
La sera del 28 novembre un incidente sconvolge il mondo dell'hockey. Nella partita valida per la British Ice Hockey Cup tra i Nottingham Panthers e gli Sheffield Steelers la lama di un pattino trafigge il collo di Adam Johnson. L'americano ex NHL nonostante i tempestivi soccorsi è deceduto poche ore dopo. L'evento traumatico ha scosso il mondo dell'hockey su ghiaccio. In uno sport sempre più veloce è richiesta una maggiore attenzione alle protezioni? Noi abbiamo provato a chiederlo prima a Gundars Berkis del Conte Hockey Shop di Lugano e a Andy Näser, vice presidente dell'Hockey Club Lugano.
Due tipi di paracollo
"Ci sono due tipi di paracollo", ricorda Gundars Berkis. "Uno sarebbe di livello professionale che serve come antitaglio ed è un modello certificato. Il secondo sarebbe il modello più semplice, ma comunque con la stoffa antitaglio. Normalmente in seguito ad un taglio di un pattino dovrebbe protegger bene. Chiaramente con una forza maggiore da 100kg magari può essere più difficile. I paracollo li vendiamo sempre perché fino ai 18 anni è obbligatorio, ma dopo va a preferenze. Qualche giocatore lo usa ancora e altri no. A livello di prezzo c’è una differenza per il modello pro: costa di più perché è fatto con materiale dyneema, cioè quello più resistente e costa circa 70 franchi. Il prezzo del modello inferiore invece circa 50 franchi. Sono comodi perché sono in velcro e si possono stringere come si vuole. Il materiale è morbido e lavandolo mantiene le caratteristiche di resistenza. Io l’ho tolto a 18 anni e non l’ho più messo, però visto com’è l’hockey di adesso, più veloce, magari farei un pensiero tornando indietro", conclude Gundars Berkis.
"Se si ha paura è la fine"
"Purtroppo, anche noi in Svizzera abbiamo avuto un incidente del genere con Michel Zeiter nel 2001 dei Lions", ricorda Andy Näser, "Da lì ho pensato a cosa potessi fare per proteggermi meglio. A mia madre piaceva sempre cucire, l’ho aiutata e abbiamo cercato una soluzione. Abbiamo pensato a cosa potessimo fare perché doveva esser qualcosa di flessibile, comodo da portare, leggero e ci è venuto in mente di prendere la cintura di sicurezza delle automobili perché non si riescono a tagliare. Lei poi l’ha cucita dentro il colletto della maglia. Da quel momento l’ho sempre indossato quando giocavo", ribadisce il vice presidente del Lugano. "La sicurezza totale non c’è mai, però l’antitaglio ti dà una certa sicurezza in più. Io ero sempre convinto di metterlo e così ho fatto. Fa parte di questo sport. Ho raccontato tutta la mia carriera i miei figli, per me non era un problema indossarlo. Io non ho paura per i miei ragazzi; chiaro che, come genitore, devi sapere che purtroppo può succedere sempre qualcosa, però sinceramene c’è più pericolo quando prendono il motorino e vanno a scuola, invece che in pista. Ognuno deve scegliere e deve avere la lungimiranza di guardarsi davanti e vedere cosa può succedere per prendere certe decisioni. Ognuno deve bilanciare cosa sono i rischi. Quando c’è una partita sai che c’è uno sport fisico e purtroppo gli incidenti possono succedere. Questa cosa fa parte dello sport, però penso che come giocatore ci si sente sempre molto forti e sono situazioni a cui non pensi. L’importante è che non si ha mai paura, perché se c’è la paura è la fine", conclude Andy Näser, vice presidente dell'HC Lugano.