
Grazie ai due successi ottenuti in trasferta nell’ultimo weekend di campionato ai danni di Ginevra e Carouge, i Lugano Sharks si sono assicurati il secondo posto finale in classifica dietro al Kreuzlingen, sinonimo di qualificazione diretta alle semifinali dei play-off.
Nonostante qualche difficoltà di troppo riscontrata nel corso degli ultimi mesi di regular season, questa sera la squadra di Giancarlo Salvati sarà dunque impegnata al Lido contro l’Horgen per gara-1 delle semifinali play-off con lo scopo di confermare il titolo conquistato 12 mesi fa.
A fare il tifo per la squadra luganese ci sarà sicuramente anche un personaggio che è rimasto nel cuore e nella mente di tutti gli appassionati di pallanuoto ticinese: stiamo parlando di Nico Van Der Voet, ex giocatore del Lugano e della nazionale olandese che negli anni ’70 ha fatto le fortune della squadra ticinese.
Buongiorno Signor Van Der Voet, quando e per quale motivo è giunto in passato a Lugano?
Sono arrivato a Lugano nel 1969. A quei tempi l’allenatore della squadra era un olandese che aveva giocato con mio padre e per questa ragione mi sono trasferito in Svizzera. Inizialmente dovevo restare soltanto per una stagione, ma poi la città e l’ambiente sono piaciuti così tanto a me e alla mia futura moglie che abbiamo deciso di rimanerci a vivere definitivamente.
Quante stagioni ha giocato e quanti titoli ha vinto con la maglia del Lugano?
Come detto prima ho raggiunto la squadra nel 1969 mentre l’ultima partita l’ho disputata nel 1989. In quell’occasione abbiamo vinto pure il titolo. In totale ho vinto ben 5 campionati con il Lugano. In seguito ho anche allenato per un paio d’anni i giovani e la prima squadra.
Qual è il ricordo o semplicemente il momento che ricorda con più affetto di questa sua avventura ticinese?
C’è un episodio che non dimenticherò mai. Ai tempi a giocarsi il titolo erano sempre le solite due squadre: Lugano e Horgen. Un anno dovevamo andare in trasferta a giocarci la partita decisiva e siamo partiti con un paio di giorni d’anticipo. La sera precedente alla partita siamo andati in un bar della città ed abbiamo incontrato per caso i componenti della squadra avversaria, i quali ci hanno offerto una birra dietro l’altra per tutta la sera. Il loro obiettivo era sicuramente quello di farci ubriacare in modo che all’indomani non saremmo stati all’altezza della situazione. Il giorno dopo abbiamo però vinto 7 a 1, conquistando così il titolo. “Grazie per le birre” dissi uscendo dalla piscina.
Nel 1964 ha partecipato alle Olimpiadi estive di Tokyo con la selezione olandese mentre quattro anni più tardi a quelle di Città del Messico. Cosa ci può dire a riguardo?
Sono state due esperienze molto importanti. Non capita infatti tutti i giorni di poter partecipare ad un’edizione delle Olimpiadi. Nel 1968 in Messico ho addirittura conquistato il titolo di capocannoniere del torneo. C’è un segreto però. Dopo 3 falli un giocatore veniva espulso ed inoltre veniva assegnato un rigore alla squadra avversaria. Io ero il rigorista dell’Olanda, ciò mi ha senza dubbio aiutato a raggiungere questo prestigioso traguardo.
Segue ancora le partite dei Lugano Sharks?
Purtroppo negli ultimi anni sto seguendo poco. Di solito quando iniziano i play-off cerco di andare a guardare qualche partita, magari già a partire dalla prima sfida delle semifinali che si disputerà questa sera contro i rivali dell’Horgen.
Suo nipote Giljan Alfano milita negli Sharks. Rivede in lui qualche sua caratteristica che aveva quando giocava?
È difficile dare una risposta a questa domanda perché con il passare degli anni la pallanuoto è cambiata molto, si è evoluta. Il livello si è sicuramente alzato. Il gioco è diventato più fisico e più schematico rispetto a 30 anni fa.
Ricordiamo che Giljan ha soltanto 18 anni. Quest’anno ha trovato diverso spazio in formazione, a tal punto da meritarsi una chiamata nella Nazionale svizzera under 19. Quale consiglio si sente di dargli?
Il mio consiglio è semplicemente quello di allenarsi sempre al massimo e di sfruttare le proprie capacità, i propri punti di forza. Per esempio Giljan è molto veloce nel nuotare, ha un buon tiro e delle braccia lunghe. Continuando a lavorare in questo modo penso che potrà togliersi delle belle soddisfazioni.
Durante i play-off la squadra potrà contare sul suo sostegno e su quello dei nostalgici che in passato hanno ammirato le sue gesta?
Certo sarò presente. Spero anche che i tifosi degli Sharks vengano al Lido in massa per supportare i propri beniamini. La squadra di Lugano di pallanuoto è la più titolata di tutto il cantone con ben 17 campionati vinti, l’allenatore è bravissimo e la squadra è molto competitiva. Tutti ingredienti che potrebbero e dovrebbero attirare un folto pubblico in vista della fase decisiva della stagione.
Grazie mille Nico, ora vorremmo fare qualche domanda a suo nipote.
Ciao Giljan, cosa si prova ad avere un nonno che ha lasciato un’impronta tangibile nella storia della pallanuoto?
È una bella emozione, è anche un fatto molto importante dal punto di vista motivazionale perché mi spinge a dare sempre il massimo e a migliorarmi continuamente. Inoltre so che posso contare sempre su di lui per qualsiasi consiglio. Anche mio padre giocava a pallanuoto mentre mia madre era una nuotatrice. Diciamo che tutta la mia famiglia ha un rapporto speciale con l’acqua, è un po’ il nostro habitat naturale. Ciò non può che avermi aiutato.
Vi sentite pronti per affrontare i play-off?
Certo, siamo prontissimi. Rispetto alle ultime stagioni la squadra e un po’ rimodellata ma ci siamo e ci stiamo allenando bene. Se ognuno di noi darà il 100% avremo sicuramente delle possibilità di vincere il titolo. Inoltre, dopo vari infortuni ed assenze per motivi personali, ora la squadra è al gran completo. Così siamo più competitivi.
Quindi il vostro obiettivo è quello di conquistare il 18esimo titolo della storia del club?
Si, chiaro! L'obiettivo è sempre quello di vincere. Si gioca per quello e siamo prontissimi per lottare fino all’ultimo secondo per raggiungere questo traguardo.
S.B.
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