Medio Oriente
Accademici svizzeri al Consiglio federale: "Serve una posizione più decisa su Gaza"
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Redazione
3 giorni fa
Una trentina di professori di diritto internazionale esortano Berna di rispettare i suoi obblighi legali.

Una trentina di professori di diritto internazionale pubblico e penale delle università svizzere ha inviato una lettera al Consiglio federale per chiedere una posizione più decisa sulla crisi israelo-palestinese. Nel testo - redatto in occasione del 76° anniversario delle Convenzioni di Ginevra e firmato da Samantha Besson (Université de Fribourg), Anna Petrig (Universität Basel) e Marco Sassòli (Université de Genève) - gli esperti si dicono "indignati" per "la gravità delle violazioni del diritto internazionale commesse dall’esercito israeliano nei territori palestinesi occupati". Preoccupati per "la passività della Svizzera", gli accademici ricordano che Berna ha precisi obblighi internazionali e che il mancato rispetto di una serie di doveri legali potrebbe portare la Svizzera "a incorrere in responsabilità internazionali e in potenziali procedimenti giudiziari". Tra le misure proposte figurano il sostegno attivo all’UNRWA anche nei territori occupati della Palestina e a Gaza, il monitoraggio delle imprese svizzere per evitare il commercio di armi che favoriscano l’occupazione e l'importazione di prodotti provenienti da insediamenti illegali israeliani, l’adozione di sanzioni mirate contro i coloni. Gli accademici invitano inoltre la Svizzera, in qualità di Stato depositario delle Convenzioni di Ginevra, a convocare una conferenza degli Stati parti sulla situazione nel territorio occupato della Palestina. "Non è un’azione contro Israele – precisa Marco Sassòli, interpellato dal Corriere del Ticino – ma un richiamo al rispetto dei fondamenti del diritto internazionale".

Le convenzioni di Ginevra

Le Convenzioni di Ginevra, firmate il 12 agosto 1949, sono un elemento centrale del diritto internazionale umanitario e stabiliscono le norme per la tutela delle persone nei conflitti armati. Costituiscono la base per la protezione dei civili, dei feriti, dei malati, dei prigionieri di guerra e delle altre persone che non partecipano alle ostilità.