
Si chiamano "Duro" i famosi veicoli di trasporto dell'esercito, una sigla che sta per "durevoli" e "robusti".
Ma anche loro, dopo ormai oltre 15 anni di servizio, hanno bisogno di essere rimessi in sesto per affrontare al meglio il futuro.
E così il Consiglio nazionale ha approvato a metà dicembre, con 98 voti a 90, la richiesta di un credito da 558 milioni di franchi avanzata dal direttore del Dipartimento della difesa Ueli Maurer per la riparazione dei Duro.
Una scelta ecologica, che consentirà di prolungare la vita dei 2'200 Duro attualmente a disposizione dell'esercito svizzero evitando di dover procedere a nuovi acquisti.
Fin qui tutto bene. Peccato che il costo di questa riparazione è di oltre 250'000 franchi per veicolo. Una cifra spropositata, se si pensa che nuovi erano costati meno di 140'000 franchi l'uno.
Già in occasione del voto, il consigliere nazionale UDC Ulrich Giezendanner era insorto contro la spesa, che considera un'ingiustificato regalo alla Mowag di Kreuzlingen, azienda che fa capo al gruppo americano General Dynamics.
E ieri sul Blick il consigliere nazionale argoviese è tornato all'attacco gridando allo scandalo. Giezendanner ha affermato di voler intervenire presso il Consiglio degli Stati, che deve ancora avallare il credito, in modo da convincerli a correggere la decisione del Nazionale.
E Giezendanner non è l'unico a sospettare che il credito da 558 milioni serva soprattutto ad aiutare la Mowag. Anche il consigliere nazionale socialista Pierre-Alain Fridez ha denunciato "la modernizzazione lussuosa, per usare un eufemismo, di questi camion", lamentando il fatto che non sia stato aperto un concorso per la riparazione dei Duro.
La patata bollente è ora nelle mani dei consiglieri agli Stati, che dovranno esprimersi sul tema durante la sessione di marzo.
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