Sport
Marco Allevato: "Una seconda pista a Chiasso sarebbe il top"
Marco Allevato: "Una seconda pista a Chiasso sarebbe il top"
Marco Allevato: "Una seconda pista a Chiasso sarebbe il top"
Redazione
5 anni fa
Da 11 anni nel settore tecnico dell'HC Chiasso, l'ex portiere professionista italo-finlandese racconta la sua carriera

Marco Johan Allevato, classe 1969, è un ex portiere di hockey su ghiaccio italo-finlandese con dei buoni trascorsi nella seconda miglior lega finlandese, la Serie A italiana e un’esperienza internazionale con la maglia della Nazionale Italiana Under 20. Da undici anni fa parte dello staff tecnico dell’HC Chiasso. Ticinonews ha parlato con lui della sua carriera e come mai è finito ad allenare la compagine di seconda lega della cittadina di confine. 

Marco, parlaci del tuo percorso professionale."Dopo essermi trasferito nel 1980 con la mia famiglia da Oulu (Finlandia) ad Albiolo, in Provincia di Como, mi sono immediatamente inserito nel mondo hockeistico italiano giocando dapprima nel settore giovanile del Como per poi passare al Varese, con il quale ho debuttato in Serie A nella stagione 1987/88. A Varese ho avuto il grande onore di fare il secondo del grande Jim Corsi, portiere della massima rappresentativa italiana, molto popolare anche dalle vostre parti. Quindi, dopo essere passato per tre stagioni al Como (dal 1987 al 1991), ho giocato un anno nell’Hermes, compagine della lega cadetta finlandese. Tornato in Italia, ho disputato ancor una stagione con il Como (1992/93) e la successiva all’AS Milan Hockey di Silvio Berlusconi fino al 1996. Gli ultimi cinque anni da portiere li ho poi trascorsi a Bolzano, Feltre, ancora Varese ed infine a Chiavenna prima di dedicarmi, all’età di 32 anni, anche all’Inline Hockey, disciplina che mi ha permesso di disputare tre mondiali da portiere con la maglia azzurra e altri due come preparatore dei portieri italiani oltre ad un Wordgame".

E poi, chiusa la carriera di giocatore, sei finito a Chiasso. Come mai?Ho proseguito la mia carriera hockeistica in Ticino quando mi sono reso conto che in Italia l’hockey su ghiaccio stava perdendo colpi ed interesse, ho portato mio figlio Sebastian a giocare nelle giovanili del Chiasso. Da quel momento è iniziato il mio ormai ultradecennale rapporto con il club rossoblù.

Raccontaci un po’ il tuo iter di coach in seno all’HC Chiasso.Inizialmente allenavo soltanto i portieri, poi mi hanno assegnato la direzione tecnica delle squadre giovanili partendo dai Moskito fino ai Juniori Top e, da quest’anno, della prima squadra che disputa il campionato di Seconda Lega.

E come valuta il nostro campionato di Seconda Lega un professionista con esperienza internazionale come te?Molto positivamente, perché in questa categoria militano anche giocatori con trascorsi nel massimo campionato svizzero, in grado di fare da traino alle giovani leve, valorizzando ancor più la stretta collaborazione con l’HC Lugano al quale il nostro club ha fonito nell'ultimo decennio diversi buoni giocatori come Fazzini, Romanenghi, Sannitz ed Elias Bianchi, poi passato all'Ambrì-Piotta. 

A Chiasso la pista del ghiaccio comunale che si trova dietro lo stadio calcistico del Riva IV è stata rinnovata nel corso degli anni dotandosi anche di una comoda tribuna.Sì tratta di uno splendido impianto, anche se la disattivazione delle serpentine a fine marzo, ci costringono a migrare a Varese. In questo senso, una seconda pista permetterebbe alle nostre numerose formazioni giovanili di non dover migrare a Varese in aprile. Fortunatamente, la pista varesina è aperta fino alla prima settimana di giugno, per cui, spesso, i nostri giovani accompagnati dallo staff tecnico possono svolgere il tradizionale summer camp di 3-4 giorni oltre ai corsi per i portieri e di power skating.

Roberto Quadri

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata