
Una stagione da incorniciare, quella del Basilea. Dopo la fallimentare annata nel 2023/2024, i renani non solo sono riusciti a rialzare la testa, ma hanno dato lezioni di calcio al resto della Svizzera. Il mister del Basilea Fabio Celestini è il regista di questo successo e Xherdan Shaqiri il suo attore protagonista: "Ho potuto gestire un giocatore come Shaqiri e ho potuto dare la possibilità ad un calciatore creativo, vecchia maniera, di esprimersi. È un trequartista che fa sognare e gli ho dato la possibilità di creare in campo e di fare la differenza. Si è costruita la squadra intorno a lui. Anche gli altri ragazzi hanno fatto un lavoro eccezionale. Si parla dell’attacco, ma siamo la miglior difesa del campionato", ha dichiarato Celestini a Fuorigioco.
Gli obiettivi cambiati
I rossoblù hanno iniziato la stagione con l'obiettivo di non replicare quella precedente e navigare in acque più tranquille. Col passare del tempo, conferma Celestini, il focus è cambiato: "La conquista del titolo è nata pian piano. Mi hanno cambiato l’obiettivo sei volte questa stagione. A giugno si parlava di fare una stagione tranquilla visto che arrivavamo dall’inferno. Volevamo poi essere nei primi sei, poi, chiaramente l’appetito vien mangiando. A poco a poco ci siamo resi conto che potevamo creare qualcosa di più. Il risultato finale è il risultato del lavorare giorno per giorno".
Il futuro?
Il futuro di Celestini, però, non è ancorato per forza alla panchina del Basilea. Le critiche non mancano, ma il tecnico ex Lugano è tranquillo: "L’anno prossimo ancora a Basilea? Non mi proietto così lontano. Quest’anno ho avuto la sensazione di felicità ogni giorno che andavo a lavorare. Ho imparato con l’esperienza di vivere la giornata. Ieri abbiamo festeggiato, ma ora abbiamo la finale di coppa. C’è chi dice che vado via, ma io non ho mai detto nulla se non che sono felice a Basilea", commenta Celestini.
Il rapporto con Shaq
Un binomio, quello tra Shaqiri e Celestini che ha dato i suoi frutti. Non era scontato che un carattere forte, come quello del fantasista rossocrociato, potesse inserirsi alla perfezione in un ambiente diverso. Fabio Celestini ha gestito magistralmente la situazione dando libertà al giocatore di esprimersi in campo e confrontandosi in maniera trasparente con lui: "Io sono una persona trasparente e autentica", afferma l'allenatore del Basilea. "Durante le partite ci incazziamo come bestie, ma poi ci diamo sempre un abbraccio. Shaq è come me ed è per questo che ha funzionato, ci diciamo le cose in faccia. Lui vuole sempre vincere tutto e ha trasmesso questa mentalità alla squadra". Nulla di scontato, per l'appunto, visto che "l’arrivo di Shaqiri è stato un terremoto. Il primo giorno c’erano 10'000 persone allo stadio per vederlo. Un po’ ha stravolto lo spogliatoio", continua Celestini. "È stata una sfida per me. Costruire la squadra intorno a lui era solo questione di tempo. Mi preoccupava la sua voglia di vincere, perché a volte può risultare pesante per gli altri. È difficile, se non hai un carattere forte, gestire questa pressione. Shaqiri, se lo faccio stare bene e riusciamo ad avere degli equilibri, è un giocatore che mi può far fare delle cose incredibili. In Svizzera c’è solo lui".
I valori
A Fuorigioco, Celestini conclude poi con un breve ragionamento sui valori da mantenere all'interno della squadra. La puntualità è uno di questi: "La mia filosofia si fonda sui valori. Non accetto i ritardi agli allenamenti. Ho avuto Balotelli a Sion. A volte non si presentava neppure. Il giorno della partita però era sempre in orario. Shaqiri non arriva in ritardo: è un professionista. Avevo lasciato fuori Veiga e Barry per questo motivo, i giovani devono imparare da Shaq. Quel giorno ero andato in spogliatoio e ho visto che mancavano due giocatori. Quando sono arrivati in ritardo hanno salutato tutti tranquillamente, senza scusarsi", dice l'allenatore del Basilea Fabio Celestini.