
L'Agenzia antidoping francese ha confermato la positività ad Epo di Riccardo Riccò. Lo scalatore della Saunier Duval - il general manager del team è il ticinese Mauro Gianetti - ha riferito il presidente dell'agenzia Pierre Bordry, è risultato positivo a un controllo effettuato dopo la quarta tappa, la cronometro disputata a Cholet. “Sono molto deluso - ha dichiarato lo stesso Mauro Gianetti ai nostri microfoni - perché avevamo riposto una grande fiducia in Riccò ed invece ci ha pugnalato alle spalle". "Ho deciso di ritirare la squadra dal Tour - ha aggiunto Gianetti - perché si tratta di un caso che implica uno dei fari del ciclismo mondiale. E l’ho fatto per il ciclismo in generale, per il Tour e per gli sponsor”. “Questa - ha concluso Gianetti - per me, è la più grande delusione da quando sono nel mondo del ciclismo”. Riccò è stato prelevato dalle forze dell'ordine dall'autobus della Saunier Duval, ed è stato fischiato dagli spettatori presenti sul posto. Ora è stato posto in stato di fermo. Vincitore fin qui di due tappe della Grande Boucle e nono in classifica generale, il corridore italiano, secondo quanto anticipato dall'edizione online de L'Equipe, avrebbe utilizzato il composto CERA, attivatore continuo dei recettori dell'eritropoietina. Si tratterebbe di eritropoietina di terza generazione, più difficile da individuare rispetto alle versioni precedenti. Riccò faceva parte dei corridori sottoposti a controllo dall'Agenzia antidoping francese dopo i prelievi sanguigni effettuati il 3 e 4 luglio scorso, prima dell'inizio della corsa. Il corridore 24enne della Saunier Duval è attualmente nono in classifica con 2'29" di ritardo dalla maglia gialla. In questo Tour de France ha vinto le tappe di Super Besse il 10 luglio e di Bagneres de Bigorre quattro giorni dopo. "Sono contentissimo che hanno beccato Riccò, nonostante questa notizia faccia male al ciclismo", commenta da parte sua il ciclista ticinese Patrick Calcagni. "Sono fermamente convinto - aggiunge - che certa gente non debba più correre in bicicletta. E che il general manager Mauro Gianetti sia stato all'oscuro di tutto e non abbia colpe"."Giusto togliere le mele marce dal gruppo - ci dice infine il procuratore di ciclisti Mattia Galli - mi spiace però che in questa situazione sia convolto anche il team diretto da Mauro Gianetti, una persona che stimo e che ritengo professionalmente capace. Ma è giusto che chi sbaglia paghi". red
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