
Giunto sulle rive del Ceresio dieci mesi fa, Marc Janko doveva essere la panacea ai problemi realizzativi del Lugano. Ed invece, la 35enne ex punta centrale della Nazionale austriaca (68 presenze e 28 reti), che nel massimo campionato elvetico aveva disputato 40 partite con il Basilea, collezionando 27 gol e conquistato 2 titoli nelle stagioni 2015/16 e 2016/17 ed una Coppa Svizzera nella stagione 2016/17, in maglia bianconera non è proprio riuscito ad esplodere come il presidente Renzetti e lo staff tecnico avrebbero desiderato.
Le ragioni? Innanzitutto, i problemi fisici e di salute, visto che nella sua breve esperienza nel massimo torneo ceco con la maglia dello Sparta Praga (8 partite e 2 gol), il gigantesco (196cmx92 kg) bomber di Vienna è stato anche colpito da un virus che lo ha debilitato fisicamente. Un’avventura, quella con lo Sparta, interrotta anche a causa dell’eliminazione nei preliminari di Champions League dapprima e di Europa League in seguito. Un’esclusione europea, che ha indotto i dirigenti a sbarazzarsi dei giocatori con gli stipendi più onerosi, proprio come lo stesso Janko
Giunto alla corte di Pier Tami il 6 febbraio scorso, a conclusione di prolungate trattative, il numero 9 austriaco ha disputato soltanto 8 delle 18 partite del girone di ritorno, incontrando anche seri problemi di ordine tattico. Un modulo, quello del tecnico locarnese, nel quale Janko non ha mai dato l’impressione di potersi adattare, così come neppure in quelli dettati dai successori Abascal e, questa è storia odierna, di Celestini.
Un gioco, quello dei tre allenatori bianconeri, che non prevede la quantità di cross tanto cari alla testa del bomber austriaco, particolarità che aveva invece trovato nelle due stagioni trascorse al Basilea sotto la guida di Urs Fischer. Insomma, non scopriamo certamente oggi che Janko è il classico centravanti d’area e non di movimento.
A tutto ciò, vanno aggiunti i guai muscolari, che hanno attanagliato l’attaccante in questi dieci mesi trascorsi a Cornaredo e la progressiva e conseguente perdita di motivazione di un giocatore di 35 anni, che nella sua carriera (va bene ricordarlo) ha conquistato anche 3 titoli austriaci con il Red Bull Salisburgo, una Coppa ed una Supercoppa d’Olanda con il Twente ed un titolo portoghese con un club prestigioso come il Porto. Il tutto, riassunto in un brillante cammino corredato da 181 gol realizzati in 349 partite disputate.
Dei dati, che purtroppo si scontrano con il rendimento offerto nei dieci mesi finora trascorsi in maglia bianconera.
Roberto Quadri
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata