
I nostalgici del calcio europeo degli anni '80 si ricorderanno sicuramente di Bruce Grobbelaar, ex 'portiere-pazzo' del Liverpool che con il suo proverbiale balletto improvvisato sulla linea di porta ipnotizzò i battitori della Roma nella crudele serie di rigori che consegnò ai Reds di Joe Fagan, subentrato al leggendario Bob Paisley, l’allora quarta Coppa dei Campioni (la quarta nela storia del club) nella finale giocata all’Olimpico il 30 maggio del 1984.
Negli scorsi giorni, a 34 anni di distanza, l’estroverso e baffuto 60enne estremo difensore ha concesso al “Guardian” una confessione-shock sulla sua militanza nell’esercito del suo Paese natale, la Rhodesia (l’attuale Zimbabwe), impegnato nella guerra civile nella quale, appena 18enne , fu costretto ad uccidere un numero indefinito di guerriglieri antigovernativi di Robert Mugabe.
Impressionante, la prima descrizione di Grobbelaar di quei fatti: "Era il crepuscolo e quando il sole inizia ad affossarsi vedi le ombre tra i cespugli - racconta l'ex portiere -. Non riesci a riconoscere granché finché non vedi il bianco degli occhi dei soldati. O vivi tu o loro. Spari, vai a terra e c'è uno scambio di proiettili. Poi senti delle voci che ti dicono 'Caporale, mi hanno colpito' e fai di tutto per zittirle, altrimenti vieni ucciso tu e gli altri. Quando cessa il fuoco vedi corpi a terra dappertutto. La prima volta tutto quello che hai nello stomaco ti risale fino alla bocca. Quanti ne ho uccisi? Non posso dirlo. Ho ucciso tante persone e per questo ho sempre vissuto la mia vita giorno per giorno. Posso solo pentirmi di quello che ho fatto, ma non posso cambiare il mio passato".
Ma ancora più impressionante è la descrizione da parte di Grobbelaar di un episodio legato ad un suo compagno: "Ricordo che tagliava le orecchie a ogni uomo che ammazzava e le metteva in un vaso... e aveva diversi vasi. La sua famiglia fu torturata e voleva vendetta", ricorda l’ex numero del Liverpool, che poi confida di aver rischiato di finire in depressione come altri compagni soldati che decisero di suicidarsi.
Nel 1979, terminata la guerra, Grobbelaar emigrò in Canada firmando per i Vancouver Whitecap, approdando l’anno successivo al Liverpool, con il quale conquistò 6 titoli di Premier League, 3 Coppe d‘Inghilterra e, dulcis in fundo, la sopracitata Coppa dei Campioni contro la grande Roma di Falcao, Bruno Conti e Pruzzo.
Una partita, come detto sopra, decisasi alla roulette dei rigori, nella quale Grobbelar deconcentrò in maniera decisiva i romanisti con alcune pantomime. A questo riguardo, il funambolico ex portiere dei Reds ha recentemente dichiarato:
"Sono passato alla storia come un clown? Sono ancora qui che rido. Non so come mi saltò in mente quel balletto, improvvisai. Mi sentivo le gambe come due spaghetti flosci, anche la rete sembrava uno spaghetto e così la mangiai".
RQ
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