
I cittadini argoviesi saranno chiamati a decidere su un'iniziativa popolare riguardante i radar stradali. Il testo chiede che i Comuni debbano ottenere il permesso del Cantone per installare rilevatori di velocità e impianti per il controllo del rispetto dei semafori rossi, di modo che non vengano più spillati ingiustificatamente soldi agli automobilisti. Il tema è scottante da anni in Argovia. L'iniziativa "Blitzerabzocke stoppen!" ("Basta far cassa con i radar!"), promossa dai Giovani liberali radicali (GLR) e che gode già del sostegno del Consiglio di Stato, è stata approvata oggi dal parlamento cantonale con 72 voti a 65. A favore si sono espressi UDC e PLR, mentre si sono opposti Centro, PS, Verdi e PVL.
Cosa chiede l'iniziativa
Il testo prevede che i radar stazionari possano essere installati soltanto con l'autorizzazione del Consiglio di Stato, che darebbe il suo via libera unicamente se nel luogo previsto sussiste un elevato rischio per la sicurezza stradale e per al massimo tre anni. Per gli impianti semistazionari il limite temporale sarebbe di 72 ore, dopodiché dovrebbero essere collocati altrove. Attualmente nel cantone è installato un solo radar stazionario, a Baden.
Favorevoli e contrari
L'iniziativa è "assolutamente legittima", ha affermato durante il dibattito il PLR, secondo cui al centro dell'attenzione dev'esserci la sicurezza stradale. Il testo non chiede alcun divieto dei radar. Per l'UDC non si tratta di proteggere i trasgressori, ma di garantire regole uniformi. L'autonomia dei Comuni non verrebbe intaccata: avrebbero semplicemente bisogno dell'autorizzazione del Cantone. Il PS ha invece sostenuto che le infrazioni stradali sembrano essere considerate un peccato veniale, mentre il PVL ha definito l'iniziativa "puro populismo". Da parte loro i Verdi hanno fatto notare che solo chi guida troppo velocemente deve temere i radar. Per il Centro i Comuni devono disporre di strumenti efficaci per garantire la sicurezza stradale. Inoltre solo chi infrange la legge viene multato, proprio come nel controllo dei biglietti sul treno: lì però nessuno parla di truffa ai danni dei viaggiatori "in nero". Il popolo si esprimerà verosimilmente sull'iniziativa l'8 marzo 2026.