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Deni Fiorentini, un vice campione olimpico a Lugano
Deni Fiorentini, un vice campione olimpico a Lugano
Deni Fiorentini, un vice campione olimpico a Lugano
Redazione
6 anni fa
Dopo aver conquistato la medaglia d'argento alle Olimpiadi di Londra 2012, dal 2015 il 35enne ha sposato la causa degli Sharks

L’accesa rivalità tra Ambrì-Piotta e Lugano, le avventure del FC Lugano e del vulcanico Presidente Renzetti, le questioni sportive ma soprattutto extra-sportive di Lara Gut-Behrami. Queste sono soltanto alcune delle principali tematiche che hanno caratterizzato lo sport ticinese di questi ultimi anni.

C’è però una squadra che da diverso tempo continua ad ottenere riconoscimenti prestigiosi e conquistare titoli nazionali a ripetizione senza godere della giusta visibilità. Stiamo chiaramente parlando dei Lugano Sharks, formazione ticinese di pallanuoto nonché squadra campionessa svizzera in carica da ormai tre anni consecutivi.

Anche questa stagione la compagine allenata da Gianfranco Salvati e dal suo vice Carmine Argentiero si presenta come una delle principali favorite per la conquista del titolo nazionale. Nonostante la partenza di diversi elementi importanti della rosa come Andrea Maksimovic, Dusan Radivojevic e Seb Zanola, gli Sharks hanno già iniziato con il piede premuto sull’acceleratore questo campionato, ottenendo 4 vittorie su altrettante partite disputate. I ticinesi si trovano così a punteggio pieno e al comando della graduatoria in compagnia del Kreuzlingen, giudicata da diversi addetti ai lavori come la vera favorita di quest’anno.

Per cercare di portare a casa il quarto titolo consecutivo (il 18esimo della storia del club), anche quest’anno gli Sharks possono fare però affidamento sulle prestazioni di un giocatore nettamente fuori categoria per il campionato elvetico. Si tratta di Deni Fiorentini, capitano della squadra luganese, che nel corso della propria carriera può addirittura vantare una medaglia d’argento alle Olimpiadi di Londra 2012 con la Nazionale italiana. Il 35enne difensore di origini croate, in compagnia del fratello Goran, rappresenta sicuramente un punto di forza per la società luganese.

Per questo motivo abbiam deciso di parlare proprio con Deni di diverse tematiche: dal suo arrivo a Lugano, alle ambizioni stagionali degli Sharks, passando per l’esperienza accumulata con il Settebello italiano:

Ciao Deni. Ci potresti raccontare come e quando è cominciata la tua esperienza a Lugano con la maglia degli Sharks?

Certo con piacere. Sono arrivato a Lugano nel settembre del 2015 per cominciare la stagione sportiva con la maglia degli Sharks. Si tratta semplicemente di una scelta di vita. Dopo aver terminato l’esperienza sportiva in Italia, c’è stata infatti l’opportunità di tornare a Lugano, città nella quale sono cresciuto e dove ho mosso i primi passi nelle varie squadre giovanili. Inoltre, avevo troppa voglia di vincere un titolo con questa società.

Il punto più alto della tua carriera è culminato con la conquista della medaglia d’argento alle Olimpiadi di Londra 2012. Cosa ricordi con più affetto di quella sensazionale esperienza?

È sicuramente stata un’esperienza incredibile. Il sogno di ogni sportivo è quello di poter partecipare ad un’edizione dei Giochi Olimpici; arrivare addirittura in finale e vincere una medaglia d’argento è stata la classica ciliegina sulla torta. Ciò che ricordo con particolare affetto è l’atmosfera che si viveva nel villaggio olimpico. Inoltre, poter conoscere e vivere da vicino personaggi del calibro di Usain Bolt, Michael Phelps e i migliori giocatori della NBA, è qualcosa di davvero unico.

Dopo una carriera ad altissimi livelli hai deciso di sposare la causa del Lugano. Visto il tuo passato da giocatore professionista, tutti si aspettano sempre molto da te. Quali responsabilità comporta questo ruolo?

Dopo una carriera ad alti livelli il bagaglio d’esperienza che uno sportivo si porta dietro è importante. Per questo motivo sento d’avere molta responsabilità nei confronti della società e dei compagni , soprattutto verso i più giovani. Inoltre, essendo il capitano della squadra, ogni giorno devo cercare di dare il buon esempio. È un ruolo difficile ma che allo stesso tempo rappresenta una sfida stimolante.

A causa di ragioni personali, chi per studio chi per lavoro, diversi elementi della rosa hanno abbandonato la squadra. Nonostante ciò la stagione è iniziata con le agevoli vittorie ai danni di Ginevra, Winterthur, Basilea e Sciaffusa. Pensi che anche quest’anno siete i favoriti per la vittoria finale oppure ci sono delle squadre che si sono particolarmente rafforzate e che potrebbero crearvi difficoltà?

È vero, purtroppo per svariate ragioni diversi giocatori hanno lasciato la squadra. Per questo motivo siamo un po’ in difficoltà perché abbiamo una rosa abbastanza ristretta e non sempre è possibile allenarsi al meglio. Nonostante ciò l’ossatura della squadra è rimasta e con essa la qualità dei giocatori. Diverse rivali si sono però rafforzate. Mi riferisco principalmente al Kreuzlingen che quest’anno ha costruito una grande squadra che lotterà sicuramente per il titolo. Penso che questa stagione siano loro i favoriti ma ciò non è necessariamente una cosa positiva perché avranno molta pressione sulle loro spalle.

Spesso la prima squadra si allena in contemporanea ad altre formazioni giovanili come per esempio la U13 guidata da Sara Giraldo oppure la U15 di Zsolt Petö. A tuo parere cosa si potrebbe fare per attrarre sempre più ragazzi e ragazze a praticare questo sport rispetto ad altri ben più diffusi come hockey o calcio?

È molto difficile dare una risposta a questa domanda. A mio parere si tratta di una questione culturale. Qui a Lugano abbiamo un buon gruppo di giovani anche se il numero non è chiaramente paragonabile a quello di sport nazionali come hockey o calcio. In Svizzera la pallanuoto è considerata uno sport minore e quindi non è facile far avvicinare i ragazzi ad essa. Per questo motivo penso che si potrebbero organizzare degli incontri nelle scuole per mostrare ai ragazzi la bellezza delle pallanuoto ed i benefici che questa può portare a chi la pratica.

Questo sabato è in programma al Lido una delicata sfida contro l’Horgen, attuale terza forza del campionato. Quale messaggio vorresti lanciare ai tifosi prima di questo importante incontro?

La partita contro l’Horgen sarà molto interessante per vedere a che punto siamo con la preparazione fisica. Normalmente a questo punto della stagione nessuno è al massimo della forma, quindi non mi aspetto una partita altamente spettacolare. Tuttavia ci sarà molto agonismo in piscina in quanto l’Horgen rappresenta per il Lugano una rivale storica. Per questo motivo spero che venga più gente possibile a vederci ed a tifarci perché abbiamo bisogno del sostegno del nostro pubblico.

SB

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