Svizzera
Accordi con l'UE, il comitato direttivo dell'USAM è critico
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Ats
18 ore fa
Del nuovo pacchetto vengono criticate le regole istituzionali, la cui approvazione "sarebbe concepibile solo a determinate condizioni, poiché aumenterebbero la burocrazia, rafforzerebbero l'amministrazione e indebolirebbero l'influenza democratica del popolo svizzero e delle PMI".

Il comitato direttivo dell'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) muove critiche ai nuovi accordi con l'UE. A suo avviso, sono soprattutto le regole istituzionali a sollevare interrogativi: burocrazia, oneri e possibilità di influenza delle piccole e medie imprese (PMI). Raccomanda una votazione con doppia maggioranza, di popolo e Cantoni. Pur ribadendo in una nota odierna il suo sostegno alle relazioni con Bruxelles, il comitato afferma che un'eventuale approvazione è subordinata a determinate condizioni, in particolare a garanzie di partecipazione democratica e a misure volte ad alleggerire gli oneri delle PMI.

Vantaggi e svantaggi

Gli accordi bilaterali I e II esistenti apportano numerosi vantaggi alle PMI svizzere, in particolare la partecipazione al mercato grazie a intese interne e alla libera circolazione delle persone, viene riconosciuto nel comunicato. Del nuovo pacchetto, l'USAM valuta positivamente l'accordo sull'energia elettrica. Critica invece le regole istituzionali, la cui approvazione sarebbe concepibile solo a determinate condizioni, poiché aumenterebbero la burocrazia, rafforzerebbero l'amministrazione e indebolirebbero l'influenza democratica del popolo svizzero e delle PMI, prosegue la nota. Per quanto riguarda il nuovo accordo sulla sicurezza alimentare e quello sulla salute, i vantaggi, l'urgenza e i rischi non sono sufficientemente dimostrati, viene aggiunto.

"Si sottopongano gli accordi al referendum obbligatorio"

"Ogni nuovo accordo deve garantire la partecipazione democratica e limitare l'onere che grava sulle nostre PMI", afferma il presidente dell'USAM Fabio Regazzi. "Per questo motivo il comitato direttivo raccomanda di sottoporre gli accordi al referendum obbligatorio, richiedendo anche la maggioranza dei Cantoni, affinché le regole istituzionali e la parziale restrizione della sovranità economica godano di un ampio sostegno democratico".

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