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Ancora una divergenza sull'organizzazione dell'esercito: servirà una Conferenza di conciliazione
Ats
14 ore fa
I due rami del Parlamento dovranno mettersi d'accordo sul numero di militari armati che il Consiglio federale può convocare senza chiedere l'approvazione del Legislativo. Gli Stati vorrebbero un tetto di 50 militi, il Nazionale di 18 (oggi 10).

Ci vorrà una Conferenza di conciliazione per eliminare l'ultima divergenza fra le Camere circa la riforma dell'organizzazione dell'esercito. Oggi il Consiglio nazionale ha infatti eliminato solo due delle tre differenze rimanenti. I due rami del Parlamento dovranno mettersi d'accordo sul numero di militari armati - forze speciali - che il Consiglio federale può convocare senza chiedere l'approvazione del Legislativo. Gli Stati vorrebbero un tetto di 50 militi, il Nazionale di 18 (oggi 10).

Gli obiettivi

Più in generale, il progetto mira a rendere l'esercito più flessibile per rispondere alle esigenze accresciute di sicurezza. Si tratta da un lato di garantire gli effettivi e dall'altro di rispondere all'esigenza di conciliare il servizio militare con la vita professionale e privata dei coscritti. Il Governo prevedeva che le scuole reclute potessero avere una durata inferiore a 18 settimane, a seconda delle esigenze di addestramento delle diverse armi. I giorni rimanenti devono essere svolti in modo più flessibile, in base alle esigenze dell'esercito e dei militari.

Durata invariata

Alla fine, la durata totale dell'addestramento rimane invariata. Le Camere hanno precisato che è possibile una durata più breve o più lunga per le funzioni che richiedono un'istruzione particolare. Il Consiglio nazionale si è tacitamente allineato agli Stati su questo punto. I deputati della Camera bassa si sono schierati con i "senatori" anche sulla questione degli affari di compensazione; il plenum ha specificato che anche i settori industriali civili devono poter essere presi in considerazione dal Consiglio federale per gli affari offset.

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