
La polizia militare arriva in aiuto delle guardie di confine, particolarmente sollecitate dopo che il Consiglio federale ha introdotto gradualmente i controlli di frontiera Schengen e limitato le entrate in Svizzera.
Con le attuali risorse di personale l’Amministrazione federale delle dogane non è infatti in grado di garantire per un periodo di tempo prolungato l’adempimento delle inasprite misure al confine. Per questo motivo, il Dipartimento federale delle finanze e il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport hanno chiesto al Consiglio federale il sostegno dell’Esercito. Questo nel quadro dell’impiego di 8000 militari autorizzato il 16 marzo 2020 dal Consiglio federale. Il sostegno è stato concesso sulla base dell’ordinanza del 3 settembre 1997 sull’impiego della truppa per il servizio di polizia di frontiera (OSPF; RS 513.72).
Da oggi quindi 50 membri della polizia militare e un battaglione di milizia sosterranno le guardie di confine lungo la frontiera. I membri dell’esercito saranno impiegati in vari ambiti, come nel traffico delle persone (dove svolgeranno compiti relativi alla sicurezza) oppure forniranno sostegno nella canalizzazione del traffico e nella sorveglianza dei valichi di confine e di aree territoriali.
Fino a nuovo avviso, l’impiego dell'Esercito è previsto fino alla fine di giugno. I membri dell’Esercito presteranno il loro servizio armati. Prima dell’impiego hanno seguito un’apposita formazione che comprendeva, tra l’altro, regole d’impiego e di comportamento nonché competenze chiaramente definite.
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