
Ieri sera a Fuorigioco ha parlato Martin Blaser. Il CEO bianconero ha affrontato con grande disponibilità ogni tema messo sul tavolo. A questo link potete riascoltare le sue parole. Nel corso della puntata sono anche stati proposti alcuni stralci di un’intervista allo Sport Chief Officer bianconero Sebastian Pelzer. A seguire trovate l’integralità del colloquio con il dirigente dell’FC Lugano.
L'intervista
A seguito delle difficoltà che state vivendo sul campo
avete deciso di separarvi da Riccardo Di Bendetto, preparatore dei portieri, e
Andrea Aletti, assistente di Croci Torti. Come spiegate queste scelte?
"Non stiamo cercando scuse per il nostro pessimo inizio
stagione. Vogliamo invece dare nuovi impulsi. Crediamo nel potenziale di Saipi
e vogliamo aiutarlo a raggiungere il suo massimo potenziale. Per quanto
riguarda Aletti la separazione con Aletti, vale lo stesso discorso. Vogliamo
portare qualcosa di nuovo alla squadra. Queste decisioni sono state prese con
l’accordo di Matti Croci Torti".
Va bene ma così sembra che abbiate punito due capri
espiatori…
"L’ho già detto, non è così. Vogliamo dare nuovi impulsi al
gruppo".
Rimane il fatto che il Lugano stia vivendo un periodo
molto complicato. Quali sono secondo lei le ragioni?
"Abbiamo giocatori in rosa che nelle ultime settimane hanno
perso la concentrazione: più che pensare alle prestazioni in campo si sono
focalizzati sul loro futuro. Mettiamo in conto che, con la chiusura del
mercato, questa situazione migliori. C’è poi un aspetto fisico: con
l’eliminazione dalle coppe avremo più tempo per recuperare fra una partita e
l’altra. Crediamo, e ci aspettiamo, che queste condizioni portino a migliori
risultati".
Giocatori che hanno la testa al mercato e dunque non
rendono. Non siamo di fronte ad una chiara mancanza di professionalità? In
fondo il Lugano paga loro lo stipendio…
"Come società ci dispiace ma questo è il mercato. Abbiamo
avuto diverse richieste per alcuni nostri giocatori che però non si sono
concretizzate. Questi giocatori hanno ancora un contratto con noi e in base a
questo contratto ci aspettiamo che tutti forniscano al massimo le loro
prestazioni".
Osservando dall’esterno e ascoltando le sue parole ci
viene da dire che il Lugano resta un club piccolo, in balia di attori più
grande che posso destabilizzare il vostro spogliatoio.
"Per me è importante che chi firma per il Lugano, lo faccia
con piena convinzione. Di fronte ad un contratto, ci sono diritti e doveri. Il
nostro dovere è quello di pagare lo stipendio, quello dei giocatori è di
giocare al massimo. Chi è con noi deve sempre spingere a tutta, anche perché
questa è la loro unica chance per guadagnarsi l’interesse di altre società.
Lugano è una piccola realtà, in un piccolo campionato. Uno dei nostri obiettivi
è anche quello di permettere ai giocatori che vengono di svilupparsi e fare il
prossimo passo nella loro carriera. Ciò però deve sempre avvenire
nell’interesse dell’FC Lugano".
In questo senso la gestione di Hajdari (ceduto ieri
all’Hoffenheim) è da ritenere sbagliata?
"No, ci erano giunte delle richieste. Abbiamo deciso di
tutelare il club e il giocatore riducendo i suoi carichi di allenamento. Per
questo non era a disposizione di Croci Torti".
Hajdari è finalmente stato venduto. In questi anni però
il Lugano ha dimostrato difficoltà a cedere i propri giocatori? Come mai?
"Ci sono diversi aspetti da considerare: il primo riguarda le
prestazioni che il giocatore riesce a fornire, il secondo concerne il ruolo
dell’agente del giocatore: ogni professionista ne ha uno che lavora a modo
proprio sul mercato. Questo per dire che la riuscita di una trattativa poggia
su molti aspetti e che per una società è complicato poterli controllare".
E per quanto riguarda il mercato in entrata: è giusto
attendersi novità?
"Abbiamo limiti fissati dal Financial Fair Play della UEFA e
dai contingenti della SFL. Il discorso è chiaro: prima parte qualcuno, poi
arriva qualcuno. Anche un portiere? L’ho già detto dopo la sconfitta contro il
Sion: cerchiamo sempre buone occasioni, non solo per il ruolo di portiere".
Chiudiamo con il tema più scottante: Mattia Croci Torti è
un allenatore in bilico?
"Il nostro allenatore non è discussione. È inutile che la
società lo ribadisca dopo ogni partita. Crediamo in Mattia e siamo certi che ci
guiderà fuori da questa situazione".
Resterà sulla panchina del Lugano anche se dovesse
perdere le prossime quattro partite?
"Sì".
E invece Pelzer si sente in discussione? Per una buona
parte dei tifosi bianconeri lei ha grosse responsabilità…
"È sempre difficile parlare di sé stessi. Quello che posso
dire è sento la fiducia del CdA. La percepisco oggi esattamente come quattro
anni fa, quando ho iniziato a lavorare per il Lugano. A tutto il resto non do
peso".