Hockey
“L’Ambrì è una realtà particolare per cui vale la pena lottare”
Redazione
un anno fa
Il direttore sportivo dell’Hockey Club Ambrì-Piotta Paolo Duca lancia la nuova stagione. “Chiediamo ai nostri ragazzi di affrontare le sfide con coraggio, a testa alta e con molta energia”.

Ormai ci siamo. Il conto alla rovescia è quasi giunto al termine. Domani sera l’Ambrì-Piotta scenderà sul ghiaccio di casa per affrontare il Rapperswil nella prima sfida ufficiale della stagione. Dopo la lunga attesa dei mesi estivi, la voglia di ripartire in casa biancoblù è tanta, come testimonia ai microfoni di Ticinonews il direttore sportivo Paolo Duca, desideroso di lanciarsi in questo nuovo campionato. “L’Ambrì è una realtà particolare per cui vale la pena lottare”, afferma Duca. “A volte è stancante, prende molte energie, ma è una bella dimensione, un patrimonio dello sport ticinese e nazionale”.

Il mercato è stato più difficile con i prestiti Covid?

“Abbiamo un tetto imposto dalla stagione di riferimento, 2019-2020, e da lì non possiamo muoverci fino al 2025-2026 compreso, quindi ancora per tre stagioni. Oltre a questo, c’è l’aspetto delle medie salariali: per gli stipendi superiori ai 148'200 franchi, abbiamo dovuto trovare il modo di abbassare le medie del 20%. Sono vincoli che ovviamente in un certo modo frenano, ma quella che è la nostra realtà ci impone comunque sempre di valutare bene come investire ogni franco. Non possiamo permetterci di fare pazzie. In ogni caso, quando eravamo in difficoltà i prestiti ci hanno dato una grande mano e queste sono le condizioni imposte dalla Confederazione. Condizioni che conoscevamo già prima di chiedere tale aiuto”.

Manca qualcosa in difesa?

“Prima di tutto, siamo contenti di avere recuperato Rocco (Pezzullo, ndr) nel mese di agosto, che ha avuto una stagione, l’ultima, molto sfortunata. Abbiamo dei giovani interessanti, come Simone Terraneo, che possono fare dei bellissimi passi avanti. Penso anche a Dario Wüthrich il quale, sebbene non sia forse così giovane come gli altri, a livello di esperienza non è ancora stato in grado di ritagliarsi un ruolo da titolare. Ecco, con le situazioni che si sono venute a creare, relative agli infortuni di Heed e Virtanen, nelle amichevoli i giovani hanno assunto bene questa responsabilità. La speranza è che possano sostituire i partenti e colmare i buchi lasciati da questi ultimi il più in fretta possibile”.

La squadra può centrare gli obiettivi?

“Vedremo, le partite vanno giocate sul ghiaccio. Abbiamo le carte in regole per poter entrare nei primi dieci, ma sicuramente non è facile: tutti vogliono arrivarci e tutti si rinforzano. La lega l’anno scorso ha subìto un livellamento e probabilmente questa stagione ci sarà ancora un ulteriore scalino. È difficile prevedere tutto, dipende anche dalle situazioni contingenti nostre e degli avversari.  Indubbiamente il potenziale c’è. Per quanto concerne la Spengler, avendo vinto il trofeo lo scorso anno andiamo a Davos con la volontà di difendere il titolo. Infine, come terzo e ultimo obiettivo, mi piacerebbe ritrovare questo spirito combattivo, soprattutto in casa, che ha sempre contraddistinto il gioco dell’Ambrì nei suoi oltre 80 anni di storia. Tutti possono fare uno step in avanti. Questo è quello che chiediamo ai nostri ragazzi: affrontiamo le sfide con coraggio, a testa alta e con molta energia”.

L'intervista completa:

 

 

 

I tag di questo articolo