
Guy Parmelin è volato a sorpresa negli Stati Uniti per tentare di trovare una soluzione alla diatriba sui dazi. Sui colloqui vige il massimo riserbo, ma sul suo profilo X il consigliere federale gli ha definiti costruttivi. L'obiettivo è quello di ridurre i dazi fissati da Trump al 39%, sottoponendo una nuova offerta. Nel post Parmelin parla di concrete possibilità per la Svizzera. Più scettico il direttore della camera di commercio ticinese Luca Albertoni. "Tutti gli sforzi fatti attualmente per cercare di solvere la situazione sono benvenuti, però è difficile dare delle valutazioni", dice a Ticinonews. "Le reazioni americane di questa mattina non sono state di grande entusiasmo. Sostengono che la Svizzera è un paese ricco che si arricchisce alle spalle degli USA con i medicamenti. Non sono premesse molto incoraggianti".
Un canale aperto con le autorità americane
Eppure Parmelin ha parlato di incontri costruttivi. Sono delle frasi di circostanza? "Probabilmente non poteva dire altro, altrimenti lo avrebbero accusato di essere andato inutilmente negli USA. Battute a parte, credo che sia importante nel contesto generale tenere un canale aperto con le autorità americane".
La nuova offerta
Resta l’incognita sulla nuova offerta svizzera. Stando ad Albertoni si parla di possibili nuovi acquisti o investimenti, ma senza dettagli concreti. "Non riesco a immaginare cosa potrebbe esserci oltre a quanto già annunciato ad esempio dalle case farmaceutiche. Parliamo di cifre importanti per la Svizzera, ma che non cambiano la bilancia commerciale, ossessione di Trump. Mi lascio sorprendere: se il Consiglio federale ha trovato una soluzione, ne sarò il primo ad essere felice".