Svizzera
Aviazione in difficoltà: “È l’onda lunga del Covid”
Immagine Shutterstock
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Lara Sargenti
2 anni fa
Roberto Battaglioni, già pilota di Swiss, analizza la situazione dell’aviazione civile, confrontata con la carenza di personale e la cancellazione di numerosi voli. “Prima di trovare il ritmo pre-pandemico ci vorrà almeno un anno o un anno e mezzo”

È tempo di vacanze e di viaggi. Ma sono in molti a essere confrontati con disagi al momento della partenza dagli aeroporti. Gli scali nazionali e internazionali sono sotto pressione per la carenza di personale, che scarseggia in vari ambiti: dai controlli dei viaggiatori alla gestione degli aeromobili, fino agli assistenti di volo. La scarsità delle risorse e le sfide operative nell’aviazione hanno portato per esempio la compagnia aerea Swiss a cancellare ulteriori voli in estate e in autunno. E questo in un momento in cui le richieste sono alte. Non mancano poi gli scioperi, soprattutto da parte del personale delle compagnie low cost come Ryanair, Easyjet e Volotea. A livello europeo, solo lo scorso sabato, sono stati cancellari un centinaio di voli Ryanair. Il risultato: cancellazioni, ritardi e attese infinite. Una situazione che è da ricondurre sempre alla pandemia e che non si risolverà tanto presto, spiega a Ticinonews Roberto Battaglioni, già pilota di Swiss.

Una ripartenza difficile
“Con la pandemia c’è stato uno tsunami a livello dell’aviazione civile, con tutte le compagnie che sono state confrontate da un giorno all’altro a una perdita totale delle entrate, per cui hanno dovuto tagliare in modo massiccio il personale e gli investimenti”, spiega l’esperto. “Anche il controllo del traffico aereo e gli aeroporti sono stati altrettanto toccati. Quando la situazione è migliorata il personale non c’era più o le persone lasciate a casa hanno trovato un altro impiego. Non si può quindi ripartire al 100% con il personale di prima”.

Non si prevedono miglioramenti a corto termine
Si pensava di ricominciare tranquillamente a viaggiare, invece l’effetto della pandemia si fa ancora sentire. Quando idealmente si potrà a viaggiare serenamente? “Il problema è che la formazione del personale nel settore dell’aviazione dura un po’”, prosegue Battaglioni. “Bisogna formare nuove persone, ma prima di trovare il ritmo pre-pandemico ci vorrà almeno un anno o un anno e mezzo. Chi vorrà viaggiare in aereo, sia per vacanza o lavoro, dovrà armarsi di pazienza e soprattutto prevedere con largo anticipo”. Per Battaglioni è meglio non aspettare il periodo di altissima domanda come per esempio l’estate. “Meglio scegliere momenti più di nicchia e spostare la vacanza a ottobre se si può. Ma non c’è nessuna garanzia, nessuno sa veramente come andrà a finire questa storia”.

Personale sotto pressione
Questo fine settimana c’è stato un imponente sciopero del personale delle compagnie low cost. Come mai? “Anche in questo caso la pandemia ha messo sotto pressione i dipendenti, con il salario che in parte è stato ridotto. Con la ripresa del flusso di clienti e meno personale, la gente si ritrova a lavorare di più con salario ridotto rispetto alle condizioni pre-pandemia. C’è dunque stress e frustrazione: si lavora di più, ma si guadagna meno. Alcune compagnie sono messe meglio di altre, ma trovo che sia comprensibile che in certe arrivino questi scioperi. Non è il caso della Svizzera, dove c’è un sistema diverso. Bisogna trovare un equilibrio tra offerta e domanda”.

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