
Albergatori svizzeri spalla a spalla con i colleghi degli altri paesi continentali contro Booking.com: HotellerieSuisse e GastroSuisse, insieme alle associazioni nazionali di altri 25 paesi sostengono un'azione legale collettiva paneuropea. L'iniziativa fa seguito alla sentenza della Corte di giustizia europea (Cgue) del 19 settembre 2024 che ha stabilito che le clausole di parità tariffaria imposte dalla piattaforma (la cosiddetta "parity rate") violavano il diritto della concorrenza dell'Ue. Le regole in questione hanno impedito agli hotel di offrire prezzi o disponibilità migliori sui propri siti web, limitando le vendite dirette e l'autonomia. "HotellerieSuisse accoglie con favore questo passo legale e invita le strutture interessate a prendere in considerazione la loro partecipazione", afferma Nicole Brändle, direttrice di HotellerieSuisse, citata in un comunicato. La causa sarà intentata alla fine di luglio dalla fondazione olandese Hotel Claims Alliance. Possono partecipare tutti gli alberghi in Europa prenotabili su Booking.com - che ha sede ad Amsterdam, ma è di proprietà di una holding americana - tra il 2006 e il 2024. L'azione viene finanziata esternamente, il che significa che gli hotel partecipanti non devono investire soldi propri.
Le criticità sollevate
Le associazioni considerano le clausole di parità come una delle principali cause di danno finanziario: a loro avviso Booking.com ha applicato commissioni artificialmente elevate, fino al 18%, ha limitato la concorrenza tra le piattaforme di prenotazione e ha reso più difficile la vendita diretta da parte dei fornitori di alloggi. La causa mira a recuperare i danni finanziari subiti. Secondo i querelanti, ciò ha portato al controllo del mercato da parte di poche grandi piattaforme di prenotazione, una cosiddetta struttura oligopolistica. Sebbene tali clausole siano ora vietate in Svizzera, secondo GastroSuisse esistono ancora problemi di fondo con le piattaforme di prenotazione. Un recente sondaggio condotto dall'associazione mostra che gli sconti segreti e i prezzi speciali (il cosiddetto "undercutting") praticati dai siti in questione generano ancora confusione e compromettono la politica dei prezzi delle aziende. Le imprese lamentano inoltre la mancanza di accesso ai dati dei clienti, cosa che a loro dire ostacola la concorrenza leale e lo sviluppo di relazioni a lungo termine con gli ospiti. GastroSuisse auspica perciò ulteriori misure e vuole andare oltre la causa legale per sostenere una maggiore equità nel mercato delle prenotazioni digitali in rapporto a quelle dirette.