Calcio
Di Domenico controcorrente: "Stucki è una persona integra"
© CdT/Chiara Zocchetti - Ticinonews Sport
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Redazione
3 mesi fa
Non si placano gli animi sulla direzione di gara del match tra Lugano e Basilea, partita in cui l’arbitro von Mandach si è reso protagonista di decisioni dubbie. A Fuorigioco si è parlato degli episodi incriminati con Kubilay Türkyılmaz e il procuratore Gianluca Di Domenico.

La sfida tra Lugano e Basilea lascia strascichi anche in settimana. Le scelte arbitrali discutibili sono anche il tema di Fuorigioco, puntata in cui si analizza l’intervento di Albian Ajeti sul ginocchio di Anto Grgic, il fallo di mano di Leroy e il contatto tra il direttore sportivo del Basilea Daniel Stucki e gli arbitri nello spogliatoio alla pausa di metà tempo. È proprio su quest'ultimo avvenimento che 'Kubi' ribadisce la sua posizione: "Personalmente non mi va bene. Non si può andare a metà tempo nello spogliatoio a parlare con l’arbitro. È giusto a fine partita, così si evitano discussioni inutili, ma durante la pausa no. Il motivo è poi banale: un cartellino giallo a Shaqiri. Io non discuto l’onestà di Stucki, ma discuto il momento non opportuno. L’ASF dovrebbe mettere una regola in cui nessuno può entrare nello spogliatoio degli arbitri fino alla fine della partita", afferma l'ex attaccante della Nazionale.

"Stucki è una persona integra"

Di parere diverso invece il procuratore Gianluca Di Domenico che a Fuorigioco vuole sottolineare l'onesta del direttore sportivo del Basilea Daniel Stucki: "Io non sono d’accordo. Daniel Stucki, prima di diventare direttore sportivo, è stato un poliziotto. È una persona integra. Se adesso Pelzer vuole fare del vittimismo sull’influenza di Stucki nello spogliatoio, io non ci credo. Io credo nel nostro calcio pulito. Stucki non voleva ottenere niente, è stato un momento di frustrazione", dichiara Di Domenico e individua il problema nella comunicazione della società bianconera: "Se il Lugano vuole imporre una comunicazione deve prima comunicare. La dirigenza bianconera deve fare una conferenza stampa, deve parlare davanti ai microfoni. Se non fanno nulla, non ci sarà nessuna pressione”. Dello stesso pensiero anche Kubilay Türkyılmaz: "Devono fare rumore e far capire che c’è un malcontento", conclude.