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In curva col certificato? I dubbi degli Ultras
Foto  CdT/Gabriele Putzu
Foto CdT/Gabriele Putzu
Filippo Suessli
3 anni fa
Le maggiori tifoserie organizzate del calcio svizzero prendono posizione sulle misure che saranno introdotte all’inizio del campionato: non contestano il certificato Covid, ma chiedono tutele

Manca meno di una settimana alla ripresa del campionato di calcio e dopo molto tempo si riprenderà con gli stadi pieni. Ma forse non del tutto. Il dubbio, infatti, è legato alle curve: i settori dove campeggiano i gruppi del tifo organizzato, infatti, potrebbero non essere altrettanto pieni. Non per decisione delle autorità, ma degli stessi Ultras.

“Presenza allo stadio come la intendiamo noi”
I gruppi di tifosi, nel breve scampolo dello scorso campionato che è stato giocato davanti al pubblico, decisero di rimanere fuori dagli stadi, non per contestare le misure decise, ma perché “una presenza allo stadio come la intendiamo noi non sarebbe stata possibile”, si legge in una nota congiunta delle maggiori tifoserie organizzate svizzere.

La verifica dei documenti
In vista del primo fine settimana di campionato, i tifosi si fanno sentire nuovamente. Nel comunicato stampa, firmato anche dai due gruppi di Lugano, Teste Matte e I Bravi Ragazzi, gli Ultras sollevano i loro dubbi sulle misure introdotte per l’entrata agli stadi, in particolare quelle che prevedono l’identificazione del pubblico. Per garantire la validità del certificato Covid, infatti, all’entrata sarà chiesto anche un documento di identità. Misura che in passato “è stata una delle misure di repressione del tifo organizzato”, scrivono. Il timore, insomma, è che le misure di contenimento della pandemia siano usate per altri scopi: “Infatti dietro le quinte”, denunciano, “una parte delle autorità di sicurezza (ad esempio la Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia) ha già incontrato i responsabili della Lega con la richiesta di dissociare queste misure dal loro scopo originale”. Alcuni club, aggiungono, si starebbero già muovendo in questo modo: come il Sion, che “ha già comunicato un divieto generale di tifosi ospiti e l’intento di vendere esclusivamente biglietti nominali”.

Le proposte
Di fronte a questo scenario, gli Ultras comunicato di non aver ancora deciso “se tornare allo stadio come tifoserie organizzate ad inizio stagione o se invece sostenere le nostre squadre da fuori”. Per un loro ritorno allo stadio avanzano delle proposte o meglio delle richieste: una chiara separazione tra il controllo del certificato Covid e il controllo di sicurezza per l’accesso allo stadio; nessuna videosorveglianza nella zona di controllo del certificato; l’apertura dei settori ospiti; l’accesso facilitato a vaccini e test per l’ottenimento di un certificato Covid.

Solo fino a fine pandemia
Infine, le tifoserie ricordano di poter accettare queste misure solo finché la situazione sanitaria lo imporrà: “non appena la pandemia sarà considerata terminata, anche l’ultima delle misure di restrizione dovrà essere abolita. La lotta alla pandemia non può essere strumentalizzata per scopi di repressione contro le tifoserie”.

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