Svizzera
Acquisto F-35A, “nessuna certezza sul prezzo”
Immagine Shutterstock
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Keystone-ats
3 anni fa
È la critica mossa dal Controllo federale delle finanze (Cdf). Armasuisse replica: “La gestione dei rischi è definita in modo chiaro”

La Svizzera non può contare su prezzi fissi per l'acquisto dei nuovi aerei da combattimento. In un rapporto pubblicato oggi, il Controllo federale delle finanze (Cdf) chiede perciò ad armasuisse di completare l'inventario dei rischi con gli aspetti finanziari. Armasuisse respinge però le critiche.

L’incertezza
L'annuncio dell'acquisto dei 36 F-35A del costruttore americano Lockheed Martin ha suscitato scalpore sia a livello politico sia nei media. Il Cdf ha ripreso alcuni dei punti sollevati in queste discussioni per valutarne la rilevanza in termini di rischio. Secondo un rapporto declassificato, pubblicato spontaneamente oggi dal Cdf, in relazione all'acquisto degli F-35 non c'è “alcuna certezza giuridica per un prezzo fisso nel senso di una somma forfettaria secondo la giurisdizione svizzera”. L’incertezza riguarda anche i costi operativi e di manutenzione per l’intera durata di utilizzo.

Poca chiarezza sul contratto e sul prezzo
Il Cdf non è in grado di dire quale tipo di contratto a prezzo fisso sia stato effettivamente stipulato, né se corrisponda a un prezzo forfettario secondo la legge svizzera. Altri elementi, come il ripetuto riferimento ai “costi stimati”, sollevano dubbi sul fatto che si tratti di un prezzo fisso nel senso di una somma forfettaria. Stando al rapporto, è possibile interpretare i vari elementi come un'assicurazione da parte del governo statunitense che non intende trarre profitto dalla transazione, ma che i costi del produttore saranno trasferiti all'acquirente. L'incertezza tuttavia è troppo grande, secondo il Cdf. E armasuisse dovrebbe includere questo punto nella sua analisi dei rischi del programma Air2030. Quest'ultimo comprende quattro progetti: l'acquisto dei nuovi aerei da combattimento che sostituiranno gli F/A-18 e l'F-5, l'acquisto di un sistema di difesa terra-aria a lungo raggio, la sostituzione del sistema di controllo delle operazioni aeree e la manutenzione e sostituzione delle installazioni radar.

Armasuisse: “La gestione dei rischi funziona bene”
In una nota, l'Ufficio federale dell'armamento (armasuisse) respinge fermamente le osservazioni del Cdf affermando che “la gestione dei rischi per questo programma è definita in modo chiaro e adeguatamente implementata”. Gli Stati Uniti e la Svizzera avevano concordato per iscritto che il governo americano avrebbe acquistato l'F-35 dal produttore con un contratto a prezzo fisso e lo avrebbe rivenduto alla Svizzera allo stesso prezzo fisso. Questo prezzo tiene conto anche dell'inflazione statunitense. La Svizzera ha anche un elevato grado di certezza di pianificazione per quanto riguarda i costi operativi. Questi sono “offerti in modo vincolante” fino al 2040, scrive armasuisse, sottolineando peraltro come in oltre quarant’anni di transazioni “non ci siano stati superamenti dei costi in nessuno dei numerosi contratti”.

“Considerazioni astratte”
Nonostante la raccomandazione del Cdf, armasuisse non vede quindi alcuna ragione per apportare modifiche all'attuale programma di acquisto dei jet da combattimento. Piuttosto, si dovrebbero evidenziare gli aspetti positivi. Ad esempio, il Cdf scrive nello suo rapporto che “la gestione del rischio di questo programma è stata chiaramente definita e viene attuata in modo appropriato”. Armasuisse ritiene peraltro che “il Cdf mette significativamente a rischio gli interessi della Confederazione quando mette in discussione gli accordi contrattuali chiari ed espressamente confermati con gli Stati Uniti”. Le raccomandazioni si basano principalmente su “considerazioni astratte ed esperienze dall’estero”.

La trattativa non concretizzata con la Francia
Prima che la scelta ricadesse sugli F-35 americani, sull’asse Berna-Parigi erano state svolte una serie di trattative. Secondo quanto riferisce la Srf, Parigi sarebbe stata pronta a offrire il proprio sostegno sui dossier europei in caso di raggiungimento di un accordo. Accordo che però, come sappiamo, non si è mai concretizzato. In proposito, la consigliera federale Viola Amherd aveva addirittura accusato i colleghi Ignazio Cassis e Ueli Maurer di aver negoziato a sua insaputa. Da allora, i rapporti tra Francia e Svizzera si sono raffreddati.

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