
Anche se per il prossimo inverno la situazione è fondamentalmente buona sul fronte dell'approvvigionamento elettrico, permangono ancora incertezze legate soprattutto alla disponibilità di gas in Europa. È il parere della Commissione federale dell'energia elettrica (ElCom) secondo cui, a causa dell'attuale livello di riempimento - relativamente basso - degli impianti di stoccaggio del gas in Europa e dei limitati incentivi di mercato, regna incertezza circa la velocità e il grado di un loro nuovo riempimento. Positiva è invece la prevista elevata disponibilità delle centrali nucleari francesi, ha affermato davanti ai media Jürg Rauchenstein. Per questa ragione siamo moderatamente ottimisti la prossima stagione fredda, ha aggiunto. Tuttavia, a fronte delle persistenti incertezze non è possibile far rientrare del tutto l'allarme per l'inverno 2025/2026. Per questo è opportuno mantenere la riserva invernale (riserva idroelettrica e riserve termiche) come misura precauzionale.
L'inverno passato
Per quanto attiene allo scorso inverno, ha specificato Rauchenstein la sicurezza dell'approvvigionamento elettrico della Svizzera è stata fortemente influenzata dalla produzione di corrente dei Paesi vicini. A tale riguardo, la Svizzera ha beneficiato dell'elevata disponibilità di centrali nucleari francesi. Ad ogni modo, nonostante il livello di riempimento dei bacini di accumulazione sia stato in alcuni casi inferiore alla media, il livello residuo alla fine dell'inverno era ancora ben al di sopra della riserva di energia idroelettrica prenotata per eventuali condizioni di approvvigionamento critiche, ciò che ci ha permesso di farne a meno, ha sottolineato Rauchenstein.
Una riserva di almeno 700-1400 MW fino al 2035
Circa la sicurezza dell'approvvigionamento elettrico a medio-lungo termine, ElCom ha aggiornato le sue analisi del 2023 per definire le dimensioni delle riserve, basandosi su nuove previsioni relative alla domanda di elettricità, al potenziamento delle energie rinnovabili - col fotovoltaico in progressione - e alla vita operativa delle centrali nucleari (si prevede una durata d'esercizio prolungata fino al 2033 per Beznau), ha affermato Urs Meister. Basandoci sull'analisi della produzione invernale, e della resilienza del sistema di approvvigionamento svizzero in relazione alla dipendenza dalle importazioni dall'estero, e dell'influenza del del contesto europeo, siamo giunti alla conclusione che gli scenari per il 2035 non mostrano un'attenuazione della tensione rispetto al 2023 sul fronte dell'approvvigionamento, ha sottolineato Meister. Pertanto, ha aggiunto, raccomandiamo di mantenere una riserva di almeno 500 MW fino al 2030 e di 700-1400 MW fino al 2035. Non è da escludere che entro il 2035 sia necessario disporre di riserve supplementari, soprattutto in uno scenario caratterizzato da una forte riduzione delle capacità di importazione, ossia in assenza di un accordo sull'elettricità con l'UE o di un accordo tecnico. Rimane quindi invariata rispetto al 2023 la raccomandazione della ElCom per il 2035, mentre è leggermente diminuita quella per il 2030 grazie alla disponibilità della centrale atomica di Beznau e al maggiore potenziamento delle energie rinnovabili (finora valeva la raccomandazione di una riserva di 700-1400 MW anche per il 2030). La riserva va mantenuta, secondo ElCom, a causa delle grandi incertezze riguardanti l'entità e la velocità del potenziamento delle energie rinnovabili, l'evoluzione della domanda di elettricità e la durata d'esercizio delle centrali atomiche.