Davos
A 16 anni attraversa la Groenlandia a piedi in soli 26 giorni
© Markus Blum
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Redazione
2 giorni fa
Partita il 28 maggio con il padre, Amira ha attraversato la calotta glaciale trainando tre slitte, con un totale di 180km di materiale, e marciando per 8-10 ore al giorno. Con questa impresa ha realizzato un sogno espresso per la prima volta quando aveva 13 anni.

558 chilometri nel deserto di ghiaccio, trainando tre slitte e dormendo in tenda. È il viaggio intrapreso dalla 16enne di Davos Amira Blum, che ha attraversato con gli sci la calotta glaciale della Groenlandia in soli 26 giorni, realizzando un sogno d'infanzia. Si tratta della più giovane europea ad aver affrontate una simile avventura. E lo ha fatto in compagnia di suo papà Markus Blum, l'avventuriero e ambasciatore di Fjällräven, società svedese specializzata in attrezzature per esterni che ha sostenuto l'impresa assieme a Würth e altri partner.

Il viaggio

Amira è rientrata a fine giugno, dopo aver percorso la landa glaciale inospitale, completamente priva di civiltà, con temperature fino a -35°C. Con questa traversata è, come detto, con ogni probabilità la più giovane europea ad aver mai attraversato la Groenlandia a piedi, e la più giovane persona al mondo ad averlo fatto in un team di due, come membro a pieno titolo di una spedizione, senza un grande seguito. Amira e suo padre hanno così realizzato un desiderio che lei aveva espresso per la prima volta a 13 anni: attraversare la Groenlandia a piedi in un mese, dal “Point 660” vicino a Kangerlussuaq sulla costa occidentale, fino a Isortoq sulla costa orientale, passando per l’altopiano glaciale. Hanno trascinato tre slitte con un totale di 180 kg di materiale per la completa autosufficienza: cibo per 30 giorni, fornelli, tenda, sacchi a pelo ultra caldi e abbigliamento isolante. Sono partiti il 18 maggio 2025 e hanno raggiunto l’altra costa il 12 giugno 2025. "Eravamo una grande squadra e ho sempre creduto che ce l’avremmo fatta. Ma arrivare alla meta dopo settimane di fatica, monotonia e gelo estremo è stato un momento davvero speciale", racconta con modestia Amira.

Una base americana abbandonata nel nulla bianco

Ogni giorno padre e figlia hanno marciato per 8-10 ore con le pesanti slitte al seguito, facendo solo brevi pause per mangiare. All’inizio hanno affrontato tratti in salita e terreno difficile, prima di raggiungere l’enorme altopiano ghiacciato. Dopo circa 320 km hanno toccato il punto più alto del percorso, a circa 2'500 metri. Uno dei momenti più memorabili è stato il passaggio alla vecchia stazione americana di allerta precoce DYE2, raggiunta l’undicesimo giorno, dopo 190 chilometri. "La stazione, sgomberata negli anni ’80, sta lentamente sprofondando nel ghiaccio, ma è ancora ben conservata – a parte la neve che penetra dentro, sembra che sia stata abbandonata appena ieri", racconta Markus Blum.

Una vera squadra, non un padre che guida la figlia

Markus aveva già attraversato la Groenlandia alcuni anni fa. "Ovviamente abbiamo potuto trarre vantaggio dalla mia esperienza precedente", spiega. "Ma un’impresa del genere si può affrontare solo come squadra alla pari. Amira, pur essendo giovane, è stata fin dall’inizio una partecipante a pieno titolo e non una bambina guidata dal padre", dice con orgoglio. "Era in ottima forma, ha affrontato bene anche i passaggi difficili, come i crepacci o i torrenti di fusione, ha aiutato a montare il campo, cucinare, pianificare e navigare". Con questa impresa, Amira è la più giovane europea ad aver mai attraversato la Groenlandia a piedi, e la più giovane in assoluto a farlo come membro attivo e unico compagno del padre. Solo l’australiana Jade Hameister, che aveva 15 anni nel 2017, era più giovane – ma era accompagnata da un team di cinque persone, tra cui una guida e cameraman professionisti, e ha raggiunto la meta il giorno del suo 16° compleanno. Oltre al lavoro di squadra, il successo della spedizione dipendeva anche dall’equipaggiamento. Amira e Markus hanno trascorso un mese in un ambiente ostile, senza traccia di civiltà, con vento glaciale e temperature notturne fino a -30°C. Un ruolo speciale lo ha avuto la tenda polare ."In un luogo simile, la tenda diventa la tua casa", racconta sempre Markus. "Dopo una giornata immersi nell’infinita distesa bianca, vedere l’arancione della tenda ti dà un senso di protezione". Amira aggiunge: "Era bello la sera potersi riparare dal vento, riposarsi e dormire. La tenda era il posto dove rilassarsi dopo giornate dure". Lì si svolgevano anche lunghe conversazioni padre-figlia, spesso divertenti: "Era importante per rompere la monotonia del silenzio – con un po’ di umorismo tutto diventa più facile".

Un’infanzia fuori dal comune, fatta di avventure

Padre e figlia avevano già un legame stretto, altrimenti questa spedizione non sarebbe mai nata. Ma esperienze così intense rafforzano ancor più quel legame: "Abbiamo passato momenti fantastici insieme, e sono molto fiero di come Amira ha affrontato tutto", racconta Markus. Ma cosa spinge una teenager svizzera a sfidare volontariamente privazioni così estreme? "Ho avuto un’infanzia un po’ particolare", racconta Amira. "I miei genitori hanno sempre cercato avventure anche lunghe mesi, e io ero sempre con loro. Da piccola ho cavalcato per mesi nella natura selvaggia canadese, ho passato un inverno in una baita isolata, ho domato cammelli in Australia e viaggiato con loro per mesi, o attraversato il Kirghizistan a cavallo. Per me era normale: vivere all’aperto, scoprire il mondo, essere autosufficiente, avere poche cose ma importanti". Quando nel 2022 il padre ha attraversato la Groenlandia senza di lei, è stato strano. "Io ero sempre parte delle sue avventure. Così a 13 anni ho deciso: voglio farlo anche io, con lui. E ora ce l’abbiamo fatta", dice raggiante.