non ha quindi funzionato? “Non ha funzionato perché Jositsch non è stato trattato bene dalla sua sezione. Non metterlo sul ticket non è stata una decisione giusta, ma la maggioranza nel nostro gruppo conta. Eleggendolo, per la destra è stata sicuramente un’occasione per darci una pedata negli stinchi”.  Dall’altro lato i Verdi potrebbero dire che la pedata negli stinchi l’hanno ricevuta loro, e proprio dai socialisti. Il PS ha infatti deciso di non sostenerli, con la possibile messa a repentaglio dell’alleanza rosso-verde. Per Storni, tuttavia, "non ci saranno strascichi, anche perché mettere un verde in consiglio federale è una missione impossibile. Vederli in Consiglio federale sarebbe piaciuto anche a me, ma bisogna essere realisti: i numeri non c’erano, quindi questa candidatura – anche un po’ improvvisata e con un solo candidato – non ha scaldato gli animi, soprattutto dalla nostra parte. Il candidato aveva addirittura meno chances di quelle che aveva Regula Rytz quattro anni fa. Il sostegno da parte del nostro gruppo è infatti stato minimo”, ha concluso il consigliere nazionale socialista.

Gysin: “Abbiamo assistito a una dimostrazione di potere”

Il tentativo di attacco da parte dei Verdi al seggio di Ignazio Cassis non è andato a buon fine. Un attacco, precisa la deputata dei Verdi Greta Gysin, non rivolto direttamente al consigliere federale ticinese, bensì “al secondo seggio liberale. Il PLR è sovrarappresentato in Governo”, sostiene l'ecologista. Oggi, secondo Gysin, “abbiamo assistito a una dimostrazione di potere, a una forte volontà di mantenete il potere da parte dei partiti che siedono in Consiglio federale. Comprensibile forse sul corto termine, dal loro punto di vista, ma non credo sia nell’interesse della Svizzera e dell’elettorato”. I 'cugini' socialisti hanno deciso di non sostenere l’attacco ecologista al secondo seggio liberale. Cosa succederà adesso? “Non penso che a livello tematico ci saranno delle conseguenze, dato che abbiamo sempre lavorato bene con il PS”, risponde Gysin. Tuttavia “credo che la decisone odierna dei socialisti di difendere il cartello del potere che siede in Governo avrà giocoforza delle conseguenze sulla nostra collaborazione. Non so dire di che tipo, ma negli ultimi anni noi ci siamo sempre comportati in maniera trasparente, sostenendo il PS quando aveva bisogno. Oggi questo invece non è successo. Evidentemente ci saranno delle conseguenze”.

Fonio: "Nessun partito ha voluto mettere in discussione i seggi"

Per Giorgio Fonio (Il Centro) è stata la prima occasione per votare il nuovo Consiglio federale. L’emozione più grande riguardava questo voto oppure la rielezione della propria consigliera federale Viola Amherd? “Essere qui a Berna e poter votare il nostro Governo è stata un’emozione molto forte. C'è sicuramente soddisfazione anche per la rielezione di Amherd con oltre 100 voti. È una consigliera federale apprezzata anche dalla popolazione e il voto di oggi ne è la conferma. Stessa cosa per quanto riguarda l’apprezzamento dall’Assemblea federale nei suoi confronti”. In merito al tentativo dei Verdi di portare un proprio consigliere federale e quindi scardinare la formula magica, secondo Fonio c'erano poche chances. "Non ho avuto grandi sensazioni che il candidato verde potesse riuscire a raggiungere il Consiglio federale, anche perché oggi tutti i partiti presenti i governo hanno parlato di stabilità e concordanza. Inoltre, se c’è un partito che oggi poteva ambire al secondo seggio era Il Centro, che alla luce degli ultimi risultati elettorali ha superato il partito liberale radicale. Ma nel segno della stabilità e della concordanza, il presidente Gerhard Pfister e il capogruppo Philipp Matthias Bregy hanno indicato che non sarebbe stato attaccato il seggio PLR, quindi risulta ancora più difficile l’attacco dei Verdi”.

Farinelli su Cassis: "Miglior risultato possibile"

“La rielezione di Ignazio Cassis era attesa e devo dire che il risultato è stato ottimo”, dice soddisfatto il consigliere nazionale PLR Alex Farinelli, secondo cui, tenendo anche conto anche dell'attacco dei Verdi, il risultato ottenuto "era il migliore possibile". Sulla base di quanto deciso oggi a Berna, c’è chi potrebbe approfittare del fatto che socialisti e verdi sembrino essere in combutta: uno scenario che vedrebbe il fronte borghese – PLR compreso – trarne un certo beneficio. “Quello che succede in casa verdi e socialisti a me interessa poco", risponde Farinelli. "Per me era chiaro fin dall’inizio che c’erano delle regole del gioco, a cui i socialisti si sono attenuti. Abbiamo poi capito che dovevano comunque dare un contentino anche ai loro alleati, e quindi qualche voto socialista è andato al candidato Gerhard Andrey. Quanto uscito oggi dall’Assemblea federale è però un segnale molto chiaro sia verso la stabilità sia verso le minoranze linguistiche”. Per Farinelli far fuori Cassis “sarebbe stata la messa in discussione del seggio di una minoranza linguistica, ma il forte segnale dell’Assemblea era chiaro: non vogliamo metterlo in discussione”.

Gianini: "Cassis oltre le aspettative"

La votazione di Karin Keller-Sutter ha visto ben 176 voti, mentre quella di Cassis 167. Un punteggio sicuramente ottimo per il ticinese, ma deludente rispetto alle aspettative quello di Keller-Sutter. Un pensiero condiviso anche dal consigliere nazionale PLR Simone Gianini, secondo il quale “il risultato di Cassis è andato oltre le aspettative, mentre per Keller Sutter questo non si è verificato. Bisogna però ammettere che l’attacco diretto al seggio PLR, quindi ai due seggi che abbiamo in Consiglio federale, ha fatto sì che i nostri due consiglieri federali non facessero il risultato più brillante della giornata. Il nostro partito ha inoltre chiesto e ottenuto che tutti si attengano alle regole non scritte della concordanza e della formula magica, che va rispettata, in modo che tutti i candidati facessero delle ottime votazioni, penso in particolare a Guy Parmelin”. Quello che è essenziale per il PLR è che il partito mantenga due seggi in Consiglio federale: un obiettivo al momento mantenuto, che dà sollievo a un partito che non era andato così bene nelle elezioni federali.

Quadri: “Cassis? Meno peggio di un verde”

“Rimango critico nei confronti di Ignazio Cassis, ma è meno peggio di un verde. Un ecologista al posto di un PLR, un terzo esponente di sinistra, non era un’opzione”. Così il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri ha commentato la riconferma del ticinese nell’Esecutivo. Ampliando il discorso sulla votazione di oggi, la decisione dei socialisti di non sostenere i Verdi nel loro attacco al secondo seggio liberale potrebbe creare tensioni nell’area rossoverde, a vantaggio del Gruppo UDC. “Bisognerà vedere se queste rotture sono vere o di facciata, per fare scena”, commenta Quadri. “La situazione è ancora un po’ da valutare. È chiaro che se il fronte di sinistra si frammenta, quello di ‘destra’ ha da guadagnarci e questo a tutti i livelli istituzionali”.

Regazzi: “Al prossimo seggio vacante cercheremo di riconquistarlo”

Il Centro ha mantenuto la sua promessa. Negli scorsi giorni il partito aveva ribadito a più riprese che non sarebbe andato all’attacco del seggio di Ignazio Cassis e così è stato. “Che siamo affidabili spero non sia una sorpresa, lo abbiamo dimostrato anche in passato”, commenta il consigliere agli Stati centrista Fabio Regazzi. Ma se questa elezione è andata così, “alla prossima vacanza di uno scranno liberale radicale è probabile che, se i presupposti saranno dati, noi cercheremo di riconquistare il secondo seggio”. Non si attacca infatti la poltrona di un ‘ministro’ che si ripresenta, “per una questione di stabilità e perché abbiamo visto in passato cosa succede, ma alla prossima vacanza questa regola, ovviamente, non ci sarà più”, conclude Regazzi.

Chiesa: "I voti dell'UDC hanno garantito la stabilità del Paese"

Per l’UDC è andato tutto liscio, con entrambi i suoi due consiglieri federali rieletti. Una strada quindi in discesa per i democentristi che in merito alla successione di Berset si erano raccomandati di votare i due nomi socialisti presenti nel ticket. Una raccomandazione rispettata? Per il consigliere agli Stati UDC Marco Chiesa “il partito ha garantito la stabilità del Paese con un voto di concordanza tramite il sostegno a quelli che sono i consiglieri federali uscenti. Credo che anche i risultati di Guy Parmelin e Albert Rösti testimoniano fra le varie cose la bontà del loro lavoro, con dati in crescita per quanto riguarda il loro apprezzamento in Assemblea federale. Quindi non posso che essere contento per loro e felice per il partito”.

2 anni fa
“Sono aperto a tutti i Dipartimenti”
A poche ore dall'elezione il neo eletto Beat Jans è apparso in un incontro con i media, dichiarando che "farà tutto il possibile per essere il miglior consigliere federale possibile".

“C'è un grosso compito che mi spetta. La responsabilità è grande e le sfide sono enormi, cercherò di essere il migliore consigliere federale possibile”. Così Beat Jans si è espresso oggi di fronte ai media nella sua prima conferenza stampa in qualità di consigliere federale. Il basilese si è mostrato aperto di fronte alle domande dei giornalisti, ai quali ha riconosciuto un ruolo importante nel svolgere il loro compito di critica anche nei confronti del Consiglio federale in un sistema democratico come il nostro.

I voti attribuiti a Jositsch

Riguardo al collega non ufficiale del ticket socialista, il consigliere agli Stati zurighese Daniel Jositsch, Jans non si è detto sorpreso dei tanti voti che ha ottenuto. “Sapevo che avrebbe fatto un buon risultato, ma lui stesso sapeva che non sarebbe stato eletto. Trovo che sia un eccellente consigliere agli Stati e giocherà un ruolo importante per il nostro paese. Resteremo amici in futuro”.

Massimo rispetto per Berset

Per quanto riguarda il consigliere federale uscente Alain Berset, Jans ha espresso parole di lodi nei suoi confronti. “Sono pieno di rispetto per la maniera in cui ha diretto il paese durante la pandemia. Quello che ha fatto è incredibile. Il paese gli deve molto. Ora non voglio accentuare cosa mi differenzia da lui, per me è importante restare chi sono e apportare i miei valori, che sono molto simili a quelli di Alain Berset all'interno del Consiglio federale”.

La ripartizione del Dipartimenti

Nei prossimi giorni i membri del Governo discuteranno della ripartizione dei Dipartimenti, con quello dell’interno che rimane vacante dopo l’uscita di scena di Berset. Jans si è detto aperto “a tutti i Dipartimenti”. Nel caso in cui dovesse ricevere quello di Berset, è soprattutto il tema della sanità quello più scottante, con i premi di cassa malati e i costi sanitari in continua ascesa. “È un compito che affronterò insieme al Governo, agli esperti e ai gruppi di interesse. E nella sanità sappiamo che ce ne sono molti. Contano poi anche le votazioni popolari che si terranno a giugno e che determineranno la politica del Consiglio federale”. A tal proposito, ha aggiunto Jans, per prepararsi al dossier “saprò cosa fare durante le vacanze di Natale”.

Il dossier UE

Per quanto riguarda il dossier UE, Jans si è detto fiducioso che ora si vada avanti con i negoziati. Tuttavia, la questione della protezione dei salari deve essere chiarita affinché il pacchetto ottenga il sostegno di un'ampia maggioranza. Jans ha auspicato che farà il possibile per trovare una soluzione con le parti sociali.

Il ruolo della moglie

Alla fine Jans - dopo aver ringraziato una volta ancora il "concorrente" ufficiale Jon Pult per il quale le sue porte saranno sempre aperte - ha parlato del suo rapporto con la moglie Tracy, con la quale ha avuto due figlie e del ruolo da lei avuto nella sua carriera politica. "Mia moglie è un pilastro e importante per me come persona e sono contento che voglia rimanere al mio fianco nei prossimi anni".

Appartamento a Berna, ma il centro resta Basilea

"Nelle prossime settimane cercherò un'abitazione a Berna", ha aggiunto ancora il neo eletto consigliere federale, precisando tuttavia che il centro dei suoi interessi resterà Basilea Città, che dopo 50 anni è tornata ad avere un rappresentante in Governo. Anche se Jans ha tenuto a ribadire di voler essere un consigliere federale per tutto il Paese.

2 anni fa
Viola Amherd eletta presidente Confederazione per il 2024
©Gabriele Putzu
©Gabriele Putzu
È stata eletta con 158 voti su 204 schede. È la sesta donna a presiedere la Confederazione.

Viola Amherd sarà la Presidente della Confederazione per il 2024. L'Assemblea federale l'ha eletta oggi con 158 voti su 204 schede valide. La sua vice sarà Karin Keller-Sutter. Nel suo discorso pronunciato a Camere riunite, Amherd ha parlato della montagna di lavoro che l'attende, e della speranza che questa "non superi il Cervino". Tra i temi importanti che saranno all'ordine del giorno, la vallesana ha citato le relazioni con l'Unione europea: "sono convinta che per la Svizzera una buona collaborazione sia essenziale. Ci guadagneremo in sovranità", ha affermato. Più in generale, Amherd ha definito il federalismo "un elemento essenziale del successo della Svizzera". La decentralizzazione delle competenze ci rende robusti, ha sottolineato. Il compromesso - che la consigliera federale ha simboleggiato con la fondue moitié-moitié - fa inoltre parte del nostro DNA, ha sottolineato . "Mi impegnerò a trovare risposte comuni", ha aggiunto.

La migliore e la peggiore votazione

L'elezione del presidente della Confederazione è un rituale dall'esito scontato, che si ripete ogni anno il secondo mercoledì della sessione invernale delle Camere federali. Dà però la temperatura del gradimento di un ministro fra i parlamentari sulla base dei voti ricevuti. Il risultato di Amherd non è quindi particolarmente brillante, anche se in linea con quello dei suoi due predecessori: l'anno scorso Berset ottenne 140 voti, due anni fa Ignazio Cassis ne ricevette 156 voti. La peggiore elezione alla presidenza fu però realizzata da Micheline Calmy-Rey nel 2011 quando ricevette soltanto 106 voti, mentre il record è detenuto da Jean-Pascal Delamuraz e Ueli Maurer, entrambi ottennero 201 voti rispettivamente nel 1988 e nel 2018.

La sesta donna

Con Amherd, il canton Vallese sarà rappresentato per la quinta volta alla testa della Confederazione. L'ultimo a ricoprire la carica è stato Pascal Couchelin nel 2008. A 61 anni, la vallesana è la sesta donna a presiedere la Confederazione dopo Ruth Dreifuss (1999), Micheline Calmy-Rey (2007 e 2011), Doris Leuthard (2010 e 2017), Eveline Widmer-Schlumpf (2012) e Simonetta Sommaruga (2015 e 2020).

La carriera politica di Amherd

Nata nel 1962, avvocatessa e notaia, nubile e senza figli, Amherd ha cominciato l'attività politica con l'allora PPD (ora Alleanza del Centro) nel 1992, con l'elezione nell'esecutivo comunale di Briga. Diventa vicesindaca nel 1996 e sindaca dal 2000 al 2012. Nel 1999 è in lizza per la successione in Consiglio di Stato del socialista Peter Bodenmann. Viene battuta dal socialista Thomas Burgener e manca l'occasione di diventare la prima donna nell'esecutivo cantonale vallesano. Anche a livello federale entra in politica dalla porta di servizio: arriva in Consiglio Nazionale nel 2005, come prima subentrante sulla lista PPD per rimpiazzare Jean-Michel Cina, eletto in Consiglio di Stato. Il 5 dicembre 2018 viene eletta il Consiglio federale, dove dal primo gennaio dell'anno seguente dirige il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS).

Karin Keller-Sutter nuova vicepresidente Consiglio federale

La consigliera federale Karin Keller-Sutter (PLR/SG) è stata eletta vicepresidente del Consiglio federale per il 2024, con 138 voti su 196 schede valide. Ecco l'esito dello scrutinio:

Schede distribuite
240
Schede rientrate
240
Schede bianche
41
Schede nulle
3
Schede valide
196
Maggioranza assoluta
99

Karin Keller-Sutter è eletta vicepresidente del Consiglio federale con 138 voti. Hanno ricevuto voti: Albert Rösti (UDC/BE) 18, Elisabeth Baume-Schneider (PS/JU) 16, Ignazio Cassis (PLR/TI) 10, Beat Jans (PS/BS) 10, Guy Parmelin (UDC/VD) 4. La seduta dell'Assemblea federale terminerà tra poco, dopo il discorso della presidente della Confederazione per il 2024 Viola Amherd.

2 anni fa
Il sistema dei ticket è rimesso in discussione
È quanto evidenziano i vertici dei partiti dopo che il consigliere agli Stati Daniel Jositsch ha ricevuto più voti del consigliere nazionale Jon Pult, nonostante quest'ultimo fosse uno dei due candidati ufficiali del partito socialista per sostituire in governo il partente Alain Berset.

L'elezione odierna del Consiglio federale ha rimesso in discussione il sistema dei ticket. È quanto evidenziano i vertici dei partiti dopo che il consigliere agli Stati Daniel Jositsch ha ricevuto più voti del consigliere nazionale Jon Pult, nonostante quest'ultimo fosse uno dei due candidati ufficiali del partito socialista per sostituire in governo il partente Alain Berset. In futuro, sarà ancora più difficile stabilire un ticket e fare in modo che l'Assemblea federale lo rispetti, ha dichiarato il presidente del Centro Gerhard Pfister. Ad esempio, nelle prossime elezioni potrebbe essere che questi si trasformino in semplici raccomandazioni, ha detto lo zughese in un'intervista concessa dai vari leader dei partiti alla televisione svizzerotedesca SRF.

Schede Jostisch

Non tutta la destra si è attenuta a quanto promesso, ha accusato la co-presidente del PS Mattea Meyer, riferendosi alle numerose schede ottenute da Jositsch. "Alla fine abbiamo eletto qualcuno che era sul ticket", ha replicato il numero uno dell'UDC Marco Chiesa, parlando del neo consigliere federale Beat Jans. Il "senatore" ticinese ha ipotizzato che i consiglieri agli Stati abbiano votato per il loro collega alla Camera dei Cantoni. Il presidente del PLR Thierry Burkart ha assicurato che praticamente tutti i voti dei liberali-radicali sono andati a uno dei due nomi presenti sul ticket. Stando all'argoviese, l'Assemblea federale si è espressa in favore della continuità e della stabilità. "Credo che il sistema si sia dimostrato valido", ha affermato alla SRF.

Candidatura Verdi

Sul tavolo anche la candidatura dei Verdi, con il presidente del partito Balthasar Glättli che ha parlato di situazione mai verificatasi prima, con gli ecologisti di fatto lasciati soli a sostenere il loro uomo Gerhard Andrey. "Per me è un'occasione persa per il Paese", si è lamentato. "Siamo arrivati a un punto in cui molte cose devono essere esaminate in Consiglio federale", ha rimarcato dal canto suo il leader dei Verdi liberali Jürg Grossen. Bisogna far entrare nuovi partiti nel sistema, è la posizione del bernese.

2 anni fa
Il PLR soddisfatto per la "stabilità delle istituzioni"
Il partito saluta con favore il mantenimento della formula magica.

L'Assemblea federale ha dimostrato oggi il suo attaccamento alla stabilità delle istituzioni con la rielezione di Ignazio Cassis e Karin Keller-Sutter in Consiglio federale, afferma il PLR in un comunicato. La formula magica è uno dei punti di forza della Svizzera e va mantenuta , secondo il partito. In base a questa regola i tre partiti più forti hanno diritto a due seggi in Consiglio federale e il quarto a uno. La formula prevede pure la rielezione dei consiglieri federali in carica, aggiunge il PLR precisando che "le istituzioni del nostro Paese hanno bisogno di stabilità, soprattutto dopo una legislatura perturbata dalle crisi".

2 anni fa
Voti attribuiti a Jositsch, il PS vuole vederci chiaro
Il partito vuole capire perché il campo borghese non abbia scelto uno dei candidati ufficiali, ma votato per il consigliere agli Stati zurichese Daniel Jositsch.

Il PS deplora l'atteggiamento del campo borghese oggi durante l'elezione del successore di Alain Berset in Consiglio federale. Chiede alla destra se "vuole ancora i socialisti al governo". "Prendiamo atto del fatto che il parlamento ha eletto un candidato del ticket socialista", ha in un primo tempo affermato il copresidente del gruppo stesso e consigliere nazionale vodese Samuel Bendahan, interrogato dalla radiotelevisione pubblica romanda RTS. Ma il partito ora cercherà di capire perché il campo borghese non si sia attenuto alle sue dichiarazioni di scegliere uno dei candidati ufficiali, ma abbia votato per il consigliere agli Stati zurighese Daniel Jositsch.

Il PS ha eletto i candidati ufficiali dei partiti

Bendahan ha fatto notare che la deputazione socialista ha eletto senza remore i candidati ufficiali dei partiti. "Votiamo per candidati che non condividono i nostri valori perché vogliamo lavorare, perché crediamo ancora nel sistema svizzero di concordanza". Ora si tratta di sapere se il campo borghese "vuole ancora i socialisti al governo o no", ha aggiunto.

Una "mancanza di rispetto"

Sempre sulle onde e gli schermi di RTS, la consigliera nazionale friburghese Valérie Piller-Carrard, vicepresidente del PS svizzero, si è detta dispiaciuta del "brutto gioco" della destra. Ha criticato un atto di "sfida" e una "totale mancanza di rispetto" per i candidati presentati dal partito.

I voti probabili dalla destra

Interrogato da Keystone-ATS, il consigliere nazionale democentrista Pierre-André Page (FR) ha dichiarato di non sapere da dove siano provenuti i voti attribuiti a Jositsch. Probabilmente dalla destra, da persone che non erano soddisfatte del ticket presentato dal PS, ha detto, sottolineando che l'UDC ha chiesto di votare per uno dei due candidati ufficiali.

2 anni fa
Karin Keller-Sutter è la nuova vicepresidente del Consiglio federale
Karin Keller-Sutter è eletta vicepresidente del Consiglio federale con 138 voti.

La consigliera federale Karin Keller-Sutter (PLR/SG) è stata eletta vicepresidente del Consiglio federale per il 2024, con 138 voti su 196 schede valide. Ecco l'esito dello scrutinio:

Schede distribuite
240
Schede rientrate
240
Schede bianche
41
Schede nulle
3
Schede valide
196
Maggioranza assoluta
99

Karin Keller-Sutter è eletta vicepresidente del Consiglio federale con 138 voti. Hanno ricevuto voti: Albert Rösti (UDC/BE) 18, Elisabeth Baume-Schneider (PS/JU) 16, Ignazio Cassis (PLR/TI) 10, Beat Jans (PS/BS) 10, Guy Parmelin (UDC/VD) 4. La seduta dell'Assemblea federale terminerà tra poco, dopo il discorso della presidente della Confederazione per il 2024 Viola Amherd.

2 anni fa
Il Consiglio federale sarà un po' più anziano
© Twitter André Simonazzi
© Twitter André Simonazzi
Dal 1° gennaio l'età media del Governo passerà a 60 anni. L'equilibrio di genere invece sarà mantenuto. Ristabilito anche un rapporto più classico tra germanofoni e latini.

Il Consiglio federale invecchierà leggermente con l'arrivo di Beat Jans. Il 1° gennaio, l'età media passerà da 59 anni e sei mesi a 60 anni e sette mesi. L'equilibrio di genere invece sarà mantenuto.

L'età dei consiglieri federali

Guy Parmelin avrà 64 anni, Ignazio Cassis 62, Viola Amherd 61 e Karin Keller-Sutter festeggerà il suo 60esimo compleanno il 22 dicembre. Alain Berset, membro uscente, ne ha compiuti 51. L'anno scorso, con l'arrivo di Albert Rösti (attualmente 56 anni) e di Elisabeth Baume-Schneider (60 anni il 24 dicembre), l'età media del collegio si era abbassata. Tre anni fa, con l'elezione di Karin Keller-Sutter e Viola Amherd, l'età media era passata da 61 anni e poco più di sei settimane a 58 anni e circa tre mesi e mezzo.

I consiglieri federali più giovani

Alain Berset, eletto nel 2011 all'età di 39 anni, è uno dei consiglieri federali più giovani della storia. Dal 1945, solo Ruth Metzler ha fatto meglio: aveva 34 anni quando è stata eletta nel 1999. Il record assoluto appartiene a Numa Droz, eletto nel 1875, quando aveva 31 anni. Nel XIX secolo, non era raro che un uomo di trent'anni venisse eletto in Consiglio federale. Ad eccezione di Ruth Metzler e Marcel Pilet-Golaz, le dieci persone più giovani entrate nell'esecutivo federale sono state elette prima del 1900.

Ristabilito un rapporto più classico germanofoni/latini

Per quanto riguarda il rapporto tra regioni regioni linguistiche, con la sostituzione del friburghese francofono Alain Berset da parte del basilese Beat Jans, in governo siederanno quattro germanofoni, due francofoni e un italofono. L'anno scorso, l'elezione della consigliera agli Stati Elisabeth Baume-Schneider (PS/JU) ha temporaneamente sconvolto i rapporti di forza tra idiomi. Il quadro non era comunque inedito. Una situazione simile si era infatti verificata nel 1917. Il ginevrino Gustave Ador sostituì il sangallese Arthur Hoffmann. Simultaneamente in governo c'erano il vodese Camille Decoppet, il ticinese Giuseppe Motta e il grigionese Felix-Louis Calonder, primo e unico romanciofono che abbia mai seduto in Consiglio federale. Il seggio tornò ad essere occupato da uno svizzero tedesco nel 1920. Dal 1999, la Costituzione prevede una rappresentanza appropriata delle regioni e delle comunità linguistiche. Da un punto di vista puramente aritmetico, un terzo del collegio governativo dovrebbe provenire dalla Svizzera francese, italiana e romancia, ossia 2,3 ministri.

Cantoni diversamente rappresentati in governo

Basilea Città non era più rappresentata in Consiglio federale da 50 anni. L'ultimo consigliere federale proveniente dal cantone è stato Hans-Peter Tschudi, dal 1959 al 1973. Dal 1848, Basilea Città ha avuto un solo altro consigliere federale, Ernst Brenner, dal 1897 al 1911. Quattro cantoni, e tra questi pressoché tutti quelli all'origine della Confederazione, non hanno mai avuto un rappresentante in governo: Uri, Svitto, Nidvaldo e Sciaffusa.

2 anni fa
Andrey non è sorpreso: "Un Parlamento senza coraggio"
© Facebook
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Il consigliere nazionale friburghese ammette che avrebbe gradito un sostegno maggiore da tutti i partiti.

L'insuccesso odierno non ha sorpreso Gerhard Andrey, il candidato dei Verdi che ambiva alla poltrona in governo di Ignazio Cassis. Sollecitato da Keystone-ATS sull'appoggio solo parziale giunto dai socialisti, il consigliere nazionale friburghese ammette che avrebbe gradito un sostegno maggiore da tutti i partiti. Il Parlamento ha mancato di coraggio nell'incarnare veramente la concordanza, ha commentato Andrey. A oggi, un quarto dell'elettorato non è rappresentato in Consiglio federale, ha aggiunto ribadendo uno dei cavalli di battaglia degli ecologisti. Prima di guardare al futuro, Andrey ha rivelato che ora si concederà una pausa, dopo un periodo intenso, non solo per le sue ambizioni di entrare nell'esecutivo ma anche ripensando alla campagna per le elezioni federali svoltesi in ottobre. Il friburghese descrive queste settimane come una fase comunque "piacevole". Tuttavia, non ha voluto rispondere alla domanda se si ricandiderà la prossima volta che se ne presenterà l'occasione.

2 anni fa
Pult su Jans: "Un super consigliere federale"
https://jonpult.ch/it/
https://jonpult.ch/it/
Il deputato grigionese si è detto contento per la Svizzera, che ha guadagnato un "super consigliere federale".

Pur deluso per il risultato personale, Jon Pult ha riservato parole al miele per il suo avversario odierno Beat Jans, eletto dalle Camere riunite quale nuovo membro dell'esecutivo. Il deputato grigionese si è detto contento per la Svizzera, che ha guadagnato un "super consigliere federale

Pult "un po' deluso, ma senza rimpianti"

Raggiunto da Keystone-ATS, il candidato socialista sconfitto non ha nascosto di essere "un po' deluso" dall'esito del voto di oggi, che lo ha visto chiaramente staccato da Jans (e finire dietro pure al "senatore" zurighese Daniel Jositsch, che non figurava sul ticket proposto dal partito per la successione di Alain Berset). "Non è andata come volevo", ha proseguito Pult, che però assicura di non avere rimpianti. "Ho cercato di spiegare ai parlamentari le mie idee, priorità ed esperienze". "Posso capire" che la scelta sia ricaduta su Jans, ha aggiunto Pult. Nei confronti del basilese, il 39enne ha avuto solo parole positive, parlando di un "amico" e un "super candidato". Il grigionese ha invece preferito non esprimersi sul risultato di Jositsch, secondo malgrado tutti i gruppi avessero annunciato nei giorni scorsi che avrebbero votato uno dei due candidati socialisti ufficiali. "È la democrazia", è stato il solo telegrafico commento rilasciato sulla questione da Pult.

2 anni fa
500mila franchi all'anno, ecco la paga di un consigliere federale
©Chiara Zocchetti
©Chiara Zocchetti
Lo stipendio è composto da 472mila franchi lordi, più un'indennità fissa di 30mila franchi annui. A questi si aggiungono altri vantaggi.

Beat Jans guadagnerà circa 472'000 franchi lordi all'anno come consigliere federale a partire dal prossimo anno. Inoltre, riceverà un'indennità annuale fissa di 30'000 franchi. La Confederazione coprirà anche i suoi costi di telecomunicazione. Un consigliere federale ha inoltre diritto a due veicoli, uno ufficiale e uno di servizio, nonché a un abbonamento generale di prima classe e a un abbonamento per tutti gli impianti di risalita del paese.

La pensione di Berset

Alain Berset, che ha lasciato il governo, riceverà una pensione annuale a vita corrispondente alla metà della sua retribuzione come "ministro". Solo i consiglieri federali che si ritirano dopo almeno quattro anni o per motivi di salute hanno diritto a questa pensione.

La regola: in pensione non si può guadagnare più dei colleghi in Governo

Ma la legge stabilisce che, dopo aver lasciato il loro incarico, gli ex consiglieri federali non devono guadagnare più dei loro colleghi in carica. Ad esempio, gli ex "ministri" che decidono di assumere un impiego retribuito o di far parte di consigli di amministrazione devono restituire alla Confederazione quanto guadagnano in più rispetto a un consigliere federale attivo.

2 anni fa
Il Governo ha prestato giuramento
I membri dell'Esecutivo e il cancelliere hanno dichiarato "lo prometto" o "lo giuro" alzando tre dita della mano destra, come vuole la tradizione.

I sette membri del Consiglio federale e il cancelliere della Confederazione hanno prestato giuramento oggi alle 13.21. Hanno dichiarato "lo prometto" o "lo giuro" alzando tre dita della mano destra come vuole la tradizione.

2 anni fa
La GISO: "Il PS deve uscire dal Governo"
©CDT/TatianaScolari
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Per la Gioventù Socialista (GISO), solo quando l'Assemblea federale sarà pronta a porre fine alla maggioranza di PLR e UDC e la sinistra otterrà il terzo seggio, che le spetta nel Consiglio federale, il PS potrà nuovamente partecipare al governo.

La Gioventù socialista (GISO) chiede che il PS esca dal Consiglio federale finché la sinistra non avrà conquistato un terzo seggio nell'esecutivo. A suo avviso, "è chiaro" che il governo non rappresenta gli interessi della maggioranza della popolazione. Dal secondo dopoguerra, la collaborazione del PS come minoranza all'interno del collegio governativo ha conferito al Consiglio federale una maggiore legittimità politica, mentre la maggioranza borghese ha potuto continuare a governare. I partiti borghesi traggono grandi vantaggi dalla partecipazione del PS all'esecutivo, ottenendo così un lasciapassare per le loro azioni antisociali, denuncia la GISO in un comunicato odierno. Per i giovani socialisti, il PS deve utilizzare la sua partecipazione al governo "come forza negoziale e non più come garanzia di sostegno a questo Consiglio federale di destra".

"La sinistra ha diritto al terzo seggio"

Secondo la GISO, la destra e il centro "hanno dimostrato oggi di non volere una rappresentanza adeguata delle forze politiche". Solo quando l'Assemblea federale sarà pronta a porre fine alla maggioranza di PLR e UDC e la sinistra otterrà il terzo seggio, che le spetta nel Consiglio federale, il PS potrà nuovamente partecipare al governo, si legge nella nota.

2 anni fa
Beat Jans, il figlio di operaio che diventa consigliere federale
© Servizi del Parlamento
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Dall'apprendistato come agricoltore al seggio in Consiglio federale. Ecco chi è Beat Jans, il socialista che subentra ad Alain Berset.

Beat Jans presiede il governo di Basilea Città da tre anni. Ex consigliere nazionale ed ex vicepresidente del Partito socialista svizzero, questo figlio di operai sperava di coronare la sua carriera politica diventando membro del Consiglio federale. Ci è riuscito oggi. "La funzione di consigliere federale è una sfida, ma a me piacciono le sfide", ha dichiarato il 59enne quando ha annunciato ufficialmente la sua candidatura lo scorso settembre a Berna. Nato a Basilea il 12 luglio 1964, Jans ha svolto un apprendistato come agricoltore. Ha poi conseguito un diploma in agrotecnica, e in seguito una laurea in scienze ambientali al Politecnico federale di Zurigo. Ha insegnato all'università di Basilea. È sposato e ha due figlie di 16 e 18 anni. Il basilese ha aderito al PS nel 1998. Ha presieduto la sezione del partito di Basilea Città dal 2000 al 2005. Sotto la sua presidenza, i socialisti hanno ottenuto un terzo seggio in Consiglio di Stato e la sinistra, insieme all'Alleanza verde, è diventata maggioritaria nell'esecutivo.

Ambiente ed energia

Jans è stato eletto nel Gran Consiglio di Basilea Città nel 2001 e vi è rimasto fino al 2011. Da maggio 2010 a dicembre 2020 è stato membro del Consiglio nazionale, dove ha fatto parte della Commissione dell'economia e dei tributi ed è stato particolarmente attivo nelle questioni ambientali ed energetiche. Nel 2015, il basilese ha subito una sconfitta quando il Partito socialista gli ha preferito il consigliere nazionale vodese Roger Nordmann alla presidenza del gruppo socialista in parlamento. Aveva anche manifestato il suo interesse per l'unico seggio di Basilea Città al Consiglio degli Stati, ma alla fine ha ritirato la sua candidatura per far posto a Eva Herzog (PS), del resto rieletta nella Camera dei Cantoni in autunno. Jans è stato vicepresidente del PS svizzero dal 2015 al 2020. È stato eletto nel governo di Basilea Città nel febbraio 2021 al primo turno. La sua esperienza in un esecutivo ha costituito un vantaggio per l'elezione odierna in Consiglio federale. Il fatto che fosse assente da Palazzo federale da tre anni non è stato un ostacolo. E nemmeno il fatto che la lobby degli agricoltori fosse contro di lui: anche se è un esperto di agricoltura, le sue inclinazioni ambientaliste hanno irritato gran parte del mondo agricolo quando era consigliere nazionale.

Costruttore di ponti

I suoi amici politici lo descrivono come un "costruttore di ponti", capace di forgiare compromessi. Sa anche come gestire le critiche. Secondo il presidente del Consiglio nazionale, Eric Nussbaumer (PS/BL), è una personalità che si concentra sui fatti e "l'esibizionismo non fa per lui". Jans è considerato carismatico, comunicativo e vicino alla gente. Oggi era il più anziano dei due candidati ufficiali alla successione di Alain Berset - l'altro, il consigliere nazionale grigionese Jon Pult ha 39 anni. In occasione degli incontri pubblici in alcune città, tra gli esponenti del PS che si erano dichiarati interessati alla funzione di consigliere federale e la popolazione, Jans ha sottolineato la sua biografia atipica, che lo ha portato a fare l'apprendista agricoltore. "Sono cresciuto in una famiglia di operai e ho avuto a che fare con persone che non hanno fatto studi universitari. Sono sempre stato sensibile al destino delle persone che non sono privilegiate", ha detto. Nel presentarsi come candidato alla successione di Berset, Jans ha sottolineato anche che Basilea Città non è rappresentata in Consiglio federale da 50 anni. L'ultimo consigliere federale proveniente dal cantone è stato Hans-Peter Tschudi, dal 1959 al 1973. Dal 1848, Basilea Città ha avuto un solo altro consigliere federale, Ernst Brenner, dal 1897 al 1911.

2 anni fa
È Viktor Rossi il nuovo cancelliere federale
È stato eletto al secondo turno con 135 voti. Sostituisce il centrista Walter Thurnherr, che non ha sollecitato un nuovo mandato.

È il Verde liberale Viktor Rossi il nuovo cancelliere della Confederazione. Sostituisce Walter Thurnherr (Centro) che non ha sollecitato un nuovo mandato. Rossi è stato eletto al secondo turno con 135 voti. Per quanto concerne gli altri candidati, Gabriel Lüchinger (UDC) ha ricevuto 103 preferenze. L'Assemblea federale assiste ora alla cerimonia del giuramento dei "ministri" e del cancelliere. Successivamente, le Camere riunite procederanno all'elezione del Presidente della Confederazione per il 2024. Secondo il turno, la carica spetta alla centrista Viola Amherd.

Rossi "ottavo" ministro

"Non potete immaginare che cosa significhi per me essere qui", ha esordito davanti all'Assemblea federale il neoeletto Cancelliere della Confederazione, Viktor Rossi, ricordando il passato migratorio dei suoi genitori, giunti in Svizzera dal sud Italia negli anni '50. Molto presto, questo è diventato il nostro, Paese, ha aggiunto l'esponente del Partito verde-liberale, dicendosi onorato della fiducia accordatagli e pronto a dare il massimo per esercitare al meglio questa nuova funzione.

Il primo cancelliere verde-liberale

Con la sua elezione, Rossi è il primo esponente del PVL a ricoprire la carica di capo di stato maggiore del Consiglio federale. Rossi, attualmente vice-cancelliere della Confederazione, si è imposto su altri tre candidati: gli UDC Nathalie Goumaz (FR) e Gabriel Lüchinger (SG) nonché l'indipendente Lukas Gresch-Brunner. I democentristi rimangono ancora a bocca asciutta: dalla fondazione dello Stato federale nel 1848 non hanno mai ricoperto questa mansione. Quanto a Rossi, nel suo breve discorso ha ricordato l'importanza della Cancelleria federale per il buon funzionamento delle istituzioni, dell'esecutivo e del Parlamento, ma anche e soprattutto dei diritti popolari e del plurilinguismo. Dopo aver ringraziato gli altri candidati alla Cancelleria federale per la loro correttezza, il futuro "factotum" dell'esecutivo ha spiegato che s'impegnerà per portare avanti la digitalizzazione dell'amministrazione e per rendere il governo più resiliente alle crisi.

2 anni fa
Elezione cancelliere: nessuno ottiene la maggioranza
Occorre quindi procedere a un nuovo turno di votazione. Il verde liberale Viktor Rossi è davanti a tutti.

Nessuno dei candidati alla carica di cancelliere della Confederazione ha ottenuto la maggioranza necessaria per essere eletto. Occorre quindi procedere a un nuovo turno di votazione. Viktor Rossi (PVL) ha ottenuto 98 voti, Gabriel Lüchinger (UDC) 78, Lukas Gresch-Brunner (indipendente) 45, Nathalie Goumaz (UDC) 24;.

2 anni fa
Jans: "Momento che mi riempie di gioia e di rispetto"
È quanto ha affermato il neo consigliere federale.

"Questo momento mi riempie di gioia e di rispetto". Sono state le prime parole pronunciate da Beat Jans dopo essere stato eletto in Consiglio federale. Nell'accettare l'elezione, il consigliere federale eletto di Basilea Città ha promesso - in italiano - che "svolgerà questo incarico al meglio delle sue possibilità". Jans ha aggiunto che si impegnerà "con tutta la sua energia e le sue convinzioni" nel nuovo incarico. Il neo eletto consigliere federale ha ringraziato il suo "rivale" Jon Pult sul ticket del PS "per il suo fair-play e la tua empatia durante la campagna. Ha poi rivolto un ringraziamento ai suoi famigliari - che non aveva subito visto in tribuna - e gli amici che lo stavano guardando in televisione, nonché ai socialdemocratici per la fiducia e per le chance che gli hanno sempre dato.

La "standing ovation"

Alla fine del discorso, visibilmente commosso, l'attuale presidente del Governo cantonale di Basilea Città ha dichiarato di accettare la sua elezione in Consiglio federale, suscitando una "standing ovation" in aula. Jans succederà quindi ufficialmente ad Alain Berset il prossimo primo gennaio.

2 anni fa
Ecco il volto del nuovo Consiglio federale
Il nuovo governo è composto da Guy Parmelin (Udc), Ignazio Cassis (Plr), Viola Amherd (Centro), Karin Keller-Sutter (Plr), Albert Rösti (Udc), Elisabeth Baume-Schneider (Ps) e Beat Jans (Ps).

Dopo oltre 4 ore di lavori le Camere federali hanno eletto il nuovo governo. Confermati Guy Parmelin (Udc), Ignazio Cassis (Plr), Viola Amherd (Centro), Karin Keller-Sutter (Plr), Albert Rösti (Udc) e Elisabeth Baume-Schneider (Ps). Entra nel Governo federale, succedendo ad Alain Berset, il socialista di Basilea Città Beat Jans.

Il nuovo volto del Governo

I sei consiglieri federali uscenti sono stati oggi tutti rieletti in Governo per i prossimi quattro anni. A loro si è aggiunto il socialista basilese Beat Jans, che prenderà il posto di Alain Berset il prossimo primo gennaio. Jans è stato eletto al terzo turno con 134 voti su 245 schede valide. Il suo maggiore sfidante non è stato l'altro candidato ufficiale del partito socialista, Jon Pult (GR), ma il "senatore" zurighese del PS Daniel Jositsch, che ha ottenuto 68 voti. Il fatto che un candidato "selvaggio" abbia ricevuto così tanti voti non corrisponde a una vera sorpresa. Diversi esponenti UDC avevano ad esempio criticato il ticket socialista definito troppo marcato a sinistra. Nel suo discorso pronunciato subito dopo l'elezione, ha promesso di svolgere l'incarico "al meglio delle sue possibilità". Jans ha aggiunto che si impegnerà "con tutta la sua energia e le sue convinzioni" nel nuovo incarico. Il neo eletto consigliere federale ha poi tenuto ringraziare anche il suo "rivale" Pult sul ticket del PS "per il suo fair-play e la tua empatia durante la campagna. Alla fine del discorso, visibilmente commosso, l'attuale presidente del Governo cantonale di Basilea Città, ha dichiarato di accettare la sua elezione in Consiglio federale, suscitando una "standing ovation" in aula.

Una politico navigato

Il 59enne Jans è una personalità della politica locale e nazionale da oltre due decenni. Ha ottenuto il maggior numero di suffragi a Basilea Città sia alle elezioni del Consiglio nazionale del 2015 che a quelle del 2019. Nel 2020, l'agricoltore di formazione, che in seguito ha studiato scienze ambientali al Politecnico federale di Zurigo, è entrato nel governo cantonale al primo turno di elezione. Attualmente è il presidente del Consiglio di Stato di Basilea Città.

Cassis sotto pressione

In precedenza l'Assemblea federale ha proceduto con la rielezione dei membri del governo che si sono ripresentati. Le maggiori attenzioni erano concentrate sul seggio di Ignazio Cassis (PLR/TI), che era stato attaccato dall'ecologista Gerhard Andrey (FR). Cassis è stato rieletto in governo al primo turno con 167 voti su 239 schede valide. Come quattro anni fa, ai Verdi non è quindi riuscito il tentativo di scalzare il ticinese dall'esecutivo, allora con la candidatura di Regula Rytz, oggi con quella di Gerhard Andrey. Che quest'ultimo non avesse alcuna chance lo si è capito durante il discorso del capogruppo socialista Samuel Bendahan (VD), che ha detto come il PS non lo avrebbe sostenuto. L'UDC Thomas Aeschi (ZG) e il PLR Damien Cottier (NE) hanno sottolineato l'importanza dell'equa rappresentanza delle regioni linguistiche in Governo. Ciò significa che un rappresentante della Svizzera italiana deve sedere nell'esecutivo, hanno sostenuto. Nel rivendicare il seggio, l'ecologista Aline Trede (BE) ha denunciato la sovra-rappresentazione dei liberali-radicali in governo. Per bocca di Philipp Matthias Bregy (VS), il Centro ha detto che avrebbe sostenuto gli uscenti, ma che attaccherà in futuro uno dei due seggi del PLR, quando uno dei suoi membri si ritirerà. Al voto, Cassis è stato - come detto - riconfermato con 167 voti (a Andrey ne sono andati 59). Prima di lui è stato brillantemente rieletto Guy Parmelin (UDC/VD), con 215 voti. Oltre al vodese, solo Viola Amherd (Centro/VS) è riuscita a superare la soglia dei 200 voti (ne ha ottenuti 201). Il risultato meno onorevole è stato conseguito da Elisabeth Baume-Schneider (PS/JU), con 151 voti. Karin Keller-Sutter (PLR/SG) ne ha ottenuti 176, Albert Rösti (UDC/BE) 189.

2 anni fa
È Beat Jans il successore di Alain Berset in Consiglio federale
Il basilese, eletto al terzo turno con 134 voti, siederà in Governo.

Beat Jans (PS) è stato eletto in Consiglio federale. Il basilese, che ha prevalso al terzo turno, sostituisce Alain Berset, che non ha sollecitato un nuovo mandato. Jans è stato eletto nell'Esecutivo con 134 voti, mentre Daniel Jositsch (PS/ZH) ne ha ottenuti 68. Jon Pult (PS/GR), infine, 43.

2 anni fa
15 voti contro Keller-Sutter, Giacometti "imbarazzata"
La consigliera nazionale grigionese ha ottenuto un tesoretto irrilevante ai fini del risultato, ma inaspettato e motivo di disagio per la diretta interessata.

"Non ho davvero la minima idea" da dove arrivino i 15 voti ottenuti contro la consigliera federale Karin Keller-Sutter. A dirlo a Keystone-ATS è la consigliera nazionale Anna Giacometti (PLR/GR), "imbarazzata" per aver "rubato" queste schede alla ministra delle finanze, membro del suo stesso partito.

Un inaspettato motivo di disagio

Durante l'odierno rinnovo del Governo da parte del Parlamento, Keller-Sutter ha ricevuto 176 voti, mentre Giacometti 15. Un tesoretto irrilevante ai fini del risultato, ma inaspettato e motivo di disagio per la diretta interessata. "Sono veramente molto dispiaciuta e non so chi ci sia dietro a tutto questo", si è difesa la deputata grigionese. "Magari in questa aula c'è gente a cui piaccio, chi lo sa?", ha chiuso, cercando di sdrammatizzare.

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