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Martina Hingis: "Magari vengo a vedere la finale dell'Hcl..."
Martina Hingis: "Magari vengo a vedere la finale dell'Hcl..."
Martina Hingis: "Magari vengo a vedere la finale dell'Hcl..."
Redazione
6 anni fa
La 37enne madrina del Ladies Open di Lugano, a Ticinonews: "Marta Kostyuk è la giocatrice che più mi assomiglia"

Nata a Kosice il 30 settembre 1980 e vissuta a Rožnov pod Radhoštěm, prima di approdare in Svizzera, figlia di due tennisti professionisti (Melanie Molitorová e Karol Hingis), Martina Hingisová, semplicemente chiamata Martina Hingis, è di fatto - una delle più grandi giocatrici di tutti i tempi e ha iniziato a giocare all’età di 2 anni disputando il suo primo torneo a 4 anni.

Nella sua brillantissima carriera, la tennista sangallese ha disputato 683 singolari vincendone 548 (80.23%). Ancora superiore, la percentuale (81.23%) negli incontri di doppio, dove ha conquistato 463 successi contro sole 107 sconfitte.

Due medie impressionanti, che le hanno permesso di conquistare 7 tornei del Grande Slam (3 Australian Open, 2 Roland Garros nel doppio, 1 Wimbledon, 1 US Open oltre a 2 Masters e i Giochi olimpici di Atlanta (1996). In totale, Martina ha vinto 43 tornei WTA e 2 ITF, mentre nel doppio sono stati 64 i titoli WTA e 1 ITF.

Essendo meno potente fisicamente rispetto a Monica Seles, Lindsay Davenport, Jennifer Capriati e Kim Clijsters, per non parlare delle sorelle Serena e Venus Williams, Martina Hingis ha sempre basato il proprio gioco sulla tecnica e sulla tattica servendosi sia dei colpi da fondo campo sia nel gioco d’anticipo sotto rete.

Un’immensa carriera, iniziata prestissimo e interrotta, una prima volta, all’inizio del 2003, a soli 23 anni, a causa di continui infortuni alle anche e ai piedi con la consapevolezza, in queste condizioni, di non poter competere con le migliori giocatrici di quel periodo.

Ma nel 2006, Martina tornò alle gare e in quell’anno riuscì a battere giocatrici del calibro di Venus Williams, Lindsay Davenport e Maria Sharapova oltre ad aggiudicarsi alcuni tornei di prestigio.

Purtroppo, l’anno successivo, a causa di ulteriori infortuni cronici, la sangallese non riuscì più a giocare con regolarità e dopo essere risultata positiva a un test antidoping, decise di ritirarsi nuovamente e in seguito subì una squalifica di due anni per doping dalla Federazione Internazionale.

Nel 2013, la decisione di rientrare alle competizioni, limitatamente ai tornei di doppio e doppio misto con ottimi risultati, tanto da aggiudicarsi entrambe le competizioni nell’edizione 2015 del torneo di Wimbledon.

Madrina del Samsung Ladies Open di Lugano, Martina Hingis è stata intervistata per voi da Ticinonews.

Martina, ti abbiamo vista alla Resega, in occasione della gara-6 tra Lugano e Bienne. Ci tornerai anche domani per gara-1 della finale tra bianconeri e Zurigo?

"Penso di sì, nel limite dello spazio concessomi dal torneo del Lido. Comunque, rispettando le mie origini ceche, l’hockey su ghiaccio è uno dei miei sport preferiti. Con il mio compagno, tifoso dei Lions, assisto spesso alle partite, anche se personalmente, da buona sangallese, faccio il tifo per il Rapperswil/Jona Lakers e spero ardentemente in una loro promozione per poter vivere i derbies con lo Zurigo, l’anno prossimo in National League”.

Del TC Lido conservi dei bei ricordi."Certo, nel 1994, unitamente a Patty Schnyder, all’età di 14 anni, partecipai ai Campionati Svizzeri disputatisi proprio su questi splendidi campi in riva al Lago Ceresio."

Poi, a Lugano e in Ticino ci sei tornata altre volte?"Sì e sempre per motivi sportivi. Una volta, in occasione di una seduta di foto presso il Casinò Kursaal con Anna Kurnikova e poi anche a Bellinzona, in occasione dell’inaugurazione di un centro sportivo, evento al quale prese parte anche Stéphane Lambiel. Nel vostro splendido e soleggiato cantone, ci torno sempre molto volentieri".

Cosa significa per te il ruolo di madrina del torneo luganese?"Sono estremamente onorata di interpretare questo ruolo, perché amo tantissimo osservare il tipo di allenamento seguito dalle giocatrici presenti e poi ci sono i giovanissimi giocatori, accompagnati con grande entusiasmo e passione dai propri genitori".

E per quanto attiene il tuo ruolo in seno alla Federazione Svizzera di tennis, come ti trovi al fianco di Heinz Günthard, all’interno della squadra di Federation Cup?"Molto bene. Con Heinz, siamo riusciti subito a trovarci in sintonia, sin dalle prime riunioni analitiche sulle componenti della squadra. Finora, mi sembra di aver interpretato positivamente il ruolo di coach".

Cosa ci puoi dire sulle attuali migliori forze elvetiche attuali?"Ritengo che con Timea Bacsinszky, Belinda Bencic, Viktorija Golubic, Jil Teichmann e Stefanie Vögele, la Svizzera possieda delle ottime giocatrici. Ultima arrivata in nazionale, Jil Teichmann rappresenta l’ultimo gioiello di un movimento in piena evoluzione. Con i suoi 20 anni, Jil si è integrata velocemente nelle dinamiche della Nazionale, grazie ad un carattere estremamente positivo e propositivo”.

Cosa può consigliare Martina Hingis ad un bambino che vuole intraprendere la carriera di tennista?"Innanzitutto, e questo è un invito che voglio rivolgere anche ai genitori delle giovani leve che intraprendono la pratica di questo splendido sport, di affrontarlo con passione ed entusiasmo, elementi indispensabili in qualsiasi attività sportiva. Inoltre, a tutti i giovani aspiranti campioncini, suggerirei di mai abbattersi per un risultato negativo, ma, anzi di trarne ulteriori stimoli per migliorarsi".

Nel ricco panorama internazionale attuale, qual è la giocatrice che più si avvicina al tuo stile di gioco?"Direi la quindicenne ucraina Marta Kostyuk, che ho potuto ammirare ai recenti Australian Open di Melbourne e che, come me, è riuscita a farsi breccia molto precocemente tra tenniste certamente più scafate di lei. Anche per Marta vale comunque il discorso fatto prima per i giovanissimi, e cioè, mai arrendersi davanti alle prime difficoltà.”

E oltre a seguire il tennis come commentatrice, testimonial e coach, cosa fa oggi Martina Hingis?

"Pratico golf, tennis, sci alpino e vado a cavallo, attività quest'ultima che mi impegna 6 giorni alla settimana nella cura dei miei 3 cavalli. Inoltre, 2 o 3 volte alla settimana aiuto mia madre nella gestione della sua scuola di tennis".

E a proposito di cavalli, nell'ambiente giornalistico è risaputo che dopo il tuo primo abbandono dalle competizioni tennistiche, avvenuto nel 2003, avevi pensato di entrare a far parte delle competizioni equestri.

"Effettivamente mi era balenata quest'idea, ma poi, assistendo ad alcuni concorsi ippici, mi ero subito reso conto che quei balzi a 3 metri d'altezza sopra gli ostacoli, non erano fatti per me. Da giovanissima avevo praticato l'equitazione, ma con gli ostacoli bassi".

Roberto Quadri

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