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“Ho firmato con il Chiasso per ripartire, darò tutto per questa maglia”
Redazione
3 anni fa
Il talentuoso laterale destro Michel Morganella traccia un bilancio dell’inizio di stagione del club rossoblu e delinea i suoi obiettivi futuri

Cresciuto nel Sion, Michel Morganella ha esordito nel massimo campionato svizzero nel Basilea, prima di aprire una lunga e prestigiosa esperienza in Italia, con più di 100 presenze in Serie A con la maglia del Palermo e del Novara. Il veloce laterale destro, classe ’89, è stato anche un nazionale rossocrociato, convocato praticamente in tutte le rappresentative dalla Nazionale maggiore a quella olimpica e a tutte le giovanili.

Dopo tanti mesi di lontananza dal campo a metà settembre hai firmato con il Chiasso. Come è nata questa trattativa?
L’emergenza Coronavirus ha reso la vita più difficile a tutti i calciatori. Essendo svincolato mi sono allenato da solo per tutta l’estate. Ho ricevuto l’interesse da parte di diverse squadre ma volevano tenermi in caldo per gli ultimi giorni di mercato. Perciò, quando è arrivata l’offerta del Chiasso, ho scelto subito di allenarmi con loro per una settimana perché avevo tanta voglia di ripartire. Sin dal primo giorno ho trovato dirigenti competenti, ottime strutture e compagni in gamba, così ho deciso di firmare un contratto annuale per cercare di dare una mano al Chiasso.

L’avvio di stagione si è rivelato molto complicato ma gli ultimi due pareggi consecutivi lasciano intravedere uno spiraglio di luce. Quali sono le tue aspettative sul prosieguo del campionato?
Siamo una squadra molto giovane e la poca esperienza ha inciso pesantemente nelle prime partite. Ma gli ultimi risultati dimostrano che adesso abbiamo intrapreso la strada giusta. È cambiata la mentalità, la voglia di sacrificarsi l’uno per l’altro. Sono sicuro che con il passare del tempo continuerà ad aumentare la fiducia nei nostri mezzi ed emergerà tutta la qualità che intravedo in questo gruppo. Siamo una squadra unita e vogliamo portare a casa il miglior risultato possibile.

Nell’ultima partita contro il Kriens hai giocato nel ruolo di esterno d’attacco ma la posizione in cui ti sei affermato nella tua carriera è sicuramente quella di terzino di spinta. Al di là del modulo e della posizione più o meno avanzata, quali sono le caratteristiche che ti contraddistinguono?
La corsa, la fisicità e la voglia di lottare su ogni pallone. Per il resto in tutta la mia carriera mi sono sempre messo a disposizione dei miei allenatori per dare il meglio in qualsiasi ruolo scegliessero di schierarmi. In Italia ho giocato spesso anche a sinistra, a volte persino centrale, e con qualsiasi modulo. A prescindere dal ruolo, darò tutto per questa maglia!

Probabilmente in Svizzera i tifosi più attenti ricorderanno che sei nato attaccante. Come sei finito a giocare sulla fascia?
Nelle giovanili del Sion e del Basilea facevo la prima punta, così come nella Nazionale Under 16 e Under 18. A lanciarmi come terzino destro è stato il direttore sportivo del Basilea, Peter Knäbel, durante un torneo giovanile internazionale in Ticino. Non avevo mai ricoperto questo ruolo in vita mia ma l’allenatore Christian Gross, dopo avermi visto giocare sulla fascia, è rimasto così colpito che mi ha subito convocato e integrato in prima squadra come terzino.

Dopo aver militato per gran parte della tua carriera in Italia quali differenze hai riscontrato tra il calcio svizzero e quello italiano?
A livello tattico il campionato italiano è molto più evoluto, vi è un’attenzione quasi maniacale. Più in generale, in Svizzera il calcio non viene vissuto dalla gente come in Italia. A Chiasso posso passeggiare e andare a mangiare fuori senza dover scattare foto e firmare autografi in continuazione. Anche se devo ammettere che la cosa non mi dispiaceva affatto. Anzi, è proprio questo il bello del calcio. Sono venuto in Svizzera con l’obiettivo di ripartire ma mi piacerebbe tanto tornare a giocare in Italia!

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