
Il 22 settembre 2025 è il giorno in cui Franziska e René Bötschi hanno inoltrato la lettera per la richiesta di trasferimento preventivo al gruppo di lavoro istituito dal Comune di Albula/Alvra. "Mi sentivo un po' triste al mattino, ma poi è stato come inviare una cartolina di compleanno", racconta Franziska Bötschi seduta al tavolo di legno nell'appartamento a Tinizong. Lei e il marito, entrambi pensionati, vivono qui in affitto da metà maggio. È proprio a questo tavolo che i due hanno preso la decisione. "Ne abbiamo parlato a lungo. Sento ancora un po' il peso sul cuore, ma adesso è finita." C'è voluto del tempo per maturare la decisione di abbandonare il villaggio dov'è nata e cresciuta, ammette la 72enne. "Il primo pensiero è stato: non andiamo via, perché la casa non ha danni." Lei e il marito l'hanno costruita nel 1994. Allora i due si trovavano ancora a Kloten. La loro visione era quella di vivere la loro pensione pacifici nella casa più vicina al "Rutsch", ovvero al pendio che minaccia il villaggio. "Non sappiamo cosa succederà in futuro, per questo abbiamo deciso di abbandonare la casa."
La frana continua a muoversi verso valle
Oggi la frana continua a muoversi verso valle, ma meno di prima. Stando all'ultimo bollettino del Comune di Albula/Alvra il paese scivola ora con una velocità di 40 fino a 60 centimetri all'anno. In novembre dell'anno scorso, quando l'ottantina di abitanti è stata sfollata per la seconda volta, il villaggio si muoveva di 2,3 metri all'anno. Un rallentamento sostanziale dovuto al cunicolo di drenaggio, che toglie l'acqua dal sottosuolo. Il perforamento è iniziato quasi un anno fa e attualmente il 45% è completato.
La scelta di Georgin Bonifazi
"Fin dall'inizio dei lavori per noi era chiaro che se questi avessero raggiunto l'effetto sperato ciò avrebbe rappresentato la salvezza di Brienz/Brinzauls", racconta Georgin Bonifazi. L'agricoltore si è accorto dei risultati del tunnel con i suoi stessi occhi. I solchi e i buchi nei pascoli che coltiva e che percorre regolarmente non sono peggiorati. "Il successo della galleria di drenaggio è ormai evidente. Per questo motivo, a mio avviso, il 30 settembre è il momento sbagliato per decidere definitivamente se abbandonare il nostro villaggio", afferma il contadino. Lui, la moglie e i quattro figli hanno così deciso di non inviare la richiesta di trasferimento preventivo. Fino a pochi mesi fa i pensieri erano però diversi. "Fino all'estate abbiamo seriamente pensato di trasferirci. Ma la ricerca per una nuova sede per la nostra azienda è stata molto stressante e infruttuosa. Nel nostro caso non si tratta solo di trovare una nuova dimora, ma di garantire la base della nostra esistenza", prosegue Bonifazi. Dal momento che le autorità hanno pubblicato i dati più recenti sui movimenti del paese la famiglia ha smesso di cercare nuove opzioni. E si è sentita alleggerita.
Visioni differenti ma contrari alla demolizione delle case
Malgrado Franziksa Bötschi e Georgin Bonifazi abbiano deciso di intraprendere vie diverse, su un punto sono concordi: sono entrambi contrari alla demolizione delle case. "Se avessimo deciso di rimanere e le case dei vicini venissero tutte demolite, rimarremmo senza case attorno. È un bel vivere questo?", si chiede Franziska Bötschi. Quel giorno che decideranno di demolire la sua casa ha già deciso di andare via per essere lontana. Anche con i pensieri. "Ciò che la natura ha finora risparmiato, ora lo distruggiamo noi stessi. Non ha alcun senso ed è del tutto incomprensibile!", dice Bonifazi scuotendo il capo. Ma questa è la premessa per chi decide di andarsene e poter così beneficiare dei sussidi stanziati da Coira e da Berna per ricostruirsi un futuro. Il nucleo del villaggio che si affaccia sulla valle dell'Albula fa parte degli insediamenti da proteggere di importanza regionale. Una perizia del Servizio monumenti cantonale delineerà quali edifici e strutture verranno risparmiate dalle ruspe.
Cosa avverrà dopo il 30 settembre?
Il 30 settembre sarà uno spartiacque per gli abitanti di Brienz/Brinzauls. Cosa avverrà dopo? Franziska e René Bötschi per il momento rimarranno nell'appartamento a Tinizong. "Non vogliamo costruire una casa. Io qui sto bene, le persone sono gentili e se voglio incontrare qualcuno di Brienz/Brinzauls faccio un colpo di telefono." Il suo non sarà comunque un abbandono definitivo. Le sue sorelle hanno voluto tenere la casa di famiglia nel villaggio. Bötschi spera così di poterci tornare. Per chi rimane le domande non sono ancora finite. "Non sappiamo ancora quanto durerà l'evacuazione. Se anche il prossimo inverno non potremo tornare, dovremo trasferire nuovamente i nostri animali e il foraggio a Landquart, dove attualmente viviamo in un appartamento in affitto. È ancora incerto se riceveremo un sostegno per far fronte a questo enorme onere finanziario aggiuntivo", continua l'agricoltore. Il futuro dell'azienda familiare è caratterizzato da una grande incertezza. Ma la speranza di poter tornare a casa è ancora intatta. "Non troveremo mai un posto migliore di Brienz/Brinzauls".