
I delegati del PLR hanno deciso oggi a netta maggioranza di sostenere la modifica della legge sull'imposta preventiva (LIP) in votazione il prossimo 25 settembre. Nel corso dell'Assemblea tenutasi ad Andermatt (UR) è stato dedicato ampio spazio alla politica di sicurezza della Svizzera. I presenti si sono detti contrari all'iniziativa, sulla quale non è ancora chiaro se e quando si andrà alle urne, che chiede di vietare l'acquisto dei jet da combattimento. Durante l’assemblea si è inoltre parlato di accordi bilaterali con l’Unione Europea.
La legge sull’imposta preventiva
Sulla modifica della LIP i delegati hanno seguito le indicazioni del consigliere nazionale vodese Olivier Feller per 251 voti contro 3 (una astensione), mentre sugli altri temi in votazione il partito si era già espresso lo scorso febbraio, dicendo “sì“ alla riforma dell’AVS e “no” all’iniziativa sull’allevamento intensivo.
La modifica della LIP prevede l'abolizione dell'imposta preventiva (35%) sugli interessi delle obbligazioni in Svizzera, ad eccezione di quelli generati da averi di persone fisiche domiciliate nella Confederazione. Lo scopo è rendere più attrattivo per gli investitori l'acquisto di obbligazioni svizzere nella Confederazione. Contro tale riforma la sinistra e i sindacati hanno lanciato il referendum, poiché a loro dire la riforma corrisponde a un lasciapassare per la criminalità fiscale.
Esercito e sicurezza
Per il PLR “è chiaro che la politica di sicurezza svizzera deve concentrarsi sulla missione principale dell’esercito, le cui competenze e la quota di servizi propri vanno accresciute in modo significativo”, ha sottolineato il partito in un comunicato al termine dell’assemblea, nel corso della quale è stato adottato un documento di posizione che chiede in particolare un rafforzamento della cooperazione in materia di difesa e la garanzia della sicurezza dell'approvvigionamento.
Per quanto riguarda gli aerei da combattimento, i delegati hanno già respinto con largo anticipo, con 236 voti favorevoli e 1 contrario, l’iniziativa popolare “Stop F-35” della sinistra che sarà presentata in estate.
Gli accordi bilaterali
I delegati del PLR hanno inoltre adottato un documento di posizione a favore di una sorta di “Bilaterali III” con accordi settoriali che includano servizi finanziari, elettricità e sanità. Dopo il fallimento dell'accordo quadro istituzionale tra Berna e Bruxelles, l'assemblea del Partito liberale radicale è dell'idea che le due parti debbano ora optare per un approccio settoriale con negoziati separati ma paralleli.
Stando al documento di cinque pagine adottato oggi - approvato con 247 voti favorevoli e uno contrario (un'astensione) - il PLR si dice disposto a far sì che la Svizzera continui a fornire contributi finanziari all'Ue e ai suoi Stati membri per compensare la clausola di salvaguardia o la partecipazione alle decisioni. Ma deve ridurli se l'Ue limita il suo accesso al mercato interno, come avviene attualmente. In ogni caso, attualmente la politica europea del PLR esclude l'adesione della Svizzera all'Unione europea o allo Spazio economico europeo (SEE).
Il partito vuole inoltre intensificare la cooperazione di ricerca bilaterale o multilaterale con Paesi terzi e concludere accordi di libero scambio con i principali partner non europei.
Basta “clausole ghigliottina”
Per il PLR, le controversie sull’attuazione di un accordo dovrebbero essere risolte in prima istanza da un “comitato misto” e in seguito, se necessario, da un tribunale arbitrale. Questo meccanismo eliminerebbe di fatto la clausola ghigliottina che minacciava i vecchi accordi.
La Svizzera, secondo il partito, dovrebbe continuare a rispettare il diritto dinamico dell'Ue, sottoponendo le questioni rilevanti a un referendum facoltativo. In cambio, potrebbe chiedere di avere voce in capitolo sulle decisioni relative al mercato interno e chiedere eccezioni su alcune questioni come la libera circolazione delle persone e il trasporto terrestre.
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