
Oggi alle 15 ad Appiano Gentile si disputerà l’amichevole tra Inter e Lugano, una partita che ai più nostalgici riporta alla mente i ricordi di una sera nella quale Davide ha battuto Golia.
Sarebbe stata la trama perfetta degli iconici film americani sullo sport, dove la squadra scalcagnata del college o delle vecchie glorie riesce nell’impresa di battere all’ultimo minuto i super favoriti. Ma il Lugano che nel 1995 affrontò l’Inter in quella doppia sfida di Coppa Uefa era tutt’altro che una squadra raffazzonata, potendo vantare tra le sue fila giocatori come Mauro Galvao (difensore brasiliano con 26 presenze nella Nazionale verdeoro) e il centrocampista russo Igor Šalimov, ma anche gli stessi Walker, Carrasco e Morf.
L’ostacolo per i bianconeri era comunque molto difficile. Il Lugano di Morinini si trovò ad affrontare una squadra che almeno idealmente avrebbe dovuto puntare alla vittoria in campionato. I bianconeri contro i vari Pagliuca, Zanetti, Bergomi, Roberto Carlos, Berti, Delvecchio e Ganz.
E invece la serata di San Siro è stata una delle tante clamorose disfatte della 'Pazza Inter'. Un tonfo, quello casalingo, che a Milano ha fatto rumore. Battuti in casa dal Lugano e da una decisiva indecisione di Pagliuca sulla punizione di Carrasco (che aveva segnato anche all' andata, direttamente su corner, pareggiando l’1-0 di Roberto Carlos). La prima grande débâcle in campo europeo dell'Inter morattiana.
Quella di oggi è una partita con un'altra storia e un altro significato. Il Lugano concluse la stagione 1995/1996 salvandosi ai playout, mentre ora è quarto in classifica e con ambizioni europee. L’Inter (che chiuse la stagione al settimo posto) invece, sembra essersi nuovamente persa in campo europeo. Altri due tonfi, questa volta con gli israeliani dell’Apoel Beer Sheva e i cechi dello Sparta Praga.
Chissà che un giorno non si possa assistere a una rivincita su questi palcoscenici. Un’opinione l’abbiamo chiesta proprio al giustiziere dei nerazzurri, a quell’Edo Carrasco che nella storia dell’Inter ci è finito da ben 21 anni.
Ci sono analogie tra Lugano e Inter del 1995 e Lugano e Inter di oggi?
“Sono molto contento di come sta andando il Lugano quest’anno. Ho l’impressione che Andrea Manzo abbia dato una bella impronta tecnica e tattica alla squadra, che ha un idea di gioco ben precisa. È vero, ha perso contro il Losanna, che è una squadra con un progetto interessante. Ecco, questa squadra di Celestini mi ricorda molto il mio Lugano: una generazione di giovani ambiziosi cresciuti con la società e con un progetto. Eravamo un gruppo di amici consapevoli dei nostri mezzi e sapevamo che con il nostro gioco potevamo fare bene.
L’Inter invece mi ricorda quella affrontata nel 1995: oggi sta vivendo una crisi di identità dovuta alla ricostruzione. Ventun anni fa Moratti ha preso in mano i nerazzurri non conoscendo bene il calcio. Anche la squadra di De Boer, come quella del ‘95, ha tra le sue file molti giocatori inadatti, come Ranocchia e Nagatomo.”
Dove può arrivare il Lugano di Andrea Manzo?
“Quest’anno il Lugano ha il vantaggio di non aver nulla da perdere, ma la società deve stare attenta a sostenere l’allenatore e il suo progetto con pazienza. Per ora la società non è molto strutturata in questo senso. Ha un buon gruppo e non deve dar via troppo in fretta i giocatori migliori e deve trattenere quelli “poco utilizzati, ma che conoscono la nostra realtà. I risultati arrivano grazie ai giocatori che restano a lungo, che si fanno sentire all’interno dello spogliatoio, non a quelli che sbarcano per 6 mesi per poi ripartire.
Prendiamo il Ludogorets (la squadra che ha pareggiato all’esordio in Champions League del Basilea), il loro progetto dura da 7 anni e il presidente è stato bravo a mantenere un ossatura chiave con i giocatori più rappresentativi. Il Lugano deve ancora fare questo salto di qualità.
Oggi non si parla più di Davide contro Golia, un allenatore può mettere insieme capacità e competenze per creare un gruppo in grado di raggiungere risultati importanti, ma come detto serve pazienza e pianificazione.”
È possibile rivedere Inter e Lugano darsi battaglia in Europa il prossimo anno?
“Vedo più possibile la qualificazione in Europa del Lugano piuttosto che dell’Inter. Il mio Lugano aveva nel collettivo il proprio punto di forza, e lo rivedo anche nella squadra di Andrea Manzo. L’Inter invece non ha ancora una struttura e un progetto chiari. Ha un allenatore che cerca di trasmettere la sua idea di calcio, importata dall’Olanda, ma che deve ancora calarsi nella realtà del calcio italiano”.
I più nostalgici potranno riguardare QUI il gol di Edo Carrasco a San Siro.
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