
"È stata una cosa lunga e non facile ma sono felice che sia finita bene. Sono molto contento di aver avuto questa opportunità. Ci tenevo molto, so che cambiano molte cose per me ma era quello che volevo. Sono felice di questa scelta."
Contratto fino al 2019 con il Lugano appena firmato Paolo Tramezzani parla, spiega, racconta, è come un fiume in piena. Il suo entusiasmo è travolgente. Ha voglia di mettersi in gioco e lo si percepisce al volo. Lo si capisce ancora meglio se si pensa che per arrivare a Cornaredo ha stracciato un contratto valido altre quattro stagioni con la federazione albanese.
"Ho lasciato una situazione contrattuale come quella in Albania perché sono convinto che devo iniziare a prendere la mia strada, a fare il mio percorso. Credo che questa sia una grande opportunità, in una società che mi possa permettere di crescere. Sono convinto di essere arrivato al posto giusto, nel momento giusto, consapevole che dovrò metterci tanto del mio ma questo non mi fa paura. Nella vita quando dai tutto te stesso, poi alla fine sarai soddisfatto. So che mi aspetta un lavoro impegnativo. Io partirò proprio da questo lavoro."
Un lavoro che avrebbe potuto iniziare già la scorsa estate. Un suo approdo in riva al Ceresio è sfumato solo all'ultimo.
"Questa estate era un momento in cui non avevo tempo per pensare ad altro che all’Albania. Era un’esperienza unica, troppo importante. Non ero pronto in quel momento, ci ho pensato ma poi ho capito che avrei avuto bisogno più tempo. Adesso è diverso, adesso è il momento giusto."
Che nel suo destino ci fosse la Svizzera Tramezzani probabilmente lo aveva capito già anni fa. Questo aneddoto lo testimonia.
"Il mio lavoro con l’Albania è iniziato in Svizzera, a Locarno, con un ragazzo che conoscete molto bene. Si chiama Armando Sadiku. Sono passati 5 anni ma ricordo ancora la partita, era Locarno – Kriens. Ho avuto modo di osservare tutte le categorie del calcio svizzero. Come nazionale eravamo alla ricerca di tutti quei giocatori di origini albanesi che militavano in Svizzera. È solo con il loro contributo che abbiamo potuto raggiungere certi risultati. Grazie a questa esperienza ho conosciuto il vostro campionato, un campionato bello."
Un campionato, il nostro, che ha già avuto modo di saggiare Mirko Conte, una vecchia conoscenza di Tramezzani.
"Con lui ho giocato a Piacenza e all’Inter. Abbiamo fatto entrambi il settore giovanile neroazzurro. Lo conosco, essendo più giovane di me, da quando è bambino. È un piacere poterlo riabbracciare. Lui, come il resto dello staff, sarà importante soprattutto all’inizio per introdurmi in questa nuova realtà."
Una realtà che gli chiederà di salvare il Lugano. Mantenendo la categoria, a giugno, Tramezzani sarebbe contento e soddisfatto?
"Mah... Non lo so. Vorrei poter essere contento indipendentemente dal piazzamento finale. Voglio essere contento per quanto riuscirò a dare ai miei ragazzi. Questa è una buona squadra, lo credo sinceramente. In questi giorni ho visionato tante partite e sono convinto di questo. Mi aspetto molto da me stesso. L’impegno è quello di riuscire a trasmettere loro tutto quello che ho dentro. Dovrò essere credibile ed avere un rapporto personale che dovrà sì essere quello tra fra allenatore e giocatore ma che possa anche andare oltre. In passato ho avuto allenatori ai quali mi sono legato particolarmente grazie alla loro autorevolezza e al loro carisma. So che è importante che io possa trasmettere questo ai ragazzi. Il tempo è dalla nostra parte. Ho la possibilità di lavorare con loro un mese prima che inizi il campionato. Sarebbe stato diverso se fossi arrivato a campionato in corso."
Lavorare sulla testa ma anche sulla tattica. Che Lugano vedremo sotto la sua gestione?
"Dopo che ho smesso di giocare, e prima di impegnarmi con l’Albania, ho deciso di voler imparare e di studiare. Ho girato tutto il mondo, Europa, Brasile, Australia, Giappone, America, Argentina, Canada, per confrontarmi e vedere cose diverse rispetto a quelle che ero abituato a vivere in Italia. Mi è davvero servito molto. Oggi ho capito che un allenatore deve adattarsi alla squadra che ha. Il Lugano può stare bene in campo e può giocare bene a pallone. Vorrei convincere i ragazzi ad avere la libertà. Non mi piace una squadra legata ad idee e concetti prefissati. Dovremo essere organizzati e dovremo curare la parte difensiva però vorrei mettere in condizione in giocatori di potersi esprimere per quelle che sono le loro qualità. In questo momento non vedo un modo solo con cui giocheremo."
DOMANI ALLE 18:25 A FUORIGIOCO NEWS L'INTERVISTA INTEGRALE AL NUOVO MISTER DEL LUGANO E LA VOCE DI CHI TRAMEZZANI L'HA CONOSCIUTO DAVVERO BENE.
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