
È iniziata oggi sulla Waisenhausplatz di Berna la raccolta firme a sostegno dell’iniziativa “200 franchi bastano!”, con la quale si chiede di ridurre il canone radiotelevisivo dagli attuali 335 franchi annui a 200 franchi annui. A rappresentare simbolicamente i 200 franchi che gli svizzeri dovrebbero essere chiamati al massimo a versare singolarmente c’erano 200 palloncini rossi.
L’iniziativa chiede pure l’abolizione del prelievo del canone per le aziende, oggi pagato dalle imprese che realizzano una cifra d’affari annua di complessiva di almeno 500’000 franchi (Iva esclusa). Gli iniziativisti hanno tempo fino al 1° dicembre 2023 per raccogliere le 100.000 firme necessarie per portare il popolo alle urne.
“Consumo dei media mutato”
Il co-presidente del comitato d’iniziativa, il consigliere nazionale Thomas Matter (Udc) si, è detto motivato: “Sono lieto che oggi possiamo iniziare a raccogliere le firme. I canoni obbligatori della Ssr, pari a 335 franchi, sono troppo alti. Una riduzione a 200 franchi incontrerà il favore della popolazione, perché il consumo dei media è cambiato molto”.
Tre ticinesi nel comitato
Il comitato dell’iniziativa si definisce apartitico, ma è composto in gran parte da parlamentari federali, in carica o meno, appartenenti alla destra e al Plr. Il Ticino è rappresentato dai consiglieri nazionali Piero Marchesi (Udc) e Lorenzo Quadri (Lega), oltre che dal consigliere agli Stati Marco Chiesa (Udc). Quest’ultimo è pure co-presidente del comitato, nel quale figura anche Hans-Ulrich Bigler, direttore di Usam. Bigler aveva condotto una campagna attiva in favore dell’iniziativa “No Billag”, che chiedeva l’abolizione integrale del canone radiotelevisivo. Marco Chiesa era invece contrario all’iniziativa.
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