Svizzera
Approccio accolto...con qualche critica
Keystone-ats
3 anni fa
Secondo il partito socialista tutto si muove “troppo lentamente e troppo unilateralmente”. Il partito considera inoltre irrealistica l’idea di raggiungere un chiarimento istituzionale per ogni accordo di accesso al mercato.

Reazioni complessivamente positive sia a destra che a sinistra all’annuncio odierno del Consiglio federale di voler passare a un approccio settoriale nei negoziati con l’Unione europea (UE). Non mancano però anche alcune critiche.

Il PS accoglie con favore il fatto che il Governo si stia muovendo, ma ritiene che lo faccia “troppo lentamente e troppo unilateralmente”, si legge in una nota. Il partito considera inoltre irrealistica l’idea di raggiungere un chiarimento istituzionale per ogni accordo di accesso al mercato. La priorità dovrebbe essere quella di assicurarsi nell’anno in corso la partecipazione della Svizzera ai programmi di cooperazione dell’UE, aggiunge il PS. La proposta del Consiglio federale manca inoltre a suo dire di incentivi concreti per Bruxelles, per esempio per quanto riguarda gli importi da versare per la coesione. Oltretutto, malgrado ci sia urgenza di trovare una soluzione nel settore della ricerca, il Governo vuole aspettare fino alla fine di maggio, chiude il partito.

Apprezzamenti maggiori giungono dal PLR, che accoglie con favore la volontà di lanciare un grande pacchetto di negoziati, come chiesto dal partito mesi fa. È giusto che il Consiglio federale proponga un approccio settoriale per affrontare le questioni istituzionali, secondo il PLR, ma dovranno essere previste clausole di salvaguardia per i campi vitali nella ripresa dinamica del diritto. Ora bisogna creare le condizioni sia all’interno che all’esterno per trovare una soluzione che possa ottenere una maggioranza, nota il PLR, rammaricandosi per il referendum della sinistra contro Frontex, che a suo dire mette a dura prova le relazioni con l’UE a breve termine. Plauso anche da parte dell’Alleanza del Centro, che in un tweet parla di “progressi compiuti dal Consiglio federale in materia di politica europea”. Con un approccio settoriale nel campo della ripresa del diritto e della risoluzione delle controversie, secondo il partito esiste il potenziale per nuove soluzioni pragmatiche. Il Consiglio federale intende ora proporre eccezioni e delle clausole di salvaguardia nell’ambito della libera circolazione delle persone, come chiedevamo, aggiunge l’Alleanza del Centro, rilevando che la Svizzera ha raggiunto un alto livello di prosperità grazie alla sua apertura, affidabilità e sovranità. “Vogliamo che lo stesso accada in futuro.” La nuova dinamica piace anche ai Verdi, i quali in una nota ribadiscono che l’interruzione unilaterale dei negoziati per un accordo quadro istituzionale si è rivelato un grave errore strategico da parte del Consiglio federale. È chiaro che le relazioni con il nostro partner più importante devono essere stabilizzate e approfondite, aggiungono, sottolineando che la Svizzera è geograficamente, storicamente, economicamente e culturalmente parte dell’Europa. Ma il tempo stringe e la credibilità del Consiglio federale a Bruxelles è gravemente compromessa, secondo i Verdi, per i quali il Governo deve ancora dimostrare che è seriamente intenzionato a consolidare le relazioni con l’UE. L’UDC intende opporsi fermamente all’adozione dinamica del diritto UE e alla Corte di giustizia dell’Unione europea per la risoluzione delle controversie, puntualizza il presidente del gruppo parlamentare UDC Thomas Aeschi. Per il partito è anche assolutamente escluso che lo stanziamento del miliardo di coesione diventi permanente e venga pagato per accedere al mercato. L’UDC non è invece contraria a un accordo sull’elettricità con Bruxelles, ma questa intesa da sola non può risolvere le carenza di elettricità in Svizzera, aggiunge Aeschi. Il Consiglio federale si sta finalmente rendendo conto che il semplice dialogo non è sufficiente e che i negoziati con l’UE sono di nuovo necessari, ha twittato il presidente dei Verdi Liberali Jürg Grossen, che però ammonisce: l’approccio verticale porta di nuovo a un vicolo cieco, poiché l’UE ha sempre escluso questa possibilità.

Soluzione appropriata
Per la Conferenza dei governi cantonali (CdC) continuare sulla via bilaterale è la soluzione appropriata per mantenere buone relazioni con l’UE. La CdC apprezza pertanto la volontà del Consiglio federale di riprendere i colloqui sulla base di proposte concrete. I settori menzionati dall’Esecutivo - elettricità, sicurezza alimentare, ricerca e istruzione, salute - sono certamente tra quelli che devono essere analizzati in profondità, secondo i Cantoni. Lo stesso vale per gli elementi istituzionali menzionati dal Consiglio federale. Per quanto riguarda le organizzazioni di categoria, in una nota Swissmem accoglie positivamente le intenzioni del Governo. L’accesso al mercato, la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico e la cooperazione nella ricerca sono essenziali per l’industria, rileva, precisando che sta collaborando per trovare rapidamente delle soluzioni.

Primi passi
Pollice alto anche da parte dell’Unione svizzera degli imprenditori (USI) e di Economiesuisse, per le quali il Governo ha compiuto i primi passi concreti verso lo sblocco della politica europea. In una nota, la prima ricorda che già nei passati negoziati aveva sostenuto la via settoriale, in grado a suo dire di portare a soluzioni pragmatiche nei dossier meno critici. Economiesuisse si rallegra che il Consiglio federale abbia optato per un pacchetto di trattative che comprende anche accordi sull’elettricità, la sicurezza alimentare, la ricerca, l’istruzione e la salute. Rileva tuttavia che per il mondo degli affari è necessario trovare al più presto soluzioni nei settori delle borse, delle banche e dei dispositivi medici. Un ritardo nella politica europea non porta vantaggi né alla Svizzera né all’UE, sottolinea l’organizzazione. Anche Travail.Suisse apre alle nuove proposte del Consiglio federale e si dice pronto a discutere in modo costruttivo. È però necessaria la volontà del Consiglio federale per difendere le misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone, afferma l’organizzazione sindacale in una nota, ribadendo che la sua posizione di fondo non è cambiata: “La protezione dei salari e delle condizioni di lavoro non è negoziabile”.

Commissione Ue non vuole commentare proposte CF
La Commissione UE non vuole per ora commentare il nuovo approccio alle relazioni tra Berna e Bruxelles presentato oggi dal Consiglio federale. Interpellata dall’agenzia Keystone-ATS, ha fatto sapere che preferisce attendere di essere informata attraverso i canali ufficiali. Solo quando la proposta sarà stata analizzata, faremo una dichiarazione, ha aggiunto la Commissione, dicendosi pronta ad essere coinvolta “quando i nostri partner svizzeri saranno pronti”. L’eurodeputato Andreas Schwab, presidente della delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con la Svizzera, si è da parte sua espresso positivamente per il fatto che dopo una situazione confusa il Consiglio federale stia ora presentando nuove proposte. L’obiettivo dell’Unione europea è rafforzare la cooperazione con la Svizzera, perché in un mondo globale siamo molto più forti insieme che separati, ha ribadito. Se il Consiglio federale trovasse proposte costruttive per un adeguamento verticale delle questioni importanti in tutti gli accordi, allora ci sarebbe grande interesse a Bruxelles, ha detto Schwab.

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