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Nuovo Cornaredo: e adesso?
Nuovo Cornaredo: e adesso?
Nuovo Cornaredo: e adesso?
Redazione
4 anni fa
Intervista a Roberto Mazza, direttore del Dicastero Sport della Città di Lugano

Dal suo ufficio all'interno del vecchio Cornaredo Roberto Mazza gode di un osservatorio privilegiato su ogni attività sportiva svolta negli impianti di proprietà della città di Lugano. Lo stesso Cornaredo, ma anche Resega, lidi, palestre,... .Luoghi che solitamente brulicano di gente schiamazzante, in un via a vai che parte la mattina presto e termina quando il sole è già a dormire da ore.

Scenari questi messi forzatamente in soffitta dal dilagare del corona virus.“È tutto veramente triste – confessa il direttore del dicastero sport – Sono qui tutto solo a Cornaredo. Sono preoccuapto per l'oggi ma anche per quello che sarà il domani. Come ne usciremo da questo momento di emergenza? Bisogna guardare in faccia alla realtà: quello che ci attende non mi rassicuara affatto. La curva non sembra intenzionata ad abbassarsi, basti notare i numeri di oggi. È chiaro che non torneremo alla normalità in breve tempo. Se rifletto, mi chiedo come sarà possibilie tornare a fare e vivere lo sport senza un vaccino. In Germania, secondo un studio effettuato, prevedono di riaprire le porte degli stadi solo nel corso della primavera 2021. Oggi siamo tutti vicini agli uomini di scienza e a chi combatte in prima linea la malattia. Abbiamo bisogno di loro anche per tornare a vibrare, ad assaporare le cose belle della vita.”

Le cose belle, oggi tutte in standby...“È così. Oggi saremmo nel pieno di tutte le attività sportive. Calcio, hockey ma non solo. E invece dell'FC Lugano qui non c'è nessuno, la Resega è chiusa e spenta. Anche noi come dicastero lavoriamo ai minimi termini. Garantiamo la manutenzione per evitare danni alle strutture. È incredibile perchè il nostro mondo, assieme allo spettacolo e alla culture, solitamente non si ferma mai. Quello che stiamo sperimentando è un altro modo di vivere...”

Campi e piste chiuse. E lo resteranno anche i lidi...“Guardo a maggio e penso che, con ogni probabilità, per la prima volta nella storia non potremo riaprire le nostre strutture balneari. E quando un giorno, forse potremo farlo, vi immaginate che al lido possano trovare ristoro dal caldo 3000 persone contemporaneamente? Io fatico a crederlo purtroppo. C'è grande malinconia in questo momento, non riesco a nasconderlo. È anche difficilemente ipotizzabile che possa ripartire il campionato di calcio. Spero di sbagliarmi e spero anche che chi è più ottimista di me lo sia perchè ha degli agganci diretti con l'Ufficio Federale della sanità...”

Campionato di calcio fa rima con stadio. E a Lugano quando si parla di stadio, a tutti la mente corre al nuovo Cornaredo. Un progetto affossato dal virus?“Lunedì scorso il Consiglio Comunale avrebbe dovuto votare il credito di progettazione, un passaggio fondamentale sulla via della realizzazione del progetto. Evidentemente ci sarà uno slittamento di questa decisione politica. Non sono però preoccupato anche perchè il rinvio delle elezioni permetterà al medesimo gremio di tornare sul tema e approvare il messaggio probabilmente a fine estate. Sarà importante dire “sì” per dare un segnale forte di rilancio, per l'economia e lo sport.”

Già, ma nel frattempo non c'è il rischio che i due gruppi interessati al progetto decidano di tirare i remi in barca?“Assolutamente no. I due gruppi ci sono e continueranno ad esserci. Anzi, passata la crisi ci sarà bisogno di costruire e far girare l'economia. Solo così si potrà ripartire. Il Municipio è in costante contatto con loro. Sappiamo che entrambi useranno questo tempo supplementare per perfezionare il dossier. Nessuno si ritira, le offerte arriveranno.”

I tempi però, almeno prima della pandemia, erano stretti.“Sì appunto, oggi la sitauzione è radicalmente cambiata. Slittano le Olimpiadi, slitta l'Europeo. Alla SFL che dovrà rilasciare la licenza all'FC Lugano dovranno esserne coscienti. Non credo proprio che si prenderanno la responsabilità di far soccombere un club considerando il contesto attuale. Vedo comunque nel nostro paese una grande condivisione delle preoccupazioni, c'è solidarietà. Sono sicuro che ci sarà un occhio di riguardo.”

Solidarietà e condivisione. Termini e concetti che Mazza sta sperimentando con grande piacere sulla propria pelle.“Lasciatemelo dire, in un momento così difficile, dalle 150 associazioni sportive del nostro territorio abbiamo ricevuto grande collaborazione. Stanno nascendo belle iniziative di aiuto a chi ne ha più bisogno. Lo sport, ancora una volta, sta facendo alla grande la sua parte.”

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